mercoledì 12 Novembre 2025
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Victoria Arduino presenta i nuovi cocktail estivi con la tecnologia PureBrew

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victoria arduino
Prima On Flower (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – L’estate è il momento perfetto per sperimentare nuove forme di gusto. Con la tecnologia PureBrew di Victoria Arduino, il PureBrewCoffee diventa l’ingrediente protagonista di cocktail creativi, freschi e leggeri, pensati per stupire e rinfrescare.

La tecnologia PureBrew, disponibile nelle macchine per caffè espresso E1 Prima EXP, E1 Prima PRO, Black Eagle Maverick e nel single brewer PureBrew+, estrae il meglio del caffè con un profilo morbido, pulito e aromatico: la base ideale per creare signature drink estivi che uniscono mixology e specialty coffee.

Prima on Flower cocktail

Un bouquet aromatico che sboccia in tazza, creato da Andrea Villa, Campione Italiano 2025 Coffee In Good Spirits. Note floreali di rosa, fiori di sambuco e gelsomino si intrecciano con la freschezza del limone e la delicatezza del PureBrew coffee, estratto da un caffè naturale o fermentato. La vodka dona struttura, mentre un tocco finale di lavanda spruzzata in superficie completa un’esperienza sensoriale raffinata, morbida e sorprendentemente estiva. Una fusione di eleganza e freschezza, pensata per chi vuole scoprire il lato più gentile e profumato del caffè.

Guarda il video qui.

The Prima-ry Drink cocktail

Un twist alpino e sofisticato sul classico aperitivo, creato da Andrea Villa, Campione Italiano 2025 Coffee In Good Spirits.La dolcezza vellutata della vaniglia incontra le sfumature amare dell’alpine bitter e la profondità del vermouth, mentre il PureBrew coffee, estratto da un caffè naturale o fermentato, porta struttura e complessità. Il tocco finale di chinotto esalta le note balsamiche e agrumate, chiudendo con un amaro elegante e persistente.

The Prima-ry Drink cocktail (immagine concessa)

Un cocktail deciso ma armonico, pensato per chi ama le contaminazioni tra mixology e caffè d’autore.

Guarda il video qui.

Perché scegliere PureBrew per i cocktail?

PureBrewCoffee è la nuova frontiera del caffè filtro. La bevanda è estratta con l’innovativa tecnologia PureBrew di Victoria Arduino: un metodo di estrazione filtro che esalta la purezza del gusto, la morbidezza del corpo e la complessità aromatica del caffè.

I vantaggi?

Pulizia e precisione in tazza, grazie a un’estrazione uniforme e delicata

Corpo morbido e texture setosa, ideale per cocktail o consumo in purezza

Maggiore versatilità: si adatta perfettamente a caffè naturali o fermentati, ma anche a thé, infusi e tantissimi altri ingredienti

Ripetibilità e semplicità: alta qualità costante con un solo tocco

Perfetto da gustare freddo o caldo, PureBrewCoffee è il punto d’incontro tra innovazione, mixology e specialty coffee.

Caffè: il prezzo medio della tazzina a 2 euro entro la fine del 2025, il report Unimpresa

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

Un report del Centro studi di Unimpresa ha affermato che presto il prezzo medio della tazzina di caffè nel Bel Paese potrebbe arrivare a 2 euro. Alla base dei rincari ci sono i cambiamenti climatici che hanno ridotto i raccolti in Brasile e Vietnam, l’aumento dei costi energetici e logistici, l’inflazione e le nuove normative ambientali Ue.

Leggiamo di seguito il comunicato stampa di Unimpresa.

Il rincaro del caffè: l’analisi di Unimpresa

MILANO – Il prezzo medio di una tazzina di caffè espresso al bar in Italia potrebbe raggiungere i 2 euro entro la fine del 2025, con un incremento superiore al 50% rispetto al 2020. È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa, secondo cui negli ultimi cinque anni il costo del caffè è salito da 0,87 a oltre 1,30 euro, con punte a 1,43 euro in alcune città del Nord. Alla base dei rincari ci sono i cambiamenti climatici che hanno ridotto i raccolti in Brasile e Vietnam, l’aumento dei costi energetici e logistici, l’inflazione e le nuove normative ambientali Ue.

Il mercato italiano resta comunque solido, con consumi annuali pari a 327 milioni di chili di verde e un valore complessivo di 5,2 miliardi di euro, destinato a superare i 6 miliardi entro il 2030.

Commenta il direttore generale di Unimpresa, Mariagrazia Lupo Albore: “Per i consumatori italiani la questione non è soltanto economica. Il caffè incide per meno dell’1% sulle spese annuali delle famiglie, ma ha un valore simbolico enorme: è il rito quotidiano che accompagna la socialità, la pausa di lavoro, il saluto tra amici. Se il suo prezzo diventa proibitivo, il rischio è che venga percepito come un lusso e perda quella dimensione democratica che lo ha reso unico nel mondo”.

