mercoledì 19 Novembre 2025
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Beni di largo consumo, gli over 55 trainano la spesa: il 42% acquista prodotti per i nipoti e il 13% per i figli non conviventi

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Il logo YouGov

MILANO – In un paese come l’Italia, sempre più anziano e con difficoltà a inserire i più giovani nel mondo del lavoro, le fasce di età mature rappresentano un target di importanza fondamentale nel mercato dei beni di largo consumo (FMCG). Superano la metà del totale complessivo (51%) le famiglie dove il responsabile acquisti ha almeno 55 anni di età, con un impatto decisivo sia dal punto di vista economico (4.700 euro è la spesa media per acquirente, di gran lunga superiore ai 3.900 euro delle fasce più giovani, che porta al 54% l’incidenza sulla spesa totale) sia sociale: oltre 4 su 10 infatti supportano le famiglie non conviventi dei figli adulti, acquistando prodotti FMCG per i nipoti (42%) o per i figli (13%).

Sono queste le principali evidenze che emergono dalla ricerca “Gli shopper 55+ e la spesa FMCG” condotta sul consumer panel di YouGov, leader del mercato nelle indagini rivolte ai consumatori.

Gli acquirenti over 55

Lo studio è basato su una survey Why2Buy condotta tramite interviste online ad un campione rappresentativo di famiglie italiane con responsabile acquisti di 55 anni e oltre, selezionato all’interno del Consumer Panel di YouGov.

I dati ricavati restituiscono un quadro di riferimento piuttosto omogeneo, in cui la casa (il 91% dei rispondenti si dichiara attento a pulizia e igiene) e la famiglia (l’88% è d’accordo nell’indicare il tempo in famiglia come l’attività preferita) rivestono un ruolo fondamentale.

I consumatori over 55 sono in generale persone dinamiche, che fanno vita sociale e trascorrono parte del loro tempo fuori dalle mura domestiche (l’85% incontra gli amici, il 57% mangia fuori casa, il 47% pratica attività fisica o sportiva).

Nelle loro spese gli shopper over 55 sono più orientati alla qualità (che prevale sul prezzo come criterio di scelta per il 52%, mentre il 59% degli under 55 preferisce spendere meno), all’acquisto di prodotti italiani (se possono, comprano prodotti italiani l’81% a fronte del 70% dei più giovani) e di provenienza locale (73% vs 64%).

Scelte meditate anche per il tempo a disposizione (solo il 24% dichiara di averne poco da dedicare alla spesa quotidiana, contro il 38% degli under 55), con frequenze di spesa maggiori, che si riflettono anche sulla sostenibilità: i cosiddetti eco-dismissers, che dichiarano poco o nessun interesse per l’ambiente, scendono al 18,8% dal 23% della fascia 36-55 anni (20,5% il dato degli under 35).

La segmentazione

Tuttavia la segmentazione basata sulle attitudini, gli stili di vita ed i comportamenti di acquisto ha individuato cinque categorie, tre più giovani e due più mature, che si caratterizzano per comportamenti e scelte di spesa diverse tra loro. Rientrano tra i gruppi più giovani “I nuovi 40” (che rappresentano l’11% delle famiglie), con la percentuale maggiore di occupati e la vita sociale più attiva, “Risparmio e cautela” (26%), attenti ai costi, “Mi prendo cura di me” (23%) focalizzati sul benessere.

I pensionati si trovano quasi totalmente rappresentati negli altri due insiemi che hanno nipoti di cui si occupano: “Nonni spesa e cucina” (18%), shopper premium con una predilezione per gli acquisti, e “Vita da nonni” (22%) dallo stile più prudente.

Tra le analogie comuni a tutti e cinque i gruppi, l’atteggiamento nei confronti della spesa, giudicata divertente o non noiosa dalla maggioranza dei rispondenti nonostante una forbice importante tra il 73% dei “Nonni spesa e cucina” e il 60% de “I nuovi 40”, una diffusa attenzione ai prezzi e alle offerte (il 31% cerca gli sconti speciali, il 29% confronta sempre i prezzi) e una maggiore inclinazione alla pianificazione (il 37% scrive la lista della spesa, il 24% verifica regolarmente le offerte prima di fare la spesa) che prevale rispetto all’acquisto d’impulso: 8 shopper su 10 si informano utilizzando soprattutto il volantino (consultato dal 45%).

Tra le maggiori differenze, i “Nonni spesa e cucina” sono il gruppo che si contraddistingue per la maggiore spesa per acquirente (5.061 euro), oltre il 10% in più del segmento più parsimonioso (“Risparmio e cautela”, 4.410 euro).

