giovedì 02 Maggio 2024
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Palette da caffè: la soluzione green di ditta bresciana “Abbiamo bisogno di anno”

Carta rivestita di quarzo: la soluzione è di un’azienda bresciana. Ma il 97% del prodotto sul mercato è in plastica e il settore non ha ancora trovato una soluzione applicabile su larga scala. Confida: “Dateci un altro anno di tempo”

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BRESCIA – Il problema della plastica monouso in tutte le sue declinazioni produttive non si è ancora risolto e apparentemente continua a provocare disaccordo tra le realtà industriali: da poco abbiamo comunicato le ultime novità determinate dalla direttiva europea in materia, che non è stata ben accolta in Italia. In particolar modo ci sono degli articoli difficilmente convertibili con tempistiche così ristrette, come le palette da caffè nei distributori automatici. Delle soluzioni ci sarebbero, ma è necessario dare del tempo. Leggiamo l’articolo di Federico Formica su repubblica.it.

Palette da caffè: una conversione che richiede più tempo

La battaglia sulla plastica monouso è cominciata e non sembra destinata a finire in pochi giorni. Da una parte Unione Europea e – in parte – Italia, dall’altra gli industriali e in particolare le categorie più colpite in assoluto dalla direttiva Sup, che da luglio metterà al bando moltissimi prodotti di plastica destinati a essere usati una o pochissime volte.

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La direttiva 904 è del 2019 ma linee guida sono uscite pochi giorni fa. Tra gli articoli che spariranno dal mercato, specifica il testo emanato dalla Commissione, ci sono bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini solo per fare alcuni esempi. Per tutti questi, l’industria dovrà trovare alternative naturali.

Ma c’è un prodotto in particolare in cui la transizione è più difficile e carta, cartone e materiali compostabili non possono essere utilizzati perché non abbastanza resistenti alle alte temperature. Sono le palette per girare bevande calde erogate dai distributori come caffè, cioccolata o thè.

Confida, l’associazione italiana distribuzione automatica, già a maggio aveva lanciato l’allarme per spiegare che le imprese non sono pronte

E oggi, tramite il direttore Michele Adt, il settore chiede un anno di tempo per cercare delle alternative. “Il 97% delle palette sul mercato oggi sono in plastica, più precisamente polistirolo compatto e non è facile sostituire una quota di mercato in così poco tempo. Le alternative le stiamo cercando, ma nell’ultimo anno e mezzo la ricerca e sviluppo di questo comparto si è fermata. E di questo bisogna tenere conto”. Adt spiega che non si tratta solo di trovare il materiale giusto: il prodotto deve anche funzionare all’interno di un dispositivo complesso come il distributore automatico. “Pensavamo di aver trovare una soluzione con un tipo di paletta stampata in 3D. In teoria era tutto a posto, ma all’interno delle macchina da caffè abbiamo poi osservato che si bruciavano”.

L’alternativa alla plastica oggi più usata per fare palette da caffè è il legno – betulla, bambù e non solo – ma si tratta quasi sempre, spiega Adt, di prodotti di importazione. Mentre l’Italia oggi è tra i leader nella produzione di palette in plastica. Le principali aziende sono sette (nel nord Italia e in Sicilia) ma l’intera filiera della distribuzione dà lavoro a oltre 30mila persone.

Eppure il legno non è l’unica soluzione. Ce n’è un’altra, sostenibile e italiana al 100%:

Sono le palette in carta rivestite da sostanze naturali (cioè il quarzo, il secondo elemento più presente in natura). La carta proviene da foreste europee certificate. E su questa viene applicato un gel a base di quarzo per rendere le palette resistenti ai liquidi e alle basse e alte temperature. Sono compostabili, riciclabili e del tutto prive di polimeri. A produrre queste palette è la Qwarzo, nel Bresciano, che ne “sforna” oltre un miliardo ogni anno e tra i suoi clienti ha anche catene internazionali di gelaterie, che acquistano la variante delle palette per gelati.

“La nostra è una tecnologia brevettata. Siamo sul mercato delle macchine automatiche da caffè da almeno tre anni. Adesso diversi produttori di articoli in plastica si stanno rivolgendo a noi per acquistare le palette in carta quarzata” spiega Luca Panzeri, direttore della tecnologia dall’azienda lombarda.

E aggiunge: “Il tempo per lavorare a una conversione c’era, l’impressione è che il settore non abbia fatto granché per adattarsi alla nuova normativa comunitaria”. Oltre a fabbricare palette e altri prodotti finiti, Qwarzo ha anche un altro business: “Diversi produttori ci inviano la carta, noi gliela rispediamo trattata con il nostro rivestimento naturale perché loro possano realizzare le loro produzioni” continua Panzeri.

Le palette in carta quarzata, così come quelle di legno, rientrano a pieno titolo tra i prodotti ammessi dalla direttiva sulla plastica monouso. Nelle linee guida di fine maggio, infatti, la Commissione ha specificato che non saranno ammesse le cosiddette “bioplastiche”.

La legge italiana di recepimento, invece, aveva dato il via libera laddove “non sia possibile l’uso di alternative riutilizzabili”. La novità arrivata da Bruxelles è stata accolta come una doccia fredda dalle imprese della plastica, ma è stata criticata anche da Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia (agroalimentare) e dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Ma quelle quarzate, a oggi, non possono bastare per sostituire i miliardi di palette immessi sul mercato ogni anno.

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