giovedì 11 Aprile 2024
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Alice Allison: cosa c’è dietro la crisi della fabbrica di capsule compatibili

Una fabbrica con una storia molto complicata quella di Grono in Svizzera che il colosso giapponese Ucc ha deciso di chiudere alla fine del 2017. Secondo alcuni analisti la piccola azienda della Mesolcina, benché di proprietà di una delle multinazionali iù importanti del caffè, non appare più strategica, visto il proliferare di capsule compatibili Nespresso in tutti i mercati e la possibilità di produrle in paesi in cui la manodopera è meno costosa rispetto alla Svizzera

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MILANO – L’allarme suscitato dall’annuncio della chiusura della Alice Allison di Grono (Svizzera) costruttore di capsule Nespresso compatibili ha coinciso con la festa dei lavoratori. I 33 impiegati della fabbrica hanno lanciato una petizione per salvare lo stabilimento. Iniziata la raccolta delle firme.

Alice Allison conclude la sua attività

La decisione, comunicata giovedì dal sindacato Unia, giunge due giorni dopo l’incontro con i delegati del gruppo giapponese UCC. A cui fa capo l’azienda che ha confermato l’intenzione di mettere fine alle attività entro l’inizio del 2017.

Le firme saranno inviate al Consiglio di Stato del canton Grigioni. Si chiede di compiere ogni sforzo necessario per salvare la società. Nell’ottica di una chiara politica di salvaguardia dell’occupazione della valle del Grigione italiano.

L’assemblea dei lavoratori tornerà a riunirsi lunedì 2 maggio, come già anticipato ieri dalla Radio della Svizzera Italiana. Il sindacato Unia, dal canto suo, ha deciso di contestare in via giudiziaria alcuni licenziamenti già notificati.

alice allison

Cosa ha portato alla chiusura di Alice Allison

Ma che cosa è successo? Secondo alcuni analisti la piccola azienda della Mesolcina non appare più strategica. La causa è il proliferare di capsule compatibili Nespresso in tutti i mercati. Così come la possibilità di produrle in paesi in cui la manodopera è meno costosa rispetto alla Svizzera.

Un po’ di storia aziendale

Una storia molto travagliata quella della fabbrica di Grono. Secondo i dati del Registro del Commercio svizzero, Alice Allison nasce nell’ottobre del 2002.

Dal 2010 inizia la fornitura di capsule compatibili Nespresso alla catena Denner .Terzo competitor della Gdo svizzera, facente parte del Gruppo Migros.

Il successo è immediato e le capsule (disponibili in 4 tipi), che costano la metà di quelle originali, vanno a ruba.

Tanto che l’azienda assume nuovi dipendenti e organizza la produzione su più turni di lavoro, per stare al passo con la domanda.

Ma già a gennaio 2011 arriva la prima tegola: a seguito della denuncia per violazione di brevetto presentata da Nespresso, il Tribunale di commercio di San Gallo ordina – a titolo superprovvisionale – il ritiro dal mercato delle capsule.

Lo scontro con la Nestlè

La misura viene in seguito revocata e le capsule tornano sugli scaffali di Denner sin da fine febbraio.

A giugno nuovo round a favore di Nestlé. Il Tribunale federale di Zurigo accoglie il ricorso di Nespresso. Restituisce il fascicolo al Tribunale di San Gallo, affinché lo riesamini.

L’istanza federale dispone un nuovo divieto di vendita delle capsule con decreto datato 22 luglio 2011.

A fine agosto, il Tribunale di San Gallo revoca il divieto. Ordina altresì l’esecuzione di una perizia, per determinare se la forma delle capsule Nespresso sia davvero tecnicamente necessaria.

Sospiro di sollievo per Alice Allison, che può far ripartire la produzione.

Lo stabilimento torna a girare a pieno regime, tanto che l’azienda opera nuove assunzioni nell’autunno 2011 arrivando a un massimo di 45 dipendenti.

La successiva automazione dei processi produttivi porterà, circa un anno più tardi, a un consistente taglio degli organici (una decina di dipendenti in meno).

A distanza di quasi 2 anni (maggio 2013) arriva la decisione del Tribunale di San Gallo. Basandosi sulla perizia esperita, il Tribunale ritiene che la forma tridimensionale delle capsule, registrata da Nespresso, possa essere protetta.

Tuttavia giunge anche alla conclusione che le capsule della Denner, prodotte dalla Alice Allison, non violino i diritti di marchio. Poiché il rischio di confondere i prodotti non sussiste.

Oltretutto, Denner ha nel frattempo modificato la conformazione delle capsule, che hanno ora una forma completamente diversa.

Tutto a posto? Non proprio.

Intanto, Alice Allison è stata acquisita dal colosso giapponese UCC (Ueshima Coffee Company). Da circa un anno è anche proprietario di United Coffee (ex Drie Mollen), uno dei più importanti produttori di caffè a marchio in campo europeo. Fornisce anche il caffè tostato utilizzato nelle capsule dell’azienda mesolcinese.

Apparentemente una buona notizia (soddisfatti anche i sindacati). Sembra poter preludere a nuove prospettive di espansione “oltre la fornitura a Denner”.

Denner ridimensiona il suo supporto

In realtà sarà Denner, di lì a poco, a ridimensionare la propria collaborazione con Alice Allison. Sceglie un nuovo partner per le capsule compatibili: Delica, azienda del gruppo Migros.

Già ad aprile 2014, UCC procede a una ristrutturazione interna, che determina una nuova riduzione del personale. La direzione si difende parlando di “assestamento stagionale”.

Il resto è cronaca di questi giorni. Nell’ambito della riorganizzazione dei propri asset, UCC ha deciso la dismissione di Alice Allison con la chiusura delle stabilimento entro la fine del 2017.

 

 

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