A indirizzare gli acquisti per la famiglia convivente sono: il maggiore orientamento ai prodotti golosi e innovativi per “I nuovi 40”, le promozioni e la convenienza per i segmenti “Risparmio e cautela” e “Vita da nonni”, la fedeltà alle marche per il gruppo “Mi prendo cura di me”. Mentre per Nonni spesa e cucina resta centrale l’origine degli ingredienti e il contenuto nutrizionale. Abitudini diverse anche nella scelta dei canali, con gli ipermercati sopra media nel segmento “I nuovi 40” e i discount scelti prevalentemente dal gruppo “Risparmio e cautela”.

Il sostegno ai più giovani

Ma le maggiori diversità tra i cluster si ravvisano – anche per ragioni anagrafiche – nell’acquisto di prodotti FMCG per le famiglie dei figli adulti non conviventi e dei nipoti. Se il dato medio attesta al 42% gli over 55 che hanno acquistato prodotti FMCG per i nipoti e le rispettive famiglie, la percentuale si impenna all’88% nel gruppo “Nonni spesa e cucina” e all’87% in quello “Vita da nonni”. Molto più bassi i numeri delle famiglie (13%) che hanno sostenuto con la spesa quelle dei figli adulti non conviventi senza figli (sopra media “Mi prendo cura di me” con il 19% e “Risparmio e cautela” con il 18%).

Numeri che testimoniano l’incidenza economica e sociale degli shopper più maturi: le famiglie 55+ che acquistano prodotti FMCG per i nipoti lo fanno circa cinque volte al mese e quattro volte per i figli adulti non conviventi. Nella scelta, le caratteristiche che contano di più sono il gradimento da parte dei nipoti, l’assenza di additivi o conservanti, la provenienza (italiana) degli ingredienti; a seguire, viene prestata attenzione alla marca, agli ingredienti biologici, al sapore goloso, al contenuto nutrizionale. Molto meno importanti rispetto alla spesa per la famiglia convivente promozioni e prezzi contenuti. Tra le categorie più acquistate per i nipoti spiccano i biscotti e la pasticceria industriale, i succhi di frutta, lo yogurt e i dessert freschi, il cioccolato, i gelati confezionati mentre per i figli non conviventi le scelte ricadono sul fresco (formaggi, salumi, ecc.) la frutta e la verdura.

La scheda sintetica di YouGov

YouGov è un gruppo globale di ricerca e analisi dei dati. La sua mission è offrire una visione senza precedenti di ciò che il mondo pensa e agisce nella vita reale. Con attività negli Stati Uniti, nelle Americhe, in Europa, in Medio Oriente, in India e nell’Asia Pacifica, disponiamo di una delle reti di ricerca più estese al mondo.

La peculiarità di YouGov è di essere supportato dalla realtà. Ciò deriva da un panel unico di milioni di membri registrati in 55 paesi, che comprende circa 18 milioni di acquisti e milioni di punti di dati interconnessi. Il suo approccio unico al reclutamento e al coinvolgimento del nostro panel, unito alle piattaforme tecnologiche all’avanguardia, gli consente di fornire approfondimenti in tempo reale che portano a un migliore processo decisionale e a un vantaggio competitivo per i suoi clienti.

Come innovatori e pionieri delle ricerche di mercato online, gode di una solida reputazione in qualità di affidabile fonte di dati e approfondimenti accurati. A riprova di ciò, i dati di YouGov vengono regolarmente citati dalla stampa internazionale ed è costantemente una delle fonti per ricerche di mercato più menzionata al mondo.

Ddl operatori horeca, Portaccio, Italgrob: “Riconoscimento fondamentale per far emergere ruolo strategico del settore”

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Antonio Portaccio, presidente di Italgrob (immagine concessa)

ROMA – Il Consiglio dei ministri, su proposta di Adolfo Urso, Ministro delle imprese e del made in Italy, ha avviato l’esame di un disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese. Nell’ambito della valorizzazione delle eccellenze del made in Italy, il provvedimento punta a definire e qualificare i ruoli e le specifiche mansioni di chi opera nel settore horeca (hotel, restaurant, catering), che identifica nel suo insieme il mercato dei consumi fuoricasa.

Fra gli operatori del settore, i distributori food&beverage rappresentano l’indispensabile anello di congiunzione fra produttori e punti di consumo.

La Federazione dei distributori horeca, Italgrob, si è fatta promotrice del provvedimento, volto a definire dal punto di vista politico e legislativo il ruolo dei diversi operatori che lavorano nel sistema horeca.

