mercoledì 01 Maggio 2024
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La nuova frontiera del marketing sarà tra le stelle con la pubblicità spaziale

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MILANO – Il caffè era già finito nello spazio. E adesso la promessa è quella di tornarci per fare un po’ di pubblicità. Ebbene sì: il futuro del marketing si gioca nel cielo e toglie il respiro, in tutti i sensi, data l’assenza di gravità. I cartelloni per la pubblicità nello spazio sono praticamente una realtà, grazie al lavoro innovativo della startup russa StartRocket. Il progetto si chiama CubeSat e ne leggiamo nel dettaglio dall’articolo di Gabriella Rocco su thenexttech.startupitalia.eu.

Pubblicità nello spazio, la nuova frontiera del caffè

Chissà se in un futuro non tanto lontano insieme alle stelle, vedremo brillare nel cielo notturno i loghi dei marchi più potenti del mondo? E’ quello su cui sta lavorando la startup russa StartRocket: usare sciami di minuscoli satelliti che riflettono la luce per creare enormi cartelloni pubblicitari nello spazio.

Rappresentazioni grafiche create da un vero e proprio display orbitale

Che verrà messo in orbita entro il 2020 e reso operativo a partire dal 2021. La struttura composta da un agglomerato di cubetti video orbitanti viaggeranno in orbita ad un’altitudine tra 400 e 500 chilometri. E così saranno visibili per circa sei minuti alla volta per un’area di 50 km2.

Secondo il responsabile del progetto Vlad Sitnikov

“Siamo governati da marchi ed eventi. Il Super Bowl, la Coca Cola, la Brexit, le Olimpiadi, la Mercedes, la FIFA, Supreme e il muro messicano. L’economia è il sistema sanguigno della società. L’intrattenimento e la pubblicità stanno al centro. Vivremo nello spazio e l’umanità inizierà a portare la sua cultura nello spazio. I pionieri più esperti lo renderanno migliore per tutti”.

Il progetto CubeSat

StartRocket promette che lancerà quello che chiama il primo display orbitale, la prima matrice di CubeSat, entro il 2020. E inizierà a mostrare annunci pubblicitari nel cielo notturno entro il 2021. I suoi cubetti navigheranno in orbita ad un’altitudine tra 400 e 500 chilometri.

Inoltre, saranno visibili solo da terra per circa sei minuti ad ogni sessione di display. Ciascuno dei satelliti sarà dotato di una vela riflettente di circa 9 metri di diametro. La luce del sole si rifletterà sulle vele per formare parole o loghi luminosi. L’azienda non ha però ancora rivelato dettagli su quale razzo porterà i satelliti in orbita.

Randy Segal, un avvocato specializzato in diritto spaziale e satellitare presso la ditta Hogan Lovells, ha dichiarato che il progetto potrebbe essere tecnicamente fattibile. Ma che StartRocket potrebbe imbattersi in ostacoli normativi in ​​tutto il mondo.

La principale sfida normativa che la compagnia potrebbe dover affrontare sarebbe se i suoi satelliti interferissero con la sicurezza aerea. Il concetto non è però senza precedenti, ha sottolineato Segal. Infatti, una startup giapponese ha in programma di lanciare un paio di microsatelliti che lanceranno stelle cadenti artificiali a comando.

Sfrutterà l’energia prodotta dal Sole

Questo nuovo sistema di pubblicità nello spazio sfrutterà l’energia prodotta dal Sole, immagazzinata precedentemente durante il transito nella fase di luce. Le modalità d’impiego del disco orbitale permetteranno alle aziende di trasmettere diverse tipologie di annunci pubblicitari e messaggi mirati. Inoltre, potranno essere impiegati anche dagli enti governativi in caso di calamità e stati d’emergenza avanzati.

E per quanto riguarda i costi di questa imponente operazione che unisce alta ingegneria e creatività pubblicitaria, Startrocket sta definendo un piano di monetizzazione basato su un articolato modello CPM (Costo per Mille Impression).

La sicurezza satellitare

Per ciò che riguarda la sicurezza satellitare per evitare scontri con altri oggetti in orbita, secondo Patrick Seitzer, professore di astronomia all’Università del Michigan, afferma “Ci sono oltre 20mila oggetti in orbita. Annoverati nel registro ufficiale gestito dall’Aeronautica statunitense.

Meno del 10% di questi oggetti sono satelliti attivi, il resto sono satelliti morti, vecchi corpi di razzi e parti di veicoli spaziali”. La compagnia di Sitnikov però ha una risposta anche a questo: “La vita limitata dei CubeSat è dovuta proprio alla loro orbita, che andrebbe a modificarsi nel tempo fino a farli precipitare verso la Terra. Bruciando (si spera) nell’atmosfera.”

Secondo John Crassidis, professore di ingegneria meccanica e aerospaziale all’Università di Buffalo

Incrementare il numero degli satelliti attualmente in circolo nello spazio (sono già 1400) rischierebbe di aumentare le probabilità di collisione e il volume di spazzatura spaziale. L’esperta di giurisprudenza spaziale Joanne Gabrynowicz, professoressa emerita dell’Università del Mississippi a Oxford, ha spiegato a che StartRocket dovrà probabilmente affrontare una forte opposizione da parte dell’astronomia e della comunità scientifica. Gabrynowicz ha spiegato che la luce riflessa degli annunci potrebbe interferire con la ricerca sui cieli della Terra.

Infine, una domanda sorge spontanea: sarà etico inquinare un bel cielo stellato con messaggi pubblicitari?

“Stiamo iniziando a considerare lo spazio un posto in cui vivere e portare la nostra cultura, quindi perché non sfruttarlo per la pubblicità?” questo il punto di vista di Vlad Sitnikov, che difende strenuamente il suo progetto.

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