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giovedì 01 Maggio 2025
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Prunella Meschini racconta tutti gli effetti collaterali dei prezzi di Borsa sul settore specialty coffee

L'imprenditrice: "Oggi più che mai, crediamo che il futuro del caffè risieda nella diminuzione della produzione di caffè commerciale e, contemporaneamente, nell’incremento del numero di produttori che decidono di effettuare una transizione da commerciale a specialty, che è l’unico prodotto capace di rispettare maggiormente l’ambiente e le persone che lavorano lungo tutta la filiera."

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LIVORNO – Appena tornata da un viaggio in piantagione in Colombia e dal Producer & Roaster Forum in Honduras, Prunella Meschini, titolare della torrefazione di Livorno Le Piantagioni del Caffè, riflette sull’andamento dei prezzi di Borsa e condivide il suo pensiero, frutto di lunghe conversazioni avute in origine con produttori ed esportatori.

di Prunella Meschini

“Come azienda abbiamo fatto diventare lo specialty coffee la nostra vita e ora crediamo che questo tipo di prodotto debba svincolarsi dalla Borsa e dalle sue fluttuazioni”

“Naturalmente per specialty vogliamo oggi intendere un caffè valutato tale per le sue caratteristiche intrinseche ed estrinseche, secondo quanto stabilito dal Coffee Value Assessment di SCA. Non vogliamo quindi riferirci soltanto al punteggio (cupping score) e all’analisi organolettica perché lo specialty deve essere anche un prodotto quanto più sostenibile possibile, giusto, oltre che buono.”

Le recenti, velocissime, fluttuazioni dei prezzi di Borsa mettono in difficoltà tutti gli attori che costituiscono la filiera del caffè. I consumatori comprano le proprie bevande base-caffè a prezzo fisso e quindi la qualità offertagli, in momenti come questi, spesso si abbassa così da compensare il maggior costo sostenuto per acquistare la materia prima in origine.

I produttori, ogni qualvolta la Borsa è bassa, non guadagnano a sufficienza (se non vendendo specialty coffee) e quando invece la Borsa è alta, spesso disinvestono sulla qualità e sulla conseguente creazione di valore. Gli intermediari, tra cui i torrefattori, si trovano a gestire una tempesta di costi variabili che, a monte (produttori) e a valle (consumatori), è ancorata invece a prezzi fissi.

Lo specialty coffee differisce oggettivamente dai caffè commerciali, sia per contenuto valoriale che per profilo organolettico. Nonostante questo il suo prezzo è ancora, quantomeno in gran parte, correlato agli andamenti della Borsa.

Noi siamo convinti che se il mondo dello specialty si svincolasse dalla Borsa, gli attori della catena del valore del caffè di qualità potrebbero creare, tra loro, relazioni solide, durature, basate sulla commercializzazione del prodotto caffè fisico e non legate ad un titolo di Borsa, il cui valore è influenzato da stressanti dinamiche finanziarie.

Svincolare i caffè di qualità dall’andamento della Borsa presuppone un cambio di mentalità da parte di tutta la catena del valore dello specialty a partire dal fatto che, oggi, il produttore si concentra sulla Borsa prima che sul valore del suo prodotto, perché è sulla Borsa che, da sempre, vende il suo caffè, l’esportatore e l’importatore vivono di hedging (strategia di gestione del rischio utilizzata da trader per proteggersi da movimenti di mercato sfavorevoli) perché concentrati su interpretare e gestire i movimenti di borsa, il torrefattore che vende specialty non riesce creare sufficiente consapevolezza nel proprio cliente, poiché assorbito dalle dinamiche di variazione di prezzo del caffè verde; il consumatore non sa qual è il reale motivo per cui il caffè non può essere un prodotto economico e questo accade perché nessun attore a monte è sufficientemente concentrato sul fargli percepire il valore del caffè.

Un cambio di mentalità che riteniamo necessario poiché volto a garantire un futuro equo a tutta la catena del valore dello specialty coffee.”

Meschini: “Un cambio di mentalità che seppur complesso, ritengo essere quantomeno pensabile, tant’è che sto avendo conversazioni sul tema con produttori con cui già lavoriamo.”

“E così nel mentre alcuni produttori e/o esportatori capaci di accogliere questo punto di vista cominciano a vagliare quest’ipotesi, noi torrefattori di specialty dobbiamo imparare a comunicare il valore del caffè al consumatore finale, affinché egli diventi consapevole di cosa sta bevendo e di conseguenza sia disposto a pagare un prezzo realmente equo per tutti.

E’ importante che il consumatore capisca che lo specialty coffee, prima ancora di essere un prodotto affascinante di cui noi appassionati ci innamoriamo, rappresenta, per i produttori, una fonte di sostentamento.

Rispetto al caffè commerciale, lo specialty ha un maggior valore che permette ai produttori di spuntare un prezzo di vendita più remunerativo. Ma se questo maggior prezzo non viene effettivamente riconosciuto a causa delle dinamiche finanziarie che caratterizzano la Borsa, i produttori tendono a disinvestire sul caffè di qualità, ripiegando sulla produzione di caffè commerciale che è meno costoso (in termini di costi di produzione) ma è altresì poco rispettoso dell’ambiente.

Quindi scrolliamoci di dosso un po’ del nerdismo che caratterizza il nostro amato mondo specialty e crea, seppur senza dolo, distanza tra produttore e consumatore. Alleniamoci ad avvicinare il produttore al consumatore parlando di quanto sia magico il mondo dello specialty ma anche discutendo di prezzi, motivandone le variazioni non solo sulla base delle fluttuazione di Borsa ma, soprattutto, come conseguenza di fenomeni concreti.

Come, ad esempio, l’incremento di consumo da parte di paesi storicamente non consumatori (esempio: Cina e India) e il cambiamento climatico con i suoi devastanti effetti sulla produzione di caffè…effetti che, purtroppo, ho toccato con mano fin troppe volte negli ultimi anni.

Prunella Meschini dialoga con uni farmers durante un cupping (foto concessa)

Perchè, oggi più che mai, crediamo che il futuro del caffè risieda nella diminuzione della produzione di caffè commerciale e, contemporaneamente, nell’incremento del numero di produttori che decidono di effettuare una transizione da commerciale a specialty, che è l’unico prodotto capace di rispettare maggiormente l’ambiente e le persone che lavorano lungo tutta la filiera.

Per far sì che questo avvenga, è necessario che il maggior valore correlato allo specialty coffee sia riconosciuto e compreso dal consumatore. È necessario che i bisogni di tutta la filiera dello specialty coffee vengano rispettati e questo è fattibile solo se il prodotto specialty comincia ad essere trattato al di fuori dei meccanismi di Borsa che regolano lo scambio del caffè commerciale.”

Prunella Meschini

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