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Andrej Godina: La ruggine del caffè e le sue conseguenze in centro America

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MILANO — Pubblichiamo in questo numero un nuovo contributo relativo alla botanica e alla coltivazione del caffè scritto da Andrej Godina; Authorized Trainer e Master Barista accreditato presso la Sca, nonché presidente di Umami Area. E “caffesperto” internazionalmente. Godina è profondo conoscitore cioè di tutte le fasi che intervengono lungo la complessa filiera del caffè, dalla pianta alla tazzina.

Godina ha inoltre pubblicato di recente “Caffè verde in un libro”. Una guida scritta a quattro mani assieme ad Alberto Polojac, per i tipi delle Edizioni Medicea Firenze.

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Questo nuovo contributo è dedicato a una delle malattie crittogamiche più gravi: la ruggine del caffè.

di Andrej Godina

La ruggine del caffè ovvero la CLR (Coffee Leaf Rust) o Roya è un fungo che attacca le foglie della pianta causato dall’attacco della Hemileia Vastatrix. In linea generale, la Coffea arabica è la più sensibile di tutte le specie di Coffea all’attacco della CLR. Che può variare a seconda della varietà botanica e dei singoli cultivar.

D’altro canto, la suscettibilità all’attacco del fungo è stato notato anche nelle specie di piante di caffè più resistenti. Come Coffea Liberica, Coffea Excelsa o Coffea Canephora; nonché in diverse varietà di queste specie come la Robusta o Conillon.

La diffusione della malattia

La prima epidemia di ruggine apparve nella colonia Britannia di Ceylon (oggi Sri Lanka) nel 1869. E poi si diffuse rapidamente in tutta l’isola a causa di condizioni ideali di umidità e di temperatura.

A causa di questo devastante attacco l’anno successivo i coltivatori decisero di sostituire la coltivazione del caffè con quella del te.

Tra il 1870 e il 1970, la malattia si diffuse nelle aree coltivate con caffè in Asia, Africa e Centro e Sud America con diversi impatti

I fungicidi hanno permesso di mantenere l’attacco della ruggine sotto controllo e di salvare le piante di caffè; in alcune aree coltivate con la specie Arabica il clima particolarmente secco e temperature ad alte altitudine piuttosto basse hanno preservato le piantagioni dalla devastazione.

A seguito di questa malattia la produzione del caffè ha subito un brusco calo

In anni differenti e in intensità differente a seconda del paese e delle condizioni di salute delle piante. La ruggine ha avuto una diffusione importante in Centro America, in Costa Rica negli anni 1989-90; in Nicaragua nel 1995-96 e in El Salvador nel 2002-03.

L’epidemia in centro America

L’epidemia in C.A. è iniziata nel 2012 ed è stata la più seria ed estesa che abbia mai colpito questi paesi. Questo attacco si differenzia dai precedenti in quanto il fungo ha attaccato le piante poco prima della raccolta delle ciliegie. Quando le temperature sono più alte e l’attacco ha preso alla sprovvista i coltivatori.

La riduzione delle esportazioni causata dalla ruggine è stata importante

In Honduras -55%, Nicaragua -44%, Costa Rica -19% e Guatemala -17%. Uno dei possibili motivi per i quali si ebbe una proliferazione così importante della ruggine in quegli anni fu anche il fatto che sul mercato internazionale del caffè i prezzi furono davvero molto bassi. Questo portò così i coltivatori di caffè ad avere meno entrate da investire nella fertilizzazione delle piante e nelle buone pratiche fitosanitarie per il controllo della ruggine.

Ovviamente ci furono altri fattori quali la sensibilità delle varietà botaniche coltivate in quel periodo, il clima favorevole; l’età degli alberi del caffè piuttosto avanzata e una potatura insufficiente.

I sintomi

I sintomi specifici dell’infezione dell’attacco della CLR sono delle macchie di colore giallo / arancio con diametro fino a a 20 mm che si sviluppano sulla superficie inferiore della foglia. Sono sufficienti solamente 2-3 macchie per foglia per produrre una defogliazione della pianta. Si osserva frequentemente lo sviluppo di un altro fungo bianco, il Verticillium lecanii, che è un ospite parassita delle spore di Hemileia.