Antonio Portaccio, presidente della Federazione Italgrob, ha spiegato: “Per gli operatori della distribuzione horeca ritengo sia un riconoscimento decisivo al fine di far emergere la categoria da quell’anonimato, per non dire da quella invisibilità, nella quale è stata sempre relegata. Un anonimato che non aveva in alcun modo ragion d’essere, visto il ruolo strategico che svolgono i distributori italiani. Una categoria che conta oltre 3400 aziende e che con il suo lavoro di distribuzione garantisce giornalmente forniture agli oltre 330 mila punti di consumo fra bar, ristoranti e pizzerie che lavorano in Italia, mettendo di fatto in moto un settore, quello dei consumi fuoricasa, che è uno degli asset fondamentali per l’economia del Paese. Un riconoscimento era pertanto non solo necessario, ma anche doveroso”.

“Dopo l’iter parlamentare che la proposta di legge dovrà seguire – ha ribadito Dino Di Marino, direttore generale di Italgrob – si aprirà uno scenario molto importante per la categoria dei distributori horeca, anzitutto perché sarà stato circoscritto un perimetro identificato e identificabile nel quale potremo agire. In tal modo, a seconda di quelle che saranno le esigenze, le circostanze e le necessità del momento, sarà possibile incidere a livello politico istituzionale e avviare iniziative per la valorizzazione di una categoria di rilievo, quale è appunto la distribuzione horeca”.

Coca-Cola: Paola Donelli nominata frontline activation marketing director Italia e Albania

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Paola Donelli (immagine concessa)

MILANO – Paola Donelli è stata nominata frontline activation marketing director Italia e Albania, per coordinare il team che gestisce le strategie di marketing e comunicazione dei brand di The Coca-Cola Company nei due Paesi. Laureata in Business Administration all’Università Bocconi, dove ha sviluppato solide competenze in marketing, trade marketing e business management, Paola ha una solida esperienza di oltre 25 anni, maturata in grandi aziende multinazionali leader nel settore FMGC.

Dopo aver iniziato la propria carriera in Kraft Foods e Mondelez (1998-2017), dove ha gestito brand globali e locali in diverse categorie merceologiche e canali di vendita, nel 2018 è entrata in Mars come direttore marketing per l’Italia.

In questo ruolo, Paola ha sviluppato piani a supporto della crescita dei marchi leader del settore dolciario di Mars, come M&Ms, Twix e Snickers, e a partire dal 2020 ha esteso il suo raggio d’azione al Sud Europa, gestendo oltre all’Italia, anche Grecia, Cipro e Malta, nonché l’intero portafoglio di categorie di Mars, tra cui Food e Petcare, inclusi brand come Pedigree, Cesar, Sheba, Whiskas e Ben’s Original.

“Sono felice di entrare a far parte di The Coca-Cola Company e di iniziare questa nuova avventura” – afferma Paola Donelli – “Una sfida che ho accettato con entusiasmo, con l’obiettivo di rafforzare insieme alla mia squadra il valore dei brand dell’azienda, continuando a puntare su una combinazione di iconicità e innovazione che da sempre ci contraddistingue e sulla capacità di soddisfare le esigenze in costante evoluzione dei consumatori”.

La scheda sintetica di Coca-Cola

The Coca-Cola Company (NYSE: KO) è una total beverage company che offre ai suoi consumatori oltre 200 brand in più di 200 Paesi. Oltre a Coca-Cola, il  portfolio prodotti include brand come AdeZ, FUZETEA, Kinley, Fanta, Sprite, Powerade e Acque Lilia. Per rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori, lavora costantemente per innovare il nostro portfolio, dalla riduzione dello zucchero al lancio di nuove bevande.

Per ridurre l’impatto ambientale reintegriamo l’acqua che utilizziamo per produrre le sue bevande e promuove il riciclo dei nostri packaging. Insieme ai partner imbottigliatori, ha più di 700 mila dipendenti e contribuisce alla creazione di opportunità economiche in tutti i Paesi in cui è presente.

Dal 1927 in Italia, oggi conta 6 stabilimenti e oltre 2.000 dipendenti. Il portfolio comprende 40 prodotti, dalle bevande gassate ai tè, dalle acque alle bevande vegetali e il 71% dei prodotti dell’azienda è a ridotto, basso o nullo contenuto calorico.

Caffè: chi lo consuma appena sveglio ha il 16% in meno di probabilità di morire per qualsiasi causa: lo studio

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Chi consuma caffè appena sveglio ha il 16% in meno di probabilità di morire per qualsiasi causa e il 31% in meno di probabilità di morire per malattie cardiovascolari rispetto a chi non beve caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Laura Cuppini per Il Corriere della Sera.

