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MILANO – Nuove stime sulla produzione e sui consumi, pubblicate dall’Ico, gettano una luce diversa sull’andamento dei mercati dimostrando – se prestiamo fede alle statistiche dell’Organizzazione – che gli elevatissimi prezzi attuali non nascono soltanto dalla speculazione, ma innanzitutto da un pluriennale deficit di offerta.
Questa la conclusione più importante che possiamo trarre leggendo tra le pieghe del report mensile diffuso dall’Ico nel pomeriggio di ieri, lunedì 10 novembre 2025, che ha portato alcuni importanti aggiornamenti statistici.
Ma andiamo con ordine: ottobre ha visto i prezzi complessivamente in lieve ripresa. La media mensile dell’indicatore composto è risalita a 326,38 centesimi (+0,5%): il livello più elevato dall’inizio dell’estate, ma sempre al di sotto dei picchi storici di febbraio.
Variazioni nell’ordine della frazione di punto percentuale per gli arabica: pressoché invariati i colombiani dolci (-0,1%), in ripresa gli altri dolci (+0,9%), in lieve calo i brasiliani naturali (-0,4%). La media mensile dei robusta registra invece un incremento del 2%.
Stabile New York (-0,1%), mentre l’indicatore di Londra cresce del 2,3%. La media giornaliera è oscillata tra un minimo di 314,68 centesimi, il 10 ottobre, e un massimo di 344,77 centesimi, il 22 ottobre.
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