Conclude: “Per i produttori e i distributori la sfida è invece difendere i margini, sempre più compressi dai costi, puntando sui segmenti premium e monoporzionati che offrono redditività fino al 60%. Non a caso, diverse aziende stanno sperimentando alternative al caffè tradizionale, dai ceci ai semi di dattero, per rispondere alle sfide climatiche e ridurre la dipendenza dai raccolti tropicali”.

L’impennata del prezzo del caffè è il risultato di una concatenazione di fattori che si sommano lungo l’intera catena del valore, dalla produzione agricola fino alla distribuzione. Alla base vi sono gli effetti sempre più visibili del cambiamento climatico: siccità persistenti in Vietnam e piogge torrenziali in Brasile – Paesi che insieme producono circa metà del caffè mondiale – hanno ridotto i raccolti e destabilizzato l’offerta. Nel 2024 il prezzo dei chicchi grezzi è aumentato fino all’80%, mentre i futures sull’Arabica hanno toccato livelli record, alimentati da fenomeni speculativi.

A questi si è aggiunto l’incremento dei costi energetici, con gas ed elettricità che pesano fortemente sulla fase di torrefazione, e quello della logistica internazionale, appesantita dalle congestioni nei porti strategici come Suez e dal raddoppio dei noli marittimi.

L’inflazione ha inciso ulteriormente, gonfiando i costi per imballaggi e manodopera, e la speculazione finanziaria ha accentuato la volatilità dei mercati: nel 2024 i futures del Robusta hanno superato i 4.000 dollari a tonnellata, e nell’agosto 2025 l’Arabica ha sfiorato i 360 dollari per libbra, con un rialzo annuo superiore al 40%.

Infine, le nuove normative europee contro la deforestazione hanno imposto agli importatori sistemi di tracciabilità e certificazioni che, se da un lato rafforzano la sostenibilità ambientale, dall’altro comportano costi aggiuntivi soprattutto per i piccoli produttori, trasferiti a cascata sui listini finali. È la combinazione di tutti questi elementi a rendere plausibile la corsa verso i 2 euro per tazzina entro la fine del 2025.

Secondo il Centro studi di Unimpresa, dal 2020 al 2025 il prezzo del caffè in Italia ha seguito una traiettoria di crescita costante, fino a prospettare, entro la fine dell’anno in corso, la soglia simbolica dei 2 euro per una tazzina al bar.

Si tratta di un aumento che non può essere spiegato con un solo fattore, ma che riflette l’intreccio di dinamiche globali e locali che hanno inciso su tutta la filiera, dalla produzione delle materie prime fino al bancone dei nostri bar. Nel 2020 il prezzo medio di un espresso era di appena 87 centesimi, in un contesto pre-pandemico caratterizzato da stabilità dei costi e da una sostanziale calma sui mercati internazionali.

La ripresa seguita al Covid, con i primi segnali di tensione sui trasporti e sulle materie prime, ha portato nel 2021 a un rialzo fino a 1,03 euro.

La spinta non si è fermata: nel 2023 la media nazionale ha toccato 1,18 euro, con forti differenze territoriali – dai 99 centesimi di Catanzaro agli oltre 1,30 euro di Trento e Bolzano – a testimonianza di un Paese spaccato anche davanti a un rito universale come il caffè. Nel 2024 si è toccata la soglia di 1,30 euro, un livello che rappresenta un incremento del 40% rispetto al 2020, trainato dall’impennata dei futures sul caffè, arrivati a quasi 5.700 dollari a tonnellata. All’inizio del 2025 il prezzo medio nazionale si è assestato intorno a 1,22 euro, con punte di 1,43 a Bolzano, ma le proiezioni indicano che nel corso dell’anno la tazzina potrebbe avvicinarsi alla soglia dei 2 euro.

Dietro a questi numeri ci sono le conseguenze dei cambiamenti climatici, che hanno messo in crisi raccolti fondamentali in Brasile e Vietnam, due Paesi che da soli valgono metà della produzione mondiale. Nel 2024 il prezzo dei chicchi grezzi è aumentato dell’80% a causa della siccità e delle piogge torrenziali. I costi energetici e logistici hanno fatto il resto, con gas ed elettricità sempre più cari per la torrefazione e con trasporti gravati dalle congestioni nei porti e dal rialzo dei noli.

L’inflazione generale ha inciso ulteriormente, aumentando le spese per imballaggi e manodopera, mentre la speculazione sui mercati delle materie prime ha amplificato la volatilità. Le nuove normative europee sulla deforestazione, infine, hanno introdotto obblighi di tracciabilità che pesano soprattutto sui piccoli produttori e si riflettono sui prezzi finali.