Lo studio sul caffè

Bere caffè al mattino, appena svegli, protegge il cuore. E il beneficio è maggiore rispetto a quello dato dai caffè bevuti nel corso della giornata. Uno studio della Tulane University di New Orleans (Usa), pubblicato sull’European Heart Journal, mostra che la tazzina del mattino riduce il rischio di morire per malattie cardiovascolari e il rischio di mortalità generale in misura più elevata.

Lo studio su 40mila persone

“Le ricerche condotte finora suggeriscono che bere caffè non aumenta il rischio di malattie cardiovascolari – sottolinea Lu Qi, principale autore del lavoro, come riportato dal Corriere della Sera – e sembra ridurre il rischio di alcune malattie croniche, come il diabete di tipo 2. Visti gli effetti che la caffeina ha sul nostro organismo, abbiamo voluto verificare se il momento della giornata in cui si beve il caffè ha un impatto sulla salute del cuore”.

Lo studio ha preso in esame i dati di 40.725 adulti americani che hanno partecipato alla «National health and nutrition examination survey» tra il 1999 e il 2018. A tutti era stato chiesto di elencare gli alimenti e le bevande consumati in determinati giorni, incluse le quantità e gli orari. È stato inoltre incluso un sottogruppo di 1.463 persone (del «Women’s and men’s lifestyle validation study») che hanno compilato un diario dettagliato su cibi e bevande per una settimana.

Riduzione del rischio di morte

Il 36% dei partecipanti è risultato bevitore mattutino di caffè (prima di mezzogiorno), il 16% bevitore nel corso della giornata (mattina, pomeriggio e sera) e il 48% non bevitore. I ricercatori hanno collegato queste informazioni con le registrazioni dei decessi e delle cause di morte per un periodo di circa dieci anni, in cui si sono verificati 4.295 decessi per tutte le cause, di cui 1.268 per malattie cardiovascolari e 934 per cancro.

Dopo l’aggiustamento per le quantità di caffè con caffeina e decaffeinato, le ore di sonno e altri fattori potenzialmente confondenti, il “modello mattutino”, piuttosto che quello giornaliero, è stato significativamente associato a rischi inferiori di mortalità per tutte le cause (-16%) e per malattie cardiovascolari specifiche (-31%) rispetto al non consumo di caffè. Anche quantità elevate di caffè (tre tazzine o più) sono risultate significativamente associate a un rischio inferiore di mortalità per tutte le cause, ma solo nei partecipanti mattutini, non in quelli giornalieri.

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Adecco e Diageo insieme per la formazione dei giovani rifugiati nei settori ospitalità e bartending

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Il progetto Diageo e Adecco (immagine concessa)

ROMA – Si è svolta a Roma la prima edizione speciale di Learning for Life dedicata esclusivamente alla formazione di studenti ucraini beneficiari di protezione internazionale, con status di rifugiati. Un’edizione straordinaria che sottolinea l’impegno di Diageo per l’inclusione sociale, realizzata in collaborazione con la divisione Inclusion di Adecco, Mylia e finanziata tramite i fondi Forma.Temp Misura Form.Integra.

Adecco insieme a Diageo per l’inclusione sociale

Il progetto, avviato a settembre e della durata complessiva di 250 ore, ha messo a disposizione di 13 partecipanti, selezionati per attitudine, un percorso completo di formazione, pensato per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro, con particolare attenzione al settore dell’ospitalità.

Dopo un corso iniziale di lingua, erogato dalla Scuola di Italiano per Stranieri Dante Alighieri, gli studenti hanno affrontato moduli dedicati alla cultura italiana, alle tecniche di lavoro con focus sulla gestione del cliente e alla sicurezza generale sul lavoro.

A completare il percorso, Diageo ha integrato il programma con il corso Learning for Life, che fornisce ai partecipanti una formazione pratica e teorica in bartending e mixology. Le lezioni, tenute da professionisti affermati del settore, preparano gli studenti non solo ad affrontare le sfide operative del mestiere, ma anche all’importante test finale, che rappresenta il passaggio verso opportunità di stage presso i migliori locali del panorama horeca in Italia.

Attualmente, gli studenti che hanno completato il corso stanno mettendo in pratica le competenze acquisite con Learning for Life presso i locali partner di Diageo nella capitale.

