giovedì 11 Aprile 2024
  • CIMBALI M2
  • Triestespresso

Scrive Gabriele Degli Esposti* Caffè predosato: Proviamo a parlare delle capsule Ma, per una volta, non partendo dalle confezionatrici

Da leggere

Water and more
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

Scrive Gabriele Degli Esposti*

Le note che seguono vogliono essere un contributo allo stato della conoscenza del settore. Con questi appunti vorrei portare la mia esperienza di profano del mondo del caffé.

Triestespresso

Il mio recente inserimento in questo settore è avvenuto per via di un progetto innovativo sul confezionamento capsule da parte di una multinazionale produttrice di macchine.

Nello sviluppo del progetto, verificai che le possibilità per confezionare il caffé in polvere potevano essere ampliate, rispetto all’attuale stato dell’arte.

Oggi potrei riepilogare le seguenti tecnologie per il confezionamento capsula.

1. Coppetta contenitiva in polpa di cellulosa sinterizzata con un film lato prodotto in Pet o simili bi accoppiato di non oltre 17 micron, tecnologia validata dal Fad

2. Coppetta contenitiva in polpa di cellulosa sinterizzata con un polimero in massa (non oltre il 3%) tecnologia validata dal FDA

3. Coppetta in PP e relativo coperchietto

4. Coppetta in PP con coperchio in carta filtro

5. Coppetta in PP con coperchio in film bi accoppiato microforato unidirezionale

6. Coppetta in PLA polimero biodegradabile potenzialmente eseguibile nelle versioni 3-4- 5- di cui sopra

7. Coppetta termoformata in vari tip idi materiali

8. Coppetta in foglio di alluminio imbutito

9. Corpo cilindrico formato in cartoncino con carta filtro sul fondo e sul coperchio.

Ovviamente le versioni di cui sopra possono essere utilizzate in varie combinazioni.

Chi progetta e costruisce macchine automatiche per confezionamento, ha di fronte una serie di possibilità, che difficilmente portano alla migliore caratteristica di una vera machina automatica: il cambio formato.

In realtà la tecnologia della capsula pare essere una tecnologia di processo piuttosto che di confezionamento.

Nella teoria bolognese della macchina confezionatrice automatica, il cambio formato ha rappresentato quel di più che abbiamo avuto rispetto agli altri, quella capacità di essere flessibili che ci ha contraddistinto per decenni sui mercati.

Da tecnico (meccanico) mi sono trovato spaesato in questo mondo di capsule e cialde, così legato a dei parametri di esperienza ed alle caffettiere elettriche il cui risultato è il sapore e non un processo meccanico.

Perciò ho cercato misure, parametri, strumenti di misura e metodi certi, letteratura di merito eccetera.

Il risultato è che ho ricominciato da capo, dal materiale.

Polpa di cellulosa sinterizzata

Oggi la polpa di cellulosa è usata per fare coppette che contengono alimenti come zuppe, latticini, prodotti freschi da banco.

Questo materiale sopporta forti sbalzi termici, può passare dalla surgelazione, al forno per arrivare ad elevate temperature, per poi essere messo in tavola.

Con il vantaggio di avere sempre il medesimo contenitore.

Questo materiale è sinterizzato quindi si fora di utensile, non fa bave e non rilascia truciolo.

Potrebbe essere un buon materiale per un prodotto filtro moka, pieno di caffé pronto all’uso, cioè il monodose per moka.

Alcune prove hanno dato esiti incoraggianti ma c’è ancora da lavorarci sopra.

Della tecnologia Fap in PP si conoscono ormai i dettagli e può solo perfezionarsi perché i miglioramenti li ha già avuti nelle numerose esperienze di anni di produzione.

Mentre, la tecnologia Fap in Pla deve ancora trovare un avvio di massa.

L’utilizzo di questo materiale, un polimero ottenuto dalla pannocchia del mais, deve ancora trovare le applicazioni pratiche nel confezionamento capsule.

Certamente è un’opportunità tecnologica, che prima o poi, dovrà portare un contributo allo smaltimento non separato, tra polvere di caffè esausto e la capsula di contenimento.

Coppetta termoformata

Questa tecnologia è nota da tempo ma solo recentemente è stata introdotta nel confezionamento nella capsula del caffé.

Il materiale può essere un sandwich con vari strati e di varia natura, così come potrebbe essere un PLA, magari con qualche film barriera microstirato in superficie di contatto.

Per chi fa la macchina termoformatice, la macinatura ed il dosaggio del caffè, sono meno critici che per gli altri tipi di confezionamento.

La coppetta in foglio di alluminio imbutito è una tecnologia nota da anni e di cui si conoscono i dettagli, quindi per chi fa la macchina di confezionamento, questa tecnologia è ben sfruttabile.

L’ultima tecnologia sopra elencata è la capsula totalmente in carta con corpo cilindrico in un cartoncino e fondo e coperchio con carta filtro. Questa tecnologia è rimasta relegata all’orzo.

Gestire un nuovo progetto per tutta la filiera che origina un espresso, dal verde al monodose, è complesso.

Tale progetto potrebbe essere gestito con tecniche di Project Management, perché coinvolge discipline, esperienze e risorse di differente conoscenza.

Tuttavia, il risultato di un progetto di tale tenore, potrebbe essere fortemente innovativo e generare un nuovo stato dell’arte del settore.

Una volta scelto il tipo di capsula, progettare una macchina flessibile e con cambio formato resta complicato e costoso per una produzione massificata.

Una macchina semplice e di basso costo, potrebbe interessare la fascia di potenziali clienti che utilizzano il confezionamento a bassa velocità, con costi abbordabili e con macchinari semplici da gestire.

Una tecnologia un po’ spartana, ma affidabile, l’utilitaria della situazione, di basso costo.

Una macchina progettata con specifiche italiane e di produzione Europa Est o Far East per contenere i prezzi.

Questa è la proposta di Kisstech, macchine composte da gruppi standard prodotti a magazzino ma montate su specifiche stabilite col cliente.

La base standardizzata ci consente di affrontare il confezionamento sia in semiautomatico che in automatico a basse e medie velocità (fino a 40 o 60 cpm) con una flessibilità unica.

Alla base della progettazione resta la scelta del cliente, cioè la capsula, le sue dimensioni ed il relativo contenuto ed anche il confezionamento secondario di fine linea, per non parlare della macinatura.

Partiamo dalla capsula per fare il resto, non dalla macchina per fare la capsula, la differenza è il risultato finale.

Gabriele Degli Esposti*

*Gabriele Degli Esposti è Amministratore delegato della Kisstech srl di Bologna Info: tel. +39 339 3259176; sito: www.kisstechsrl.com ; E mail: gdegliesposti@tele2.it

CIMBALI M2
  • LF Repa
  • Dalla Corte

Ultime Notizie

  • TME Cialdy Evo
Carte Dozio
Mumac