martedì 18 Novembre 2025
Home Blog Pagina 231

Dersut Caffè presenta il bilancio di sostenibilità 2023

0
dersut
Il bilancio di sostenibilità 2023 di Dersut Caffè (immagine concessa)

CONEGLIANO (Treviso) – La torrefazione Dersut Caffè, con sede nel comune di Conegliano, in provincia di Treviso, conclude il 2024 analizzando e guardando a quanto ha conseguito l’anno precedente nel 2023 in termini di sostenibilità grazie alla pubblicazione del nuovo bilancio.

Il bilancio di sostenibilità di Dersut