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Torino vuole l’Igp per il gianduiotto: la tutela avrebbe salvato la Pernigotti

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TORINO — Torino vuole l’Igp per il gianduiotto. Un’idea nata negli anni novanta e successivamente archiviata, che ora riprende quota, anche alla luce della partecipazione dei cioccolatieri della città piemontese al Cluster del Cioccolato dell’Expo di Milano del 2015. Leggiamo i dettagli dell’iniziativa dal sito Moleventiquattro.

Il marchio Igp (Indicazione Geografica Protetta), attribuito dall’Unione Europea a tutti quei prodotti alimentari per i quali una determinata qualità e la reputazione dipende dall’origine geografica.

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È una garanzia, oltre ad essere un riconoscimento che renderebbe complicato produrre il gianduiotto lontano dal Piemonte.

Per fare un esempio, il marchio Igp avrebbe salvato la produzione della Pernigotti di Novi Ligure.

L’iter per il riconoscimento di questo marchio non sarà facile, ma porterà sicuramente importanti vantaggi.

I produttori piemontesi, però, sono incoraggiati dal successo dei produttori di Modica. Che, dopo 15 anni di lavori, hanno ottenuto il riconoscimento del primo cioccolato Igp al mondo.

Nel 2012 il cioccolato è stato inserito nell’elenco dei prodotti di qualità dell’UE in seguito ad una lunga opera di lobby.

I sostenitori del progetto

A sostenere il progetto per il gianduiotto Igp sono un trentina di artigiani del cioccolato piemontese, con in testa Guido Castagna e Guido Gobino. Ma anche alcuni produttori di materie, come le nocciole delle Langhe, e la Camera di Commercio.

Così, dopo 3 anni di anni lavoro, si è lanciato un comitato per l’Igp al gianduiotto, sostenuto dall’Università di Torino, dalla Scuola di Economia e dal Dipartimento di Agraria.

Quest’ultimo è già al lavoro per lo studio degli ingredienti per poter redigere un disciplinare entro una anno.
Si tratta di un protocollo dove saranno inserite tutte le caratteristiche del gianduiotto, dalla forma alla qualità, dagli ingredienti da utilizzare fino ai diversi metodi di lavorazione da certificare.

I prossimi step dell’iter del riconoscimento Igp prevedono il via libera dal Governo di Roma, per poi passare a Bruxelles, dove gli esperti dell’Unione Europea dovranno valutare la validità della richiesta.

Dunque, un’altra eccellenza tipicamente piemontese come il gianduiotto potrebbe ottenere il marchio Igp.

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