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L’annuncio è stato dato da Angela Ferracci, figlia della storica cuoca Anna Dente scomparsa nel 2020. Spazi espositivi racconteranno la linea temporale e l’evoluzione storica delle donne nelle cucine professionali. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giulia Mancini per La Repubblica.
Il Museo delle donne della ristorazione
ROMA – “Mia mamma, poco prima di venire a mancare nel 2020, mi chiese di fare qualcosa affinché non venisse dimenticata, di spendere il mio impegno per le donne della ristorazione, per premiarle e dare visibilità a tutte le donne della filiera agroalimentare e ristorativa – ha esordito così Angela Ferracci, figlia di Anna Dente e ideatrice del premio internazionale in memoria dell’Ostessa di San Cesareo – Questa premiazione è la prova che una memoria può diventare progetto: non celebriamo soltanto il passato, ma l’impegno quotidiano di queste donne che continuano a far vivere le comunità attraverso il cibo”.
La consegna dei premi si è svolta durante la XII edizione di Excellence Food Innovation, a Roma, ed è stata occasione per annunciare ufficialmente il progetto del Museo delle Donne della Ristorazione – Anna Dente, un archivio e uno spazio di ricerca destinato a conservare strumenti, divise, ricette e memorie delle protagoniste femminili della cucina italiana.
“Il museo conterrà al suo interno diverse testimonianze delle donne cuoche e chef del presente e del passato – racconta la curatrice Diana Babic, premiata lo scorso anno per la sua tesi di laurea all’Università di Parma, nell’ambito di Scienze Gastronomiche – ma soprattutto conterrà una linea cronologica della storia femminile nelle cucine professionali italiane”.
Babic: “Ci saranno anche richiami a donne che hanno lavorato fuori dai confini nazionali, saranno testimonianze scritte, audio e video. Sarà un museo interattivo in modo che i visitatori possano sentire attorno a loro il talento di queste donne, sentire le loro aspirazioni e i loro sogni. Vuole essere anche un’esperienza immersiva, chi entrerà nel museo potrà toccare con mano ma non assaggiare ovviamente”.
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