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Giancarlo Samaritani, noto come divulgatore alle origini della filiera caffeicola insieme a sua moglie, fotografa, Silvia Minella, torna su queste pagine con un resoconto del percorso di formazione avvenuto nella regione del Cauca, in Colombia, insieme a Andrej Godina (ne abbiamo parlato qui). Il viaggio è stato parte del programma Bristot Coffee Academy, marchio di Procaffè. Leggiamo di seguito le considerazioni di Samaritani.
Il viaggio in Colombia nella regione del Cauca
di Giancarlo Samaritani
MILANO – Il viaggio in Colombia, nella regione del Cauca, è stato un vero e proprio coffee campus organizzato da me (@INVIAGGIOCOLMERCANTE) e Andrej Godina per il team internazionale della Bristot Coffee Academy, che ha rappresentato un’opportunità straordinaria per scoprire da vicino la produzione di caffè colombiano e in particolare il suo impatto sociale. Una settimana intensa, carica di assaggi, scambi tecnici e incontri umani, che ha coinvolto un gruppo internazionale di 12 partecipanti provenienti da Egitto, Slovacchia, Stati Uniti, Russia, Serbia e Grecia, guidati dal Direttore della Academy di Bristot Simone Rubin.
Grazie al prezioso supporto della Federación Nacional de Cafeteros de Colombia (FNC) e del Comitato dei Cafeteros del Cauca, abbiamo potuto immergerci in un ecosistema produttivo che coniuga eccellenza agronomica, storia e resilienza.

La FNC è oggi una delle organizzazioni di produttori più influenti al mondo e lavora quotidianamente per migliorare le condizioni di vita delle oltre 540.000 famiglie coinvolte nella produzione del caffè. Il suo modello è un esempio concreto di come il caffè possa essere motore di sviluppo economico, sostenibilità e inclusione.
Durante il viaggio è emerso con forza il ruolo centrale che il caffè gioca nella rigenerazione sociale del Cauca. Un tempo segnato dalla coltivazione illegale della coca e da decenni di guerriglia, oggi il territorio vive una fase di profondo cambiamento, grazie anche agli accordi di pace firmati negli ultimi anni.
In questo contesto, il caffè ha assunto un valore simbolico e strategico, diventando strumento di riconversione produttiva, formazione tecnica e riscatto sociale per le famiglie e coesione sociale.

L’esperienza del coffee campus si è aperta a Popayán, capitale culturale della regione, dove abbiamo incontrato i rappresentanti del Comitato del Cauca e delle cooperative locali. Attraverso il dialogo diretto con produttori e tecnici, abbiamo approfondito i principali temi legati alla sostenibilità agricola, alla qualità in tazza, all’agricoltura biologica e alle strategie di mercato per il caffè specialty.
Le numerose sessioni di cupping ci hanno permesso di individuare le differenze di flavore delle diverse regioni di produzione del Cauca che sono accumunate da un’acidità brillante, un corpo medio e da aromi quali le note floreali e fruttate, di cioccolato fondente e zucchero moscovado.

Le visite ai centri di lavorazione del caffè ci hanno offerto una panoramica completa del processo post-raccolta: dal “beneficio umido o wet mill” alla selezione manuale dei chicchi, passando per l’essiccazione e lo stoccaggio in condizioni controllate.
Vedere e toccare con mano ogni passaggio ha permesso ai partecipanti di comprendere la connessione tra pratica agricola, tecniche di processamento e qualità finale in tazza. L’elevata cura nella selezione dei chicchi destinati all’export testimonia l’altissimo livello raggiunto da molte cooperative locali.
Camminare tra le piantagioni, partecipare alla raccolta selettiva dei frutti maturi e osservare le tecniche di coltivazione adottate dai piccoli produttori ha reso tangibile il legame profondo tra caffè, territorio e comunità. In molte delle aziende visitate, l’approccio è agro-ecologico e spesso orientato al turismo rurale, con famiglie che aprono le loro porte ai visitatori.

Particolarmente toccanti sono state alcune visite ai progetti sociali sostenuti dalla FNC, tra cui spicca “l’Associación de Mujeres Caficultoras de Pescador”, che promuove il ruolo delle donne nella filiera del caffè. L’AMCAPEC è una cooperativa femminile fondata da un gruppo di donne caficultoras con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle sue socie attraverso la coltivazione e la commercializzazione del caffè, promuovendo al contempo l’empowerment femminile e lo sviluppo sostenibile nella regione.
L’associazione opera principalmente nel municipio di Caldono, una zona che ha affrontato sfide significative legate al conflitto armato e alla coltivazione illegale della coca. Le donne dell’associazione hanno trasformato queste difficoltà in opportunità, utilizzando il caffè come strumento di pace e progresso sociale.