Nonostante tutto, il mercato italiano del caffè resta robusto. I consumi sono ancora elevati, con 327 milioni di chili di verde ogni anno, pari a 5,5 chili pro capite, anche se tra il 2022 e il 2024 si è registrato un calo del 6,9% dovuto alla perdita di potere d’acquisto. Nel frattempo, il segmento delle capsule e delle cialde continua a crescere, rappresentando ormai il 16,2% delle vendite nella grande distribuzione.

Il valore complessivo del settore ha raggiunto i 5,2 miliardi di euro nel 2025 e si stima che possa superare i 6 miliardi entro il 2030, con un export che già oggi vale 2,3 miliardi.

Le previsioni restano tuttavia incerte. I prezzi continueranno a salire nel corso del 2025 fino a toccare la soglia dei 2 euro a tazzina, ma alcune previsioni vanno in senso opposto ipotizzando una possibile inversione nella seconda metà dell’anno o nel 2026, grazie a buoni raccolti in Brasile e Colombia e a un allentamento delle norme ambientali. Anche la Banca Mondiale prevede per quest’anno un aumento del 50% dei chicchi di Arabica e del 25% del Robusta, seguito però da un calo tra il 9 e il 15% nel 2026.

“Dal 2020 a oggi, il prezzo della tazzina è salito del 40% e corre verso un raddoppio. È la prova tangibile di come eventi globali – il clima, l’energia, i mercati – possano riflettersi in un gesto semplice e quotidiano. La traiettoria dei prossimi mesi dipenderà dalle condizioni meteorologiche in America Latina e dalle decisioni geopolitiche in materia di commercio e ambiente. In attesa di capire se davvero pagheremo 2 euro per un espresso, resta una certezza: in Italia il caffè non è solo una bevanda, ma un rito che vale più del suo prezzo” spiega il direttore generale di Unimpresa.

Le ragioni dell’aumento dei prezzi del caffè

  • Costi di conformità stimati tra il 5 e il 10% del prezzo finale.

Cambiamenti climatici

  • Brasile: rischio di perdita dell’88% dei terreni coltivabili entro il 2050.
  • Vietnam: siccità prolungate con cali produttivi fino al 20% nel 2024.
  • Prezzo dei chicchi grezzi: +80% nel 2024.

Speculazione e volatilità

  • Futures Robusta: oltre 4.000 $/tonnellata nel 2024.
  • Arabica: 359,32 $/libbra ad agosto 2025, +44,3% su base annua.

Costi energetici e logistici

  • Torrefazione: incidenza energia su costi di produzione +30% tra 2021 e 2024.
  • Noli marittimi: raddoppio medio dal 2021, aggravato dalle congestioni a Suez.

Inflazione e costi di filiera

  • Imballaggi e materiali: +15-20% dal 2022.
  • Manodopera: incrementi salariali medi del +10% in Sud America tra 2022 e 2024.

Norme ambientali Ue

  • Obblighi di tracciabilità per importatori.

Negli ultimi anni il prezzo di una tazzina di caffè al bar in Italia ha mostrato una dinamica molto differenziata sul territorio, con divari significativi tra Nord, Centro e Sud. Le rilevazioni sui capoluoghi di regione fotografano un Paese in cui il costo del rito quotidiano del caffè varia anche di quasi 50 centesimi a seconda della città.

Al Nord Italia si registrano i valori più elevati. A Bolzano, da tempo la provincia più cara, il prezzo medio è passato da 1,38 euro nel 2023 a 1,43 euro nel 2025. Anche Trento conferma livelli alti, da 1,31 a 1,35 euro nello stesso periodo, mentre a Milano la tazzina è salita da 1,23 a 1,28 euro. Torino si colloca appena sotto, con una media di 1,20 euro nel 2023 e 1,24 euro nel 2025, e a Genova si passa da 1,18 a 1,22 euro.

Venezia si mantiene in linea con le grandi città del Nord (da 1,22 a 1,27 euro), mentre a Trieste i valori sono leggermente più contenuti, con 1,20 euro nel 2023 e 1,24 nel 2025.

Nel Centro Italia i prezzi risultano più vicini alla media nazionale. A Bologna si passa da 1,19 euro a 1,24, mentre a Firenze il costo di un espresso sale da 1,17 a 1,20 euro. In Umbria, Perugia registra un incremento da 1,12 a 1,16 euro, mentre nelle Marche ad Ancona si passa da 1,13 a 1,17 euro. Nella Capitale, a Roma, la tazzina costa in media 1,15 euro nel 2023 e 1,19 nel 2025. Più contenuti i valori nelle regioni appenniniche: a L’Aquila si sale da 1,10 a 1,13 euro, a Campobasso da 1,09 a 1,11 euro.