“Learning for Life è un corso di formazione che nasce con una forte finalità sociale – spiega Giorgio Liveriero, head of corporate relations Diageo southern Europe – finalizzato a fornire le conoscenze necessarie per imparare il mestiere del bartender e inserirsi efficacemente nel mondo del lavoro. Questa edizione straordinaria costituisce un ulteriore passo avanti in un percorso che Diageo ha intrapreso a livello globale con il proposito di ispirare gli studenti di Learning for Life a sviluppare le proprie capacità consapevoli che, grazie all’opportunità giusta, si possono raggiungere grandi obiettivi”.

“Da oltre quindici anni, come Adecco ci impegniamo per promuovere l’inclusione sociale e professionale delle persone rifugiate, supportandole lungo tutto il percorso di inserimento nel mondo del lavoro, a partire dal superamento delle barriere linguistiche. Siamo orgogliosi di aver avviato questo progetto insieme a Diageo, che rappresenta un passo concreto verso la costruzione di un mondo del lavoro più equo e inclusivo, in grado di restituire dignità e valorizzare i talenti di tutti.” ha commentato Alessandro Borgialli, direttore Adecco Inclusion Italia.

A livello globale, Learning For Life è una delle iniziative di formazione professionale più longeve e di maggior successo di Diageo. Lanciato nel 2008, il progetto ha l’obiettivo di fornire una formazione di qualità nel settore dell’ospitalità, migliorare le opportunità di occupazione dei giovani che faticano a trovare lavoro e dare impulso alla professionalizzazione del settore. Da allora, ha ispirato e trasformato la vita professionale di oltre 146.000 giovani in oltre 35 Paesi attraverso più di 90 corsi.

Dall’avvio del programma in Italia nel 2019 ad oggi, sono stati formati oltre 500 nuovi professionisti dell’ospitalità. Learning For Life si è dimostrato un successo non solo come strumento per favorire l’occupazione, ma anche come mezzo far evolvere settore dell’ospitalità nella direzione di una maggiore rappresentatività e inclusione.

 

Ferrero si espande negli Stati Uniti con le barrette proteiche di Power Crunch

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Ferrero salmonella Wells kinder bueno
Il logo della Ferrero

La multinazionale Ferrero ha firmato l’accordo per l’acquisizione di Power Crunch. Nell’ambito della transazione, Ferrero acquisirà una sede a Irvine, in California, e circa 50 dipendenti entreranno a far parte del Gruppo Ferrero in Nord America. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Efa News.

L’espansione del Gruppo negli Stati Uniti

ALBA (Cuneo) – Il gruppo Ferrero, azienda globale di prodotti alimentari dolciari, ha annunciato di aver firmato un accordo per l’acquisizione di Power Crunch da Bio-Nutritional Research Group. Fondata nel 1996, Power Crunch ha registrato una forte crescita negli ultimi tempi grazie al suo portafoglio di popolari snack proteici, tra cui una varietà di barrette e patatine ad alto contenuto proteico, lanciate nel 2024.

Nell’ambito della transazione, Ferrero acquisirà una sede a Irvine, in California, e circa 50 dipendenti entreranno a far parte del Gruppo Ferrero in Nord America. La transazione, i cui termini economici non sono stati resi noti, dovrebbe concludersi nelle prossime settimane, subordinatamente alle consuete condizioni di chiusura.

“Siamo entusiasti di accogliere Power Crunch nella famiglia Ferrero e nel nostro portafoglio di prodotti in continua espansione negli Stati Uniti -sottolinea Michael Lindsey, presidente e chief business officer di Ferrero North America. La qualità artigianale e gli investimenti ponderati che Ferrero applica al suo portafoglio hanno determinato il nostro successo in tutte le categorie. Non vediamo l’ora di applicare la stessa formula alla categoria dei prodotti migliori per te, a partire dai prodotti distintivi realizzati dall’eccezionale team di Power Crunch”.

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Caffè Gilli trionfa al concorso Cantuccio classico di pasticceria

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Ivan Santoro, responsabile del laboratorio di pasticceria insieme al maestro Massimo Davitti, con il premio (immagine concessa)

FIRENZE – Caffè Gilli di Firenze ha conquistato il primo posto alla terza edizione del concorso gastronomico Cantuccio classico di pasticceria aperto a pasticcerie e forni dell’area metropolitana fiorentina. Il contest, presentato dal giornalista Maurizio Melani, fa parte del calendario di Vetrina Toscana, il progetto della Regione Toscana che promuove il turismo enogastronomico con la regia di Toscana Promozione Turistica coadiuvata da Fondazione Sistema Toscana.