I tubi germinali generati dal fungo penetrano nello stoma delle foglie dove formano un involucro, a forma di ancora, che sviluppa un micelio intercellulare abbondante e ramificato. Il micelio colonizza i tessuti della foglia e, da lì, si diffonde in tutte le direzioni.

Il danno causato dalla CLR provoca la fine dell’attività fisiologica della foglia e la loro conseguente caduta.

Il decorso

Le condizioni ideali di propagazione del fungo sono un’umidità elevata dell’aria e temperature attorno ai 21-25°C. Entro 10 giorni dall’infezione i piccoli punti gialli sulle foglie aumentano di dimensione con evidenza delle spore del patogeno che variano di colore passando dall’arancione giallastro all’arancione brillante.

Queste spore hanno forma cuneiforme con spine direzionate verso l’alto.

Ad oggi, sembra che solamente la pianta di caffè sia soggetta a infezione da parte della CLR.

Si osserva in piantagione che la germinazione delle spore della CLR avviene principalmente al buio, di notte. Questo non significa necessariamente che la germinazione non avvenga mai durante il giorno o in temperature più fredde.

Fattori che favoriscono la diffusione

Ciò vuol dire all’ombra, sotto gli alberi ad alto fusto o in un giorno nuvoloso quando la luce del giorno penetra a malapena tra i rami delle piante di caffè, lo sviluppo della ruggine è più rapido.

Inoltre l’umidità è un fattore che accelera lo sviluppo del fingo e quindi, ancora una volta piantagioni con ombra forniscono condizioni ideali per la propagazione della malattia con un rapporto di intensità che aumenta con la densità degli alberi da ombra.

Sembra che anche un basso pH del terreno abbinato con un’alta resa di produzione delle piante, che quindi le rendono più deboli, può essere causa di maggiore predisposizione degli alberi di caffè alla malattia.

Un’altra condizione favorevole per lo sviluppo della CLR è un periodo minimo di pioggia di 6 ore, bruschi cambiamenti di clima tra pioggia e sole, un’età avanzata della pianta, una fertilizzazione insufficiente e una produzione di ciliegie piuttosto elevate.

Le spore

Le spore della ruggine sono leggere e facilmente trasportate dal vento, da spruzzi di pioggia o dai mezzi meccanici come per esempio quelli per la raccolta meccanica in Brasile e dagli insetti. Le foglie giovani generalmente sono molto resistenti all’attacco rispetto alle foglie più mature.

I metodi per controllare la propagazione della malattia si possono quindi riassumere in:

  • Utilizzare sempre cultivar certificate per propagare le nuove piante da interrare in piantagione. I cultivar più resistenti a sui quali i paesi di produzione del caffè hanno investito anni di ricerca sono quelli che derivano dalla famiglia dei Catimor (Hybrido de Timor x Caturra) e dei Sarchimor (Hybrido de Timor x Villa Sarchi).
  • Assicurarsi che il terreno in piantagione sia fertilizzato a sufficienza in modo da fornire alla pianta tutti i nutrienti necessari al fine che le piante si trovino in una condizione di salute; fertilizzazione appropriata si traduce sempre un una maggiore resistenza alla malattia.
  • Esaminare regolarmente le piante individuando i primi segni di attacco delle malattie e poterle quindi prevenire efficacemente: l’esame visivo è praticato semplicemente camminando in piantagione e a campione esaminando visivamente il retro delle foglie per individuare eventuali presenza di ruggine.
  • Praticare una buona potatura al fine di aumentare il passaggio d’aria tra gli alberi al fine di ridurre un possibile eccesso di umidità. E’ sempre buona norma dopo la potatura di un albero infetto e prima di passare all’albero successivo, sterilizzare gli strumenti utilizzati nell’operazione. Assicurarsi che le parti infette potate siano rimosse dalla piantagione e distrutte.
  • Assicurarsi che le piante siano a una distanza adeguata per riuscire agevolmente applicare i prodotti fogliari in caso d’infezione.

La riduzione della produzione di caffè in piantagione infette da ruggine è spesso maggiore nel successivo ciclo di produzione, dopo l’attacco poiché le piante meno colpite fanno uno sforzo maggiore per ricostituire il loro fogliame invece di produrre i frutti mentre le piante più colpite dovranno essere potate o sostituite.

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