Al Sud Italia e nelle Isole i prezzi restano i più bassi del Paese, spesso al di sotto della media nazionale.

A Napoli si passa da 1,05 euro a 1,08 euro, confermando la tradizione di una tazzina accessibile e popolare. A Bari i valori crescono da 1,08 a 1,12 euro, a Potenza da 1,06 a 1,10. La città meno cara resta Catanzaro, con 0,99 euro nel 2023 e 0,95 nel 2025, unico capoluogo ancora sotto l’euro. In Sicilia, Palermo si muove da 1,07 a 1,12 euro, mentre in Sardegna, a Cagliari, il prezzo passa da 1,10 a 1,15 euro.

Il quadro complessivo mostra dunque una netta frattura territoriale: mentre nelle aree alpine e in alcune grandi città del Nord il caffè si avvicina a 1,40 euro, nelle regioni meridionali e insulari si trovano ancora listini inferiori a 1,10 euro, con punte minime a Catanzaro sotto l’euro.

La media nazionale, oggi attestata intorno a 1,22–1,30 euro, fotografa una tendenza verso l’alto che, secondo le proiezioni, potrebbe portare entro la fine del 2025 a un prezzo medio di 2 euro, confermando il caffè come simbolo delle tensioni inflazionistiche che attraversano il Paese.

Caffè Trucillo rafforza il legame tra Salerno e Tblisi con la cultura del chicco

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caffè trucillo
La delegazione georgiana da Caffè Trucillo (immagine concessa)

SALERNO – Oltre 4000 chilometri via terra, o almeno 6 ore di volo, separano Salerno da Tblisi, la capitale della Georgia, in cui si concentra circa un terzo degli oltre tre milioni e mezzo di abitanti dell’intero Paese adagiato sulla riva orientale del Mar Nero.

Il progetto di Caffè Trucillo

Da oggi le due città saranno più vicine, grazie all’attività di comunicazione che nei giorni scorsi ha coinvolto alcuni influencer arrivati a Salerno dalla lontana Georgia, nell’ambito di un progetto realizzato da Caffè Trucillo con lo storico partner commerciale che dal lontano 2012 distribuisce le miscele della torrefazione salernitana in numerosi locali in tutto il Paese caucasico, stazioni di servizio, negozi alimentari e le più note catene della ristorazione.

Ana Koshadze, ex modella e personaggio televisivo molto amato, appassionata di piatti stranieri e viaggi, seguita Youtuber con il canale Rehani. Salome Mosulishvili, content creator di moda e lifestyle con oltre 60mila followers su TikTok e 30mila su Instagram.

Gvantsa Macharadze, creator digitale con oltre 86mila followers su Instagram e 54mila su TikTok. Giorgi Maisuradze, fondatore di Hammock Magazine, rivista online di cultura e stili di vita contemporanei.

Sono loro i content creator selezionati dal partner di Caffè Trucillo, uno dei più grandi gruppi imprenditoriali della Georgia, per partecipare al tour esperienziale alla scoperta della città che ha dato i natali al caffè di Salerno, tra i più distribuiti nel Paese.

Obiettivo del tour è stato infatti far conoscere ai Georgiani, attraverso i contenuti creati dai 4 influencers, il territorio di origine di Caffè Trucillo, la città di Salerno in particolare e i meravigliosi dintorni. Insomma: dalla tazzina da cui molti Georgiani degustano il caffè Trucillo, un viaggio a ritroso fino alle origini.

I content creators, con fotografi e videomakers e una delegazione dell’azienda georgiana, sono stati accompagnati alla scoperta degli angoli più suggestivi della città.
Dal cuore pulsante del centro storico, con i suoi vicoli intrisi di storia, fino a Via dei Mercanti, antica arteria commerciale ricca di tradizione.

Dal fascino senza tempo del centro storico al maestoso Duomo di San Matteo, fino al Giardino della Minerva e al Castello di Arechi, che domina il golfo con la sua vista spettacolare. Un viaggio attraverso la storia, l’identità e la bellezza di Salerno, che ha reso ancora più forte il legame tra le nostre culture.

A partire ovviamente da quel Lungomare Cristoforo Colombo dove ancora oggi è possibile vedere la casa in cui il fondatore della torrefazione, Cesare Trucillo, iniziò a tostare le sue prime miscele, che proprio da lì, spesso a bordo di piccole imbarcazioni, consegnava via mare ai primi prestigiosi clienti della Costiera, molti dei quali ancora indissolubilmente legati a questa marca locale di caffè.