Caffè Gilli conquista il primo posto al concorso Cantuccio classico di pasticceria

Il riconoscimento, conferito da una giuria di esperti del settore che ha preso in considerazione 24 realtà dolciarie, premia non solo la qualità degli ingredienti utilizzati, ma anche la cura artigianale e l’innovazione che caratterizzano le varianti di cantucci proposte dalla storica pasticceria fiorentina.

I cantucci (immagine concessa)

I cantucci di Caffè Gilli si distinguono per la scelta di materie prime di altissima qualità: farina di grano tenero selezionata, mandorle intere rigorosamente italiane, uova fresche. La ricetta, custodita con gelosia, rispetta la tradizione ma si arricchisce di un tocco unico, grazie all’esperienza e alla passione dei maestri pasticceri.

Oltre al classico Cantuccio di Prato con mandorle, Caffè Gilli offre altre due varianti, all’arancia e cioccolato fondente e alla nocciola e cioccolato fondente, Che ogni giorno conquistano il cuore dei propri clienti, ognuna preparata artigianalmente, rispettando i tempi e i metodi tradizionali che garantiscono l’inconfondibile fragranza e croccantezza.

“Siamo orgogliosi di questo risultato, che rappresenta non solo un riconoscimento alla nostra passione per la pasticceria, ma anche un tributo alla tradizione toscana e all’artigianalità che contraddistingue Gilli da oltre 270 anni”, commenta il maestro Massimo Davitti, responsabile del laboratorio di pasticceria insieme a Ivan Santoro.

I cantucci premiati e le altre varianti sono disponibili presso il Caffè Gilli, nel cuore di Firenze, e attraverso il servizio l’e-shop sul sito caffegilli.com

La scheda sintetica di Caffè Gilli

Lo storico Caffè Gilli si trova nel centro di Firenze, in piazza della Repubblica. Simbolo di eccellenza e tradizione che accompagna da quasi tre secoli la vita dei fiorentini e dei visitatori di tutto il mondo, è stato fondato nel 1733 ed è oggi la pasticceria più longeva di Firenze e la seconda più longeva d’Italia.

Noto per la qualità dei suoi prodotti artigianali, Caffè Gilli offre un’ampia gamma di dolci tradizionali fiorentini, tra cui la celebre e pluripremiata Schiacciata fiorentina.

Ma non è solo la pasticceria a rendere unico Caffè Gilli: il locale è famoso anche per il suo impeccabile servizio di caffetteria e cocktail bar, con un’offerta studiata per accompagnare ogni momento della giornata, dalla colazione al dopo cena.

Nékojita FuFu: ecco il robot a forma di gatto che soffia sul caffè per raffreddarlo

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Nékojita FuFu
Nékojita FuFu (immagine presa dal sito Yokai Engineering)

LAS VEGAS – L’azienda giapponese Yukai Engineering ha presentato in occasione del CES 2025, la fiera che esplora la tecnologia in ogni suo aspetto con un particolare focus sull’intelligenza artificiale di Las Vegas conclusa l’11 gennaio, Nékojita FuFu: un piccolo robot a forma di gatto che si attacca al lato di una tazza o di una ciotola, soffiando aria per aiutare a raffreddarne il contenuto (ad esempio una tazza di caffè).

La presentazione di Nékojita FuFu

L’azienda con sede a Tokyo afferma che il robot combina un ventilatore e un algoritmo speciale — o un Fu-ing System — per soffiare con intensità e intervalli casuali, imitando in tutto e per tutto il comportamento umano.

Il nome unico deriva dalla combinazione di due concetti distinti. “FuFu” è un’onomatopea che richiama il suono che facciamo soffiando sul cibo. Neko-jita significa “lingua di gatto”.

Questo, a sua volta, è un riferimento alle persone con una bassa tolleranza al cibo caldo, una condizione che, secondo un sondaggio, colpisce quasi metà della popolazione giapponese.

“Nékojita FuFu è nato dal Make-a-Thon interno di Yukai Engineering del 2024,” osserva l’azienda come riportato dal portale Techcrunch, “durante il quale un leader del team ha ricordato di quanto avesse desiderato un aiuto anni fa per soffiare sul cibo appena cucinato per il suo bambino, perché spesso questa attività lo lasciava senza fiato e stordito.”

