venerdì 03 Maggio 2024
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Provocazione di Spanò, Confesercenti: “La tazzina dovrebbe costare 3€”

Il responsabile: "Credo che i nostri operatori debbano ricevere un particolare plauso, perché ad ora si sono assorbiti praticamente tutti gli aumenti di costi, limitando al massimo i ritocchi. Si fossero adeguati in proporzione ora, un caffè dovrebbe costare almeno tre euro"

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Angelo Spanò, responsabile regionale di Confesercenti Energia e Ambiente, spiega nella sua analisi la situazione dell’horeca alle prese con il rincaro dei costi delle bollette. Spanò sostiene che il settore della ristorazione ha bisogno ora più che mai di un aiuto tangibile da parte del Governo. Riportiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Luca Ravaglia pubblicato su Il Resto del Carlino.

L’analisi di Angelo Spanò, Confesercenti Energia e Ambiente

MILANO – Un aiuto a bar e ristoranti alle prese con l’esplosione dei costi delle bollette. Però l’estensione del credito d’imposta del 30% sulla fetta relativa alla sola fornitura di energia, più che come una bombola d’ossigeno per affrontare le profondità oscure del mare della crisi, sembra più una boccata d’aria in attesa di tornare in apnea. Le associazioni di categoria cesenati restano alla finestra in attesa di ulteriori sviluppi sul fronte governativo e intanto fanno conti ancora impossibili da quadrare.

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“Bisogna essere chiari – è l’analisi di Angelo Spanò, responsabile regionale di Confesercenti Energia e Ambiente – questo problema non è né territoriale, né nazionale, ma globale. Il costo dell’energia è esploso e tutti ne stanno pagando le conseguenze in maniera drammatica.”

Angelo Spanò continua: “Questo però non significa rassegnarsi e aspettare, sia perché il tempo a disposizione è davvero poco, sia perché una soluzione va comunque trovata. Subito. Numeri alla mano, per quanto riguarda il costo del gas, siamo passati da 20 euro al megawattora, agli attuali 254: dieci volte in più.”

Il costo dell’energia

C’è di più: “Se il Governo non fosse già intervenuto sui costi accessori, ora le bollette non sarebbero triplicate o quadruplicate, ma l’ordine di grandezza sarebbe ancora più ampio. A vantaggio dell’impresa c’è anche il fatto che l’iva al 22% può essere recuperata, ma in ogni caso quanto fatto di certo non basta: anche con il riconoscimento di questo credito di imposta, il beneficio reale per un esercente nell’arco di un anno è sull’ordine di una bolletta, una bolletta mezzo, mentre il grosso della fetta resta ancora da pagare.”

Spanò conclude: “E’ ancora troppo poco, perché è evidente che chi si trova a dover sborsare ogni volta oltre 10.000 euro, ha bisogno di sostegno immediato, altrimenti non resiste. A maggior ragione in questo contesto, credo che i nostri operatori debbano ricevere un particolare plauso, perché ad ora si sono assorbiti praticamente tutti gli aumenti di costi, limitando al massimo i ritocchi. Si fossero adeguati in proporzione ora, un caffè dovrebbe costare almeno tre euro”.

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