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Un nuovo studio ricerca rivela come la caffeina alteri l’attività neurale notturna, rallentando i meccanismi di recupero e pulizia cerebrale. E nei giovani, l’effetto è più marcato. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Federico Mereta per il quotidiano Il Sole 24 Ore.
Gli effetti del consumo di caffè durante la notte
MILANO – “No grazie, il caffè mi rende nervoso”. Se prendiamo alla lettera il titolo del famoso film con l’indimenticabile Massimo Troisi e Lello Arena, probabilmente non riusciamo a cogliere le differenze interpersonali legate agli effetti della caffeina come sostanza psicoattiva. Ma soprattutto, diventa difficile capire chi riesce ad assumere il caffè prima di andare a letto e poi riposa saporitamente e chi invece, magari consumano la classica “tazzulella” dopo pranzo, si trova con gli occhi sbarrati a contare le pecorelle a notte fonda.
Un aiuto per comprendere cosa davvero accade al cervello in cerca di riposo e pulizia notturna, fondamentale per il suo benessere, viene ora da una ricerca condotta da esperti dell’Università di Montreal, pubblicata su Nature Communications Biology.
Lo studio mette in luce come e quanto la caffeina possa influire sul sonno e sul recupero cerebrale e fisico legato al riposo, chiarendo inoltre un aspetto: la caffeina, presente non solo nel caffè ma anche in altre bevande (pensate agli energy drink), avrebbe un effetto particolarmente intenso sul sonno dei giovani.
Per loro, l’impatto sul riposo e sul sistema nervoso potrebbe risultare più intenso (pur considerando sempre i numeri limitati dello studio) rispetto a quanto accade negli adulti.
Lo studio, coordinato da Philipp Thölke, Karim Jerbi, e l’esperto di di psicologia del sonno e dell’invecchiamento Julie Carrier, si è basato su dati elettroencefalografici e, con il supporto dell’Intelligenza artificiale, ha valutato l’effetto della caffeina sul sonno.
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