Svizzera: il cioccolato di Dubai al supermercato nel mirino dei ladri

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La produzione di cioccolato (Pixabay License)
Alcuni punti vendita Coop e Lollipop in Svizzera hanno messo sottochiave il cioccolato di Dubai in alcune filiali perché andava letteralmente troppo a ruba. Altri supermercati non hanno invece constatato anomalie in relazione ai furti. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del portale d’informazione Ticinio News.
I ladri di cioccolato in Svizzera

MILANO – Il cioccolato di Dubai continua a riscuotere successo. Talmente tanto che alcuni supermercati hanno dovuto adottare alcune misure per tenere a bada i ladri. Sì perché la tavoletta caratterizzata da una farcitura di pistacchio ha fatto gola a molti avventori. Stando al portale Nau.ch alcuni supermercati hanno dovuto depositare il prelibato cioccolato in un’area sicura, come già avviene per altri prodotti come superalcolici, sigarette o sacchi della spazzatura.

Coop per esempio ha messo in alcune filiali il prezioso cioccolato dietro alle proprie casse per evitare furti. Stando al portale svizzerotedesco tre tavolette su cinque messe in vendita sarebbero state rubate. Il commerciante al dettaglio non ha voluto fornire cifre, sottolineando che la maggior parte dei clienti è onesta. Ma non tutti. Da qui la decisione di mettere sottochiave il prodotto, del costo di 13 franchi.

Anche il negozio di dolciumi Lolipop vende il cioccolato di Dubai solo in un’area sicura presso la filiale alla stazione di Berna. “Abbiamo notato che viene rubato più spesso”, ha confermato un portavoce al portale. L’attrattiva per il prodotto è legato alla sua popolarità e al suo status speciale. Ecco perché anche i dipendenti sono stati sensibilizzati di conseguenza.

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Andrea Antonelli: “Chi lascia la tramoggia sporca lo fa per negligenza: i grassi rancidi hanno un impatto negativo anche sulla salute del cliente”

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Andrea Antonelli (immagine concessa)
Andrea Antonelli (immagine concessa)

RIMINI – Andrea Antonelli è una figura molto nota nel mondo del caffè – già campione italiano latte art nel 2006, è poi stato premiato miglior brand ambassador per i Barwards nel 2022 con pulyCAFF – grazie anche ai suoi corsi di qualificazione da sempre dedicati alla figura professionale dietro al bancone.

Con il suo lavoro formativo, ha toccato tutti i temi attorno alla tazzina: dalla latte art alla chimica del latte, dagli assaggi professionali alla tostatura, sino alla corretta manutenzione delle attrezzature. Sempre attento a tutta la filiera dal chicco compresa, non ultima per importanza, la pulizia delle macchine.

In occasione di SIGEP World 2025 è stato possibile confrontarsi con l’esperto proprio su quest’ultimo tema, cruciale e da poco per altro comparso sugli schermi nazionali di Report. Da qui, parte la discussione in Fiera.

Una recente trasmissione televisiva, Report di Rai3 e le polemiche che sono seguite hanno rilanciato, tra l’altro, le problematiche relative alla tramoggia del macinino. Innanzitutto si tratta di tramoggia o campana?

“Facciamo subito chiarezza sui termini: in italiano il termine corretto è tramoggia, mentre in inglese si traduce con hopper bean: la parola “campana” non trova infatti corrispondenza in “hopper” e quindi per una traduzione appropriata, si deve usare l’espressione intera “hopper bean”.”

Antonelli, alcuni affermano che la tramoggia sporca aiuta a mantenere forte l’aroma del caffè. Altri affermano che invece serve per nascondere il caffè cattivo all’interno. Qual è la verità?

Chi lascia la tramoggia sporca, lo fa innanzitutto per nascondere i grassi che rancidiscono e, sicuramente, per negligenza. Questi grassi rancidi influiscono sull’aroma del caffè e sulla materia prima, ovvero il chicco tostato, e questi a loro volta vengono poi trasferiti nella macinatura, quindi in tazza, e infine hanno inevitabilmente un impatto anche sulla salute del consumatore”.

Bisogna pulire la tramoggia con coscienza quindi

“Innanzitutto dovremmo informarci su quella che è la materia prima che abbiamo a disposizione, partendo dal presupposto che non dobbiamo nascondere ma, al contrario, essere trasparenti.

Ho visto che negli ultimi mesi alcune aziende, anziché consigliare le giuste operazioni di pulizia delle attrezzature, si limitano a creare delle latte o dei bidoni che tutto sono tranne che trasparenti: in questo modo riescono anche a farsi pubblicità, mascherando ciò che il barista non andrà mai a pulire. Sono certo che questi contenitori di metallo non verranno mai puliti all’interno”.

Antonelli, come si pulisce la tramoggia?