Attraverso immagini, video, post, reel e stories, gli influencer hanno condiviso con le rispettive community la conoscenza dei luoghi che fanno da sfondo alla produzione delle miscele Trucillo e dello stile di vita caratteristico dei luoghi che si legano alla storia e all’identità di questa marca, ancora oggi gestita dai discendenti del fondatore, la seconda e la terza generazione.

Al termine della visita, la delegazione è stata ricevuta dal Sindaco e dalle istituzioni cittadine.

Il sindaco Vincenzo Napoli, insieme all’assessore Dario Loffredo, hanno dichiarato: “Caffè Trucillo rappresenta un autentico orgoglio salernitano, espressione di un’imprenditoria con visione internazionale. Siamo onorati di accogliere a Salerno una delegazione proveniente dalla Georgia, che ha potuto apprezzare da vicino non solo l’eccellenza produttiva dell’azienda, ma anche la bellezza e l’identità del nostro territorio. La partnership tra Trucillo e questa importante realtà georgiana offrirà a Salerno una preziosa occasione di visibilità internazionale, contribuendo a promuovere la nostra città nel mondo attraverso le sue migliori eccellenze. È un esempio virtuoso di come l’impresa locale possa diventare ambasciatrice della cultura, dell’accoglienza e del saper fare salernitano oltre i confini nazionali.”

A margine dell’incontro, Antonia Trucillo, terza generazione e coffee sourcing manager, ha commentato: “siamo profondamente grati di avere al nostro fianco un partner così professionale, capace di crescere con costanza e determinazione, posizionando il nostro brand nei migliori locali della Georgia. Un percorso di sviluppo costante, che testimonia non solo la qualità del prodotto, ma anche la solidità delle partnership costruite nel tempo, la fiducia crescente e la passione per l’Italia, in particolare per la città di Salerno, cuore pulsante del nostro caffè”.

Antonia Trucillo: “Proprio questo legame profondo con il territorio ha ispirato questa speciale iniziativa. Siamo orgogliosi che abbiano scelto di venire a Salerno con un team di circa 15 persone, per scoprire le nostre origini, il nostro territorio e la città in cui viviamo. È stato un onore aprire loro le porte della nostra casa e accompagnarli in un tour tra i clienti locali che servono Trucillo: un momento di autentica condivisione, una bellissima commistione di culture unite dallo stesso linguaggio universale – l’amore e l’attenzione per il caffè.”

Nel programma di visita, anche una tappa nella moderna sede della torrefazione, per scoprire il processo produttivo, i valori della filiera, il patrimonio di competenza condiviso attraverso l’opera dell’Accademia del caffè interna, ma anche i prodotti, come le più recenti collezioni di barattoli, con cui nel 75° anno dalla fondazione Trucillo continua a celebrare il forte e profondo legame con il territorio.

Come la Heritage Collection COSTA D’AMALFI 1950, che celebra i colori e le geometrie caratteristici dei borghi della Costiera, con le tinte essenziali delle maioliche e i disegni armoniosi delle architetture.

AGroDiPAB lancia l’Università della vendita per il settore agroalimentare

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Nasce l’Università della vendita, il primo percorso formativo del Bel Paese dedicato alla figura del venditore come professionista. L’iniziativa è promossa da AGroDiPAB – Associazione grossisti della distribuzione di prodotti alimentari e bevande per il canale horeca. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica.

AGroDiPAB e L’Università della vendita

MILANO – Colmare un vuoto strutturale nella formazione commerciale, offrendo percorsi innovativi, concreti e orientati al lavoro: con questo obiettivo nasce l’Università della vendita, il primo ecosistema formativo italiano interamente dedicato alla valorizzazione della figura del venditore come professionista strategico e protagonista della crescita aziendale.

L’iniziativa è promossa da AGroDiPAB – Associazione grossisti della distribuzione di prodotti alimentari e bevande per il canale horeca, (Hotellerie, Restaurant, Café).

Più che un corso, una scuola di mestiere e visione. L’Università della vendita nasce con l’obiettivo di ridefinire profondamente il ruolo del venditore, valorizzandolo come figura strategica all’interno dell’impresa, non più semplice esecutore di ordini, ma consulente di fiducia e attivatore di relazioni durature.

Nei percorsi formativi completamente gratuiti – da 40 a 1000 ore – il venditore viene formato come professionista completo, capace di unire empatia e strumenti digitali, ascolto attivo e uso avanzato di CRM, negoziazione win-win e intelligenza artificiale applicata alla vendita.

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Vicenza: arriva Zero Cup, il caffè ai funghi italiano

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Zero Cup è il progetto di Massimo e Luca Filippi: si tratta di una bevanda alternativa all’espresso, il caffè ai funghi. I due vicentini hanno importato e riadattato un’idea di moda negli Stati Uniti. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Matteo Marcolin per Il Giornale di Vicenza.

