martedì 25 Novembre 2025

Grom presenta Pocket Generation: la nuova ricerca che racconta il ritorno delle piccole cose e la nostalgia degli anni ’90

Secondo l’indagine, gli anni ’90 sono la decade più amata (31%), davanti agli anni ’80 (27%). Una percentuale che cresce sensibilmente tra i 40-50 enni (38%), ovvero coloro che hanno vissuto il pieno della loro adolescenza durante la decade che ha chiuso il XX secolo, con un indice di gradimento maggiore per le donne (33%) rispetto agli uomini (29%)

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MILANO – Nel mondo iperconnesso e digitale di oggi, c’è una fetta di popolazione che torna a riscoprire il piacere delle piccole cose. La nuova indagine SWOA (Social Web Opinion Analysis) promossa da Grom(1) racconta la nascita di un fenomeno sociale e culturale: la Pocket Generation.

È l’insieme di tutte quelle persone che, di fronte alla frenesia del presente, scelgono di guardare indietro – agli anni ’90, alle esperienze analogiche, ai gesti semplici – per ritrovare autenticità, leggerezza e connessione reale. Dal gioco tascabile al cono gelato: sono le piccole cose, oggi come allora, a creare i ricordi più grandi.

Un fenomeno di nostalgia attiva

Secondo l’indagine, gli anni ’90 sono la decade più amata (31%), davanti agli anni ’80 (27%). Una percentuale che cresce sensibilmente tra i 40-50 enni (38%), ovvero coloro che hanno vissuto il pieno della loro adolescenza durante la decade che ha chiuso il XX secolo, con un indice di gradimento maggiore per le donne (33%) rispetto agli uomini (29%).

Perché? Un periodo percepito come “più umano”: il 65% degli intervistati ricorda che allora si era meno dipendenti dalla tecnologia, una sensazione particolarmente forte tra le donne (69%); mentre il 54% apprezza la spontaneità delle relazioni dirette e il 59% rivendica la capacità di divertirsi con cose semplici e tascabili – un dato che sale al 62% tra gli uomini e al 64% tra gli over 40.

Non si tratta solo di nostalgia per ciò che è stato, ma di una vera esigenza e ricerca di equilibrio: per quasi la metà degli italiani (45%) oggi manca la capacità di apprezzare i piccoli gesti quotidiani, il 59% vorrebbe tornare a divertirsi con cose semplici e il 54% rimpiange la leggerezza con cui si viveva il tempo.

Emerge dunque un bisogno di rallentare, di riscoprire quella dimensione “pocket” fatta di piccoli rituali, momenti condivisi e piccole felicità quotidiane. Per molti, infatti, la nostalgia per gli anni ’90 è un modo per rimettere al centro la dimensione umana del tempo, in un presente sempre più digitale.

Rituali pocket: dal gelato ai giochi

Tra i ricordi più vividi legati a quel decennio spiccano quelli della socialità: per il 62% i pomeriggi trascorsi a giocare con gli amici d’infanzia restano un simbolo di spensieratezza, mentre il 54% cita l’andare a prendere il gelato con genitori o nonni come uno dei momenti più felici della propria infanzia: un’abitudine più sentita dai maschi (57%) rispetto alle femmine (51%).

Un rito che, pur cambiando forma, non ha perso significato. Quasi una persona su due (49%) considera oggi il momento del gelato – gustato con figli o amici – tra le abitudini che aiutano a stare meglio, al pari di una passeggiata o di un abbraccio. Un apprezzamento che cresce per la fascia d’età 30-39 anni (51%) e comunque equilbrato tra tutte le generazioni, a conferma che il gelato rimane un piacere capace di mettere d’accordo tutti,

Pur restando un gesto attuale, per molti conserva anche un valore nostalgico: la metà degli italiani sogna di poter rivivere il momento della merenda con lo stesso spirito e la stessa leggerezza di quando erano bambini. Un “effetto nostalgia” che sembra colpire soprattutto le donne (54%) rispetto agli uomini (46%).

Un desiderio che si accompagna al voler ritrovare il tempo e la semplicità dei giochi condivisi (59%) e delle esperienze analogiche (55%).

È il ritorno dei rituali “pocket”: gesti “piccoli”, ma capaci di regalare grandi emozioni.

Gli anni ’90: una mappa di simboli e legami

La “Pocket Generation” si riconosce anche attraverso un mosaico di simboli e oggetti che hanno segnato l’immaginario collettivo degli anni ’90. Tra i più citati emergono il Game Boy (67%), le bambole e i giocattoli iconici come Polly Pocket (55%) e Barbie (63%), ma anche i Tamagotchi (59%) e le Spice Girls (61%).

Questi elementi non sono solo ricordi pop, ma rappresentazioni affettive di un’epoca in cui immaginazione e relazioni familiari convivevano: non a caso, i punti di riferimento più forti degli anni ’90 erano genitori, nonni e fratelli maggiori (46%), insieme ai personaggi dei cartoni animati (60%) e ai pupazzi con cui si giocava (56%).

Sono simboli che raccontano un modo di crescere fatto di contatto, condivisione e presenza: un mondo in miniatura in cui le cose semplici erano anche le più grandi.

Lo sguardo contemporaneo del sociologo

A commentare l’indagine è Saro Trovato, sociologo ed esperto in comunicazioni di massa. “Quello che chiamiamo ‘ritorno agli anni ’90’ è, in realtà, una risposta alla complessità del presente. In un’epoca in cui tutto è immediato e mediato dagli schermi, riscoprire la dimensione ‘pocket’ – fatta di oggetti reali, di rituali condivisi e di semplicità tangibile – rappresenta una forma di equilibrio. La generazione che è cresciuta con Polly Pocket, Game Boy e il gelato del pomeriggio ritrova in questi simboli un modo per riconnettersi con la propria parte più autentica e per trasmettere ai figli un’idea di felicità più concreta e vicina.”

Un’osservazione che trova eco nelle parole di Enrico Destro, AD di Grom: “Da sempre GROM celebra la bellezza delle cose semplici: il gusto autentico di un gelato fatto con ingredienti di origine naturale, ma anche la gioia dei gesti quotidiani. Oggi le persone cercano proprio questo: esperienze vere, condivise, capaci di emozionare. Il gelato, per noi, è da sempre un modo per fermare il tempo e ritrovare il piacere delle cose semplici”.

Note

1 Analisi condotta a novembre 2025 su un campione di 1.200 utenti italiani tra i 20 e i 50 anni, attraverso il monitoraggio e l’analisi in rete di circa 10.000 tra post, commenti e recensioni sui principali canali social, blog e forum.

La scheda sintetica di Grom

 La storia di Grom inizia nel 2003 quando Guido Martinetti e Federico Grom inaugurano la prima gelateria nel centro di Torino, con il sogno di portare a più persone, in tutto il mondo, il puro e autentico gelato italiano.

Oggi Grom è presente in oltre dieci paesi e il suo gelato, realizzato con ingredienti di origine naturale e senza coloranti o aromi, si può trovare nelle gelaterie del brand, nella grande distribuzione, sulle principali piattaforme di consegna a domicilio e in chioschi e corner in alcune delle località più iconiche del Paese.

Da oltre venti anni ogni cosa in Grom è fatta per amore del gusto, per catturarne la parte più pura che la natura ci offre e sorprendere con la sua intensità tutti coloro che assaggiano un cono, una coppetta o una delle golosità preparate con la stessa filosofia.

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