“La tramoggia più comune è quella di plastica o policarbonato ma può essere anche di vetro. È caratterizzata da diversi interstizi e delle fessure molto sottili, che rendono la manutenzione piuttosto complessa. Bisogna procedere con la dovuta attenzione: alcune si inseriscono all’interno dell’apri camera della macinatura e sono dotate anche dei sensori che avviano o interrompono il funzionamento corretto del macinacaffè.

Fatta questa doverosa premessa, la tramoggia si pulisce con dei prodotti specifici, che non sono però i semplici detergenti: questo perché esistono dei modelli sul mercato che sono difficili da risciacquare. Per ovviare al problema, pulyCAFF ha realizzato dei prodotti che non hanno bisogno di risciacquo e che rientrano nella normativa HCCP. Il nostro puly hopper, sviluppato ormai nel 2011, ne è un esempio pratico. Sono passati quasi 15 anni e ormai dovremmo sapere tutti come si effettua una giusta pulizia.

La pulizia della tramoggia del macinacaffè
La pulizia della tramoggia del macinacaffè

Ci sono persino numerosi tutorial che si possono vedere su YouTube.

pulyCAFF studia anche lo sviluppo di etichette che spiegano bene attraverso sia istruzioni scritte sia figurative, come impiegare correttamente il prodotto. Ci proponiamo alle torrefazioni per poter fare il nostro ingresso e insegnare le modalità di una corretta manutenzione. Nella stessa direzione vanno i nostri pulyDAY. Si tratta di corsi mirati alla formazione sull’utilizzo efficiente del prodotto e sulla maggior cura di tutti quei pezzi da smontare perché interessati dal passaggio del caffè e non giovano al risultato finale in tazza, se non adeguatamente trattati. ”

Antonelli, quando la tramoggia è pulita ci sono ancora le macine

“Le macine sono un particolare più complesso da affrontare in autonomia e, a volte, richiedono una maggiore assistenza. Per evitare di dover richiedere il supporto tecnico troppo spesso, abbiamo sviluppato il pulyGRIND crystals, appunto come suggerisce il nome, in cristalli, con l’obiettivo di liberare gli spazi occlusi in camera di macinatura all’interno delle gole delle stesse macine. Sia essa piana o conica, per uso domestico o professionale.

pulygrind
Il nuovo barattolo di pulyGRIND Crystals (immagine concessa)

C’è di più: pulyGRIND è in grado di riprendere l’olio depositatosi nella camera di macinatura e lasciarla pulita, non semplicemente deterso o igienizzato: questo perché si tratta di un vero e proprio lavaggio a secco che avviene nello spazio principale in cui il chicco viene trasformato in polvere”.

Il macinino e la tramoggia sono macchine fredde vicino ad una macchina calda. Perché non usare gli stessi detergenti per entrambi?

“Innanzitutto la macchina del caffè espresso è un boiler e funziona con l’acqua calda. Il macinacaffè invece, è una macchina a freddo poiché al suo interno non circola l’acqua bollente. Per queste ragioni, i due macchinari hanno bisogno di un approccio completamente diverso l’uno dall’altro. In effetti spesso si potrebbe pensare di spazzolarli entrambi allo stesso modo, ma non sarebbe corretto.

Proviamo a spiegare brevemente il perché: innanzitutto con il caldo, i metalli reagiscono negativamente al passaggio di spugne e spazzole. Ricordiamoci che alla stessa maniera anche le macchine a freddo non reagiscono bene davanti ad accessori come spugne abrasive e pennelli, che possono rovinare le pareti di ferro.

Ecco perché il nostro primo obiettivo di Asachimici pulyCAFF è quello di generare prodotti per la manutenzione e la cura delle attrezzature che si limitino a sgrassare e a togliere la patina di sostanze nocive che si genera con il cambio di temperatura o nel lasso di tempo che passa da quando viene aperto il pacco di caffè al momento in cui viene erogato”.

Da diversi anni pulyCAFF fa prodotti rispettosi dell’ambiente. Cosa significa nello specifico?

Antonelli: “Sviluppiamo detergenti e pulitori a partire proprio dalle confezioni. A SIGEP per esempio, abbiamo dimostrato come siamo riusciti a realizzare un packaging al 100% di plastica riciclata e riciclabile. Abbiamo sviluppato dei prodotti con delle azioni lavanti, derivati dal mondo vegetale. Quindi abbiamo svolto alcune ricerche per trovare materie prime che possano sostituire quelle più tradizionali per rispettare non solo l’ecosistema, ma intercettare anche le nuove esigenze del consumatore più attento alla sostenibilità, senza però dover tralasciare la qualità del prodotto”.