sabato 04 Maggio 2024
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PRIMA COLAZIONE – Il cappuccino protestante

Ingredienti: orzo (solubile o per moka), latte d’avena (oppure di riso), malto di cereali (optional)

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Il cappuccino italiano se lo vengono a sorbire da ogni parte del mondo. E’ proprio gustoso per i più. Però, è malamente digeribile, pieno di grassi animali (latte) e di

latte e deminiacozucchero, il quale i grassi ce li fa fabbricare quando entra nell’organismo. Caffè, zucchero, latte schiumoso. E’ un modo di fare colazione che per gli italiani è proprio insostituibile.

La quasi integralità della popolazione dice che non può iniziare la giornata senza carburarsi in questo modo godereccio o con variazioni sul tema del caffellatte. Non si tratta di alimenti innocui. Devo ammettere che ne ho bevuti tanti in vita mia. Ma mi generavano sempre più fastidi.

In seguito, sono passato al caffè macchiato, appena sveglio, con una perpetuazione di un paio di volte al giorno del semplice espresso, al bar più che a casa, con amici e colleghi più che da solo. Ma anche il buon caffè creava qualche problema.

Ormai da tantissimi anni, non bevo più il cappuccino e lascio il caffè a momenti particolari e infrequenti.

Di contro, ho trovato una gradevolissima e sana strada per la bevanda della colazione mattutina. Che alterno al tè Bancha, al Té Mu e ad altro ancora. Il “cappuccino ortodosso” era pesante e neppure così gustoso perciò l’ho battezzata il “cappuccino protestante”, per ovvie ragioni di presa di distanza da quello conosciuto universalmente.

Non considero comunque, la versione protestante, un surrogato della bevanda più nota al mondo. I succedanei danno sempre un senso di frustrazione, perché nella mente vengono vissuti connaturati con un divieto di assumere il prodotto che sostituiscono, quasi sempre per questioni di salute o di scarsità di questo.

Durante l’ultima guerra i nostri vecchi hanno bevuto l’orzo tostato invece del caffè che era irreperibile. In conseguenza la voglia del caffè vero crebbe a dismisura nel periodo. Anche oggi, chi prende il “caffè d’orzo” lo fa spesso con animo rassegnato perché gli è stato vietato (o si è vietato) quello vero.

La strada per arrivare a bevande altre, però, dovrebbe essere sgombra da divieti e warning. Il “cappuccino protestante” che mi gusto la mattina non è un succedaneo, è una bevanda calda e salutare che desidero direttamente, senza intermediari e che non ha precedenti tappe vietate, ma è solo un dolce momento a se stante.

Veniamo alla composizione, davvero elementare. Esistono differenti caffè d’orzo. Preferisco quelli biologici e tra essi uno in particolare, lo Yannoh, perché è più ricco e saporito (e costa purtroppo parecchio di più): è un composto di segale, cicoria, orzo e ghiande.

L’ha inventato George Ohsawa. Si trova sia solubile che per caffettiera. Per prepararmi il cappuccino protestante uso queste dosi. Prima, riempio la mia tazza per tre quarti di caffè d’orzo bollente e, poi, per un quarto di latte d’avena caldo. Sì, avete letto bene.

L’avena si compra nei negozi biologici, sia in chicco che in latte. L’avena è quel cereale, più dolce degli altri, che si dà ai cavalli di razza per mantenerli in forma.

Quindi non solo è gradevole come sapore ma è anche rinforzante, tanto di più del latte vaccino. Se non la trovate sostituite con latte di riso. Non aggiungo dolcificanti perché – a mio parere – il mix è perfetto. Ma se proprio volete dolcificarlo maggiormente aggiungeteci un cucchiaino di malto di cereali (di riso, di orzo, di mais), ma non rovinatelo con lo zucchero, neanche di canna e tantomeno con il saccarosio, ve ne prego. Se vi piace la schiuma, ci sono le attrezzature indicate all’uopo: il gusto ne verrà esaltato.

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