Il caffè ai funghi in Italia

VICENZA – Il primo caffè ai funghi italiano è made in Vicenza. Si chiama “Zero Cup” ed è una bevanda alternativa all’espresso ideata da Massimo Filippi con l’aiuto del fratello Luca. I due vicentini hanno importato e riadattato un’idea di moda negli Stati Uniti (su cui pare abbia investito anche Meghan Markle, moglie del principe Henry): realizzare un prodotto naturale, che abbia le stesse caratteristiche stimolanti del caffè ma senza controindicazioni.

Dopo una lunga sperimentazione sono giunti alla formula di Zero Cup: una miscela a base di orzo bio solubile alla quale viene aggiunto un estratto di erbe e funghi secchi e macinati, cento per cento naturali, dalle dichiarate proprietà benefiche per la salute.

“Quando parliamo di funghi – spiegano i due fratelli – non dobbiamo però pensare ai classici funghi da cucina; si tratta in realtà di funghi medicinali adattogeni, come il chaga o il cordyceps, prodotti utilizzati fin dall’antichità in alcune culture per i benefici che portano. Questi elementi vengono utilizzati per migliorare il sistema immunitario, aumentare l’energia, ridurre lo stress e favorire la concentrazione”.

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Cuneo: il bar-ristorante Cit ma Bel cambia gestione dopo 14 anni e viene rilevato da una famiglia cinese

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Il Cit ma bel, il distributore di benzina con bar-ristorante e tabacchi di Cuneo, riaprirà il primo settembre con una nuova gestione. L’avventura imprenditoriale di Ettore Grosso e Margherita Magliano finisce e passa di mano a una famiglia cinese. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Matteo Borgetto per il quotidiano La Stampa.

Il cambio di gestione del bar-ristorante Cit ma bel

CUNEO – Chiuso per ferie da domenica 10 agosto, riaprirà il 1° settembre con una nuova gestione il Cit ma bel (in piemontese, piccolo ma bello), il distributore di benzina con bar-ristorante e tabacchi più amato e frequentato di Cuneo. Dopo 14 anni, finisce l’avventura di Ettore Grosso e Margherita Magliano (60 e 64 anni), compagni di vita e di affari, fondatori nel 2011 dell’attività in via Savona, sulla salita della strada provinciale verso Mondovì.

“Noi continueremo a gestire distributore e autolavaggi di Cuneo, Ceva e Albenga – spiega Ettore -, mentre il locale passerà a una famiglia cinese, padre e figlio, un giovane di 23 anni molto volenteroso, che vale oro quanto pesa. Resteremo sino a fine anno per un periodo di affiancamento, poi il bar-ristorante e la tabaccheria passerà a loro. Non sarà facile, perché nel tempo questa è diventata come un’industria”.

Ex commercianti ambulanti di frutta e verdura, Ettore e Margherita sono diventati due imprenditori di successo “partendo da una ventina di caffè al giorno e tre tavolini – ricordano come riportato su La Stampa -. Pian piano, con enorme fatica e tanti sacrifici, siamo cresciuti: Oggi sfioriamo mille caffè al giorno, al bar si è aggiunto il ristorante con quasi 80 coperti”.

Cucina casalinga e in autoproduzione, dal pane alla pizza e focaccia fatti in casa, ai piatti della tradizione piemontese e ligure (pesce, in particolare), dalle recensioni su Tripadvisor il Cit ma bel risulta al 37° posto su 224 ristoranti di Cuneo.

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Danimarca elimina le tasse sul caffè e cioccolato per aiutare le famiglie

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danimarca noma
La bandiera della Danimarca

Da Copenhagen arriva la notizia del ribasso dei prezzi sui beni di consumo per agevolare i nuclei famigliari in difficoltà, soprattutto nell’affrontare le spese alimentari. Secondo il Ministero delle Imposte, un pacchetto di caffè costerà circa cinque corone in meno (0,66 euro). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale SkyTg24.

La decisione della Danimarca

COPENHAGEN – La Danimarca ha deciso di eliminare le imposte su caffè e cioccolato, storicamente applicate anche a dolciumi, frutta candita e gomme da masticare. La misura, annunciata dal vice primo ministro e ministro della Difesa Troels Lund Poulsen, punta a ridurre l’impatto del caro vita sulle famiglie.

“Abbiamo scelto qualcosa che avrà un effetto immediato per i danesi, che potranno percepire subito di avere più denaro a disposizione”, ha dichiarato Poulsen alla tv danese Tv 2.

Secondo il Ministero delle Imposte, un pacchetto di caffè costerà circa cinque corone in meno (0,66 euro).