Attraverso il loro lavoro non solo si produce caffè di eccellenza, ma si contribuisce anche alla realizzazione di una società più equa e resiliente, dimostrando come l’agricoltura possa essere un potente strumento di trasformazione sociale.
Un altro bellissimo progetto che abbiamo visitato è “Un Grano Para la Paz”, un’iniziativa comunitaria nata nel municipio di Caldono, con l’obiettivo di trasformare il caffè in un motore di pace, sviluppo economico e coesione sociale a seguito di tanti anni di conflitto armato. Infatti Caldono ha vissuto decenni di violenza, con oltre 240 incursioni armate registrate, posizionandosi come uno dei municipi più colpiti del paese.

In risposta a questa realtà, circa 42 produttori di caffè, tra cui campesinos e membri delle comunità indigene Nasa e Misak, si sono uniti per formare l’Asociación Centro Regional de Calidad, Capacitación y Agronegocios de Cafés Especiales de Caldono, conosciuta come “Un Grano Para la Paz”.
L’associazione si dedica alla produzione di caffè di alta qualità, offrendo servizi come classificazione della qualità del caffè, formazione tecnica e supporto nella commercializzazione.
Con il sostegno di programmi come i Programas de Desarrollo con Enfoque Territorial (PDET) e la collaborazione di enti come la FAO, l’Agencia de Renovación del Territorio (ART) e la Federación Nacional de Cafeteros (FNC), l’associazione ha potenziato la catena del valore del caffè nella regione. Il centro dispone di un laboratorio per la valutazione della qualità del caffè, dove si svolgono sessioni di cupping e formazione per produttori, giovani e donne, promuovendo l’empowerment femminile e l’inclusione dei giovani nella filiera del caffè.
Grazie alla qualità del caffè prodotto di categoria Specialty e all’impegno comunitario, Un Grano Para la Paz ha ottenuto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, lavorando per la commercializzazione dei suoi caffè, consolidando la pace e lo sviluppo sostenibile nella regione attraverso la valorizzazione del caffè come simbolo di resilienza e speranza.

Un progetto legato all’educazione dei giovani ci ha particolarmente colpito, trattasi della “Escuela y Café”, un’iniziativa educativa che coinvolge bambini e adolescenti dai 9 ai 17 anni nella produzione del caffè. L’obiettivo principale è promuovere il ricambio generazionale nella caficultura, integrando l’educazione scolastica con attività pratiche legate alla coltivazione del caffè.
Il programma fornisce ai giovani competenze tecniche e imprenditoriali attraverso l’implementazione di Progetti Pedagogici Produttivi (PPP) che permettono agli studenti di apprendere direttamente sul campo tutto ciò che serve per gestire un’azienda agricola, coinvolgendo anche le famiglie e le comunità locali. A ciascun studente vengono forniti alla prima iscrizione 1000 alberi di caffè da piantare a casa in una piccola porzione di terreno, con l’aiuto dei genitori.

Durante gli anni di studio gli alunni devono gestire e coltivare il loro proprio caffè e al momento della raccolta il progetto assicura l’acquisto a un prezzo giusto. Il ricavato delle vendite sarà utilizzato dalle famiglie per finanziare il proseguo degli studi. Le attività a scuola includono la creazione di vivai, la semina, la cura delle piante e la raccolta del caffè, assieme alla promozione della sicurezza alimentare attraverso l’installazione di orti scolastici.
Dal suo inizio, Escuela y Café ha coinvolto oltre 16.000 studenti in 55 istituzioni educative rurali del Cauca, portando all’installazione di migliaia di PPP, fornendo agli studenti strumenti concreti per migliorare le loro competenze e contribuire allo sviluppo delle loro comunità. Il progetto è sostenuto dalla Federación Nacional de Cafeteros de Colombia (FNC), dal Comitato dei Cafeteros del Cauca e dalla Gobernación del Cauca. Queste istituzioni collaborano per fornire risorse, formazione e supporto tecnico, garantendo la continuità e l’efficacia del programma.
La Escuela y Café rappresenta un modello innovativo di educazione rurale che integra l’apprendimento scolastico con la pratica agricola, promuovendo lo sviluppo sostenibile e il benessere delle comunità nel Cauca. Attraverso l’empowerment dei giovani, il programma contribuisce a garantire un futuro prospero per la caficultura colombiana.
Questo viaggio formativo è stato pensato non solo come esperienza culturale e tecnica, ma come un modello replicabile di team building internazionale che può essere offerto ai torrefattori e operatori del settore che desiderano creare una connessione diretta con i paesi di origine del caffè.
Le attività proposte – dalle sessioni di assaggio agli incontri con le cooperative, dalle lezioni tecniche alle esperienze sul campo – permettono di trasferire know-how e generare una nuova consapevolezza di filiera. Con Andrej Godina organizziamo questi viaggi con l’obiettivo di creare relazioni autentiche tra produttori e torrefattori, rafforzare la cultura del caffè di qualità e contribuire alla valorizzazione di territori che, come il Cauca, hanno scelto il caffè come via per la riconversione sociale”.
Giancarlo Samaritani