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La pausa per il caffè: ecco perché fa bene al lavoro e ci aiuta a rimanere più concentrati

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MILANO — La canonica pausa caffè durante il lavoro fa bene al lavoro. Dei brevi break nel corso della giornata lavorativa sono infatti fisiologicamente necessari per recuperare le energie e mantenere alto il livello di concentrazione. Ma quali sono i diversivi più diffusi nei posti di lavoro, quando si tratta di staccare qualche minuto per rilassarsi?

Secondo un’indagine Regus, ripresa in un articolo del Sole 24 ore, la cosiddetta “pausa caffè” rappresenta in Italia, ma anche negli altri paesi, un vero must. Se la concede il 29% degli intervistati italiani, a fronte di una media globale del 28% media globale.

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Anche piccole passeggiate (all’interno o all’esterno degli uffici) costituiscono un’attività fisica valida per sgranchirsi un po’ le gambe dopo essere rimasti seduti alla scrivania per molto tempo.

Questa attività è più frequente all’estero (24% media globale, 21% Italia). A seguire, il cambio di attività, passando a svolgere altri impegni e incombenze per poi riprendere (17% Italia, 14% globale). O ancora avere delle brevi conversazioni con i colleghi (14% Italia, 11% media globale). Un ulteriore momento di svago o relax può essere infine guardare le notizie o navigare in rete (11% Italia e media globale).

Quanto dura la capacità di concentrarsi?

Il tempo durante il quale si riesce a mantenere la concentrazione svolge un ruolo fondamentale nel determinare la produttività delle persone durante l’attività lavorativa.

Agli intervistati è stato chiesto di stimare il tempo medio nel quale mantengono ininterrotta la loro concentrazione; ipotizzando di operare in un ambiente senza fattori di distrazione esterni.

La media globale raggiunge circa il 70% entro le tre ore ed è abbastanza omogenea tra i vari paesi (4% meno di un’ora, 31% tra una e due ore, 34% tra le due e le tre ore), solo un 30% dichiara di riuscire a rimanere concentrato sul lavoro senza interrompersi oltre le tre ore.

Così cambia l’approccio al lavoro

«Diversi indicatori e ricerche – spiega Mauro Mordini, country manager di Regus in Italia – evidenziano che, a seguito delle nuove tecnologie e alle connessioni di rete, l’approccio al lavoro, inteso come ufficio e orario tradizionale, sta cambiando rapidamente». «Pertanto, manager e professionisti -fa notare- si trovano ad essere sempre più connessi e operativi riuscendo a lavorare in modo flessibile da remoto e quando ne hanno la necessità, indipendentemente dal luogo dove si trovano. Il nostro network globale di business center consente loro di poter operare in luoghi professionali e riservati sfruttando al massimo tutti i benefici di incremento della produttività offerto dalle nuove tecnologie».

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