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Antico Caffè Greco a Roma: al via lo sfratto, il gestore: “Ma non è ancora finita”

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antico caffè greco
Una tazzina dell' Antico Caffè Greco (foto presa da Google Creative Commons Licenses)

Lunedì 1 settembre è previsto l’arrivo dell’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto dell’Antico Caffè Greco, storico locale di Roma, ma i gestori hanno trasferito altrove mobili e quadri per motivi di salvaguardia ma su quei beni c’è un vincolo di inamovibilità.

Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Natalia Distefano per il quotidiano Il Corriere della Sera.

Lo sfratto dell’Antico Caffè Greco

ROMA – “Domattina probabilmente ci sarà lo sfratto, noi ci faremo trovare con i nostri avvocati, certamente, dopo 8 anni che combattiamo questa battaglia, la vicenda non si chiuderà domani”. Usa il condizionale Carlo Pellegrini, gestore dell’Antico Caffè Greco in via Condotti a Roma, alla vigilia dello sfratto (precedentemente rimandato) reso definitivo un anno fa dalla Cassazione dopo un lungo contenzioso giudiziario con l’Ospedale israelitico, proprietario della struttura.

La questione del vincolo storico e le speranze del gestore

“La sentenza della Cassazione per la verità è un po’ pilatesca – commenta Pellegrini sempre sul Corriere della Sera  – dice che non si può impedire al locatore di intimare lo sfratto ma dice anche che il Caffè Greco deve stare lì dove sta, per il vincolo storico-culturale messo dall’allora ministro Antonio Segni nel 1953″.

Per questo il gestore ripone ancora speranze e non rinuncia alla battaglia, confidando nella legge dello scorso dicembre che tutela le attività commerciali storiche. “Abbiamo fatto un’offerta di affitto annuale più alta di quanto previsto dal loro piano di risanamento ma l’hanno rifiutata”.

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Inoltre, sul profilo ufficiale di Instagram, il Caffè Greco ha affermato:

” Nel cuore di Roma sta per essere sfrattato un locale storico: l’Antico Caffè Greco. Un’attività viva da oltre 250 anni, riconosciuta come Bene Culturale Unitario.

Non si tratta solo di un bar, ma di un patrimonio fatto di arredi storici, memoria collettiva e identità cittadina.

Esiste una legge che lo tutela: il D.lgs. 219/2024 sancisce che l’attività, l’immobile e gli arredi storici costituiscono un’unica entità culturale da proteggere.
Secondo la legge, non si può smembrare un bene storico separando la sua funzione, il suo contenuto e il suo contenitore.

Uno sgombero forzato violerebbe questo vincolo e distruggerebbe per sempre l’unità del bene culturale.

Serve l’intervento delle autorità, il Ministero ha il dovere di agire: ignorare equivale a consentire l’illegalità.

Fermiamo lo sfratto del Caffè Greco. Difendiamo la cultura. Facciamo rispettare la legge.
La Storia non si cancella con un ordine di sgombero.

Fai anche tu la tua parte e firma la petizione per salvare il Caffè Greco al link in bio“.

DVG celebra 60 anni con “Storie in pausa caffè”, campagna social, Giovanna De Vecchi: “Un grazie a chi ci ha accompagnato fin qui”

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La campagna social di DVG per i 60 anni (foto concessa)
La campagna social di DVG per i 60 anni (foto concessa)

COLNAGO-CORNATE D’ADDA (Monza Brianza) – Nel 2025 DVG celebra un importante traguardo: sessant’anni di attività. Un anniversario che diventa occasione per raccontare non solo la propria storia aziendale, ma anche le persone, i valori e le trasformazioni che hanno reso DVG un punto di riferimento internazionale nel settore dei componenti per macchine da caffè professionali.

Per l’occasione, DVG lancia “Storie in Pausa Caffè”

Una campagna social dal forte impatto narrativo ed emozionale, pensata per coinvolgere la propria community e dare voce ai protagonisti di questi sessant’anni: fondatori, collaboratori, clienti e partner.

Articolata in sei episodi, la campagna ripercorre i momenti chiave dell’azienda, intrecciando passato e presente attraverso un racconto corale fatto di immagini d’archivio, interviste, curiosità e testimonianze dirette. Ogni episodio è pensato come una vera e propria “pausa caffè” in cui fermarsi, guardare indietro con orgoglio e rilanciare lo sguardo verso il futuro.

“Sessant’anni sono molto più di un traguardo aziendale: sono un patrimonio di esperienze e relazioni. Questo anniversario è un’occasione per dire grazie a chi ci ha accompagnato lungo il percorso e per condividere ciò che siamo diventati, senza dimenticare da dove veniamo,” afferma Giovanna De Vecchi, Amministratrice di DVG De Vecchi.

Dalle origini artigianali alla visione industriale

Pinuccio e Rina De Vecchi (foto concessa)

Fondata nel 1965 da Pinuccio e Rina De Vecchi, DVG nasce come una realtà artigianale con una forte impronta tecnica e una passione per la lavorazione meccanica. Negli anni ’70 l’incontro con il mondo del caffè professionale segna una svolta: valvole, portafiltri, lance vapore e soluzioni su misura diventano il cuore della produzione.

Dopo una continua evoluzione, DVG si articola oggi in due divisioni :

la produzione diretta di soluzioni e componenti per macchine da caffè professionali, sviluppati internamente e testati secondo i più alti standard qualitativi;

la commercializzazione di componenti, sia compatibili che originali, grazie a solide collaborazioni con marchi di costruttori di macchine da caffè a livello mondiale.

Oggi DVG è una realtà industriale strutturata, con una presenza in oltre 80 Paesi e un catalogo di migliaia di articoli per macchine da caffè professionali. L’azienda investe costantemente in ricerca, sviluppo e digitalizzazione, offrendo soluzioni personalizzate e un servizio tecnico di alto livello.

Le persone al centro dello sviluppo di DVG

Nel presente di DVG (foto concessa)

Il successo di DVG è frutto anche di una cultura aziendale fondata su collaborazione, formazione e trasmissione del know-how.

Molti collaboratori sono cresciuti all’interno dell’azienda, molti altri hanno portato nuove esperienze: insomma, i “vecchi” e i “nuovi” contribuiscono insieme a rendere DVG una realtà dinamica e solida.

Con il loro impegno quotidiano, hanno contribuito in modo decisivo alla solidità del sistema produttivo e commerciale. Allo stesso modo, la rete di clienti e fornitori storici rappresenta un ecosistema basato su fiducia, qualità e relazioni durature.

Guardando avanti

Sessant’anni non rappresentano un punto d’arrivo, ma un nuovo punto di partenza. DVG guarda al futuro con un impegno crescente verso la sostenibilità, l’automazione e la digitalizzazione dei processi.

La squadra dietro DVG (Foto concessa)

Anche la comunicazione evolve: la campagna “Storie in Pausa Caffè” nasce proprio con l’intento di rendere visibile questo passaggio generazionale e valoriale, creando connessioni tra chi ha fatto la storia di DVG e le nuove generazioni di professionisti del settore.

“Sessant’anni fa tutto è cominciato in un’officina. Oggi siamo un’impresa globale, ma i nostri principi restano gli stessi: qualità, innovazione e rispetto per il lavoro delle persone. Raccontarlo oggi, anche sui social, significa rimanere fedeli alla nostra storia restando aperti al cambiamento.”

E’ possibile seguire la campagna “Storie in Pausa Caffè” sui canali social ufficiali per rivivere con noi sei decenni di passione, innovazione e cultura del caffè.

Brasile, stima Conab: arabica in calo dell’11% a 35,15 milioni di sacchi, robusta da record (+37,2%) a 20,1 milioni

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Conab produzione Brasile
Il logo di Conab

MILANO – Dopo StoneX e Safras&Mercado, anche Conab rivede al ribasso le previsioni sulla produzione brasiliana di caffè. Nella sua terza stima ufficiale– realizzata nella fase finale della raccolta – l’agenzia specializzata del Ministero dell’agricoltura di Brasilia quantifica la produzione 2025/26 in 55,2 milioni di sacchi: 471 mila sacchi in meno (-1%) rispetto a quanto indicato nella seconda stima, diffusa a maggio.

Una revisione determinata da un taglio significativo della stima sulla produzione di caffè arabica (-1,83 milioni di sacchi rispetto alla previsione di maggio), cui fa riscontro invece un aumento rilevante della stima sulla produzione di robusta (+1,4 milioni).

Il già citato raccolto di 55,2 milioni di sacchi è complessivamente superiore del 1,8% a quello dell’anno scorso.

La produzione di arabica è però in calo dell’11,2%, a 35,15 milioni di sacchi. Quella di robusta raggiunge invece il livello record di 20,1 milioni di sacchi, in crescita del 37,2% rispetto a un anno fa.

Oltre che dal ciclo negativo, la produzione di arabica è stata influenzata negativamente dalla lunga siccità occorsa nei mesi precedenti il periodo della fioritura.

Ha inciso infine la siccità di febbraio e inizio marzo, che accresciuto l’incidenza di parassiti e altre avversità, oltre a complicare l’applicazione dei fertilizzanti.

L’eccezionale raccolto di robusta riflette invece il clima favorevole in tutte le fasi chiave del ciclo fenologico, oltre che i consistenti investimenti degli ultimi anni nello sviluppo della produzione di questa varietà in alcune aree del paese

L’area totale coltivata a caffè in Brasile si estende su un totale di 2,25 milioni di ettari (grosso modo la superficie dell’Emilia Romagna, ndr.), in espansione dello 0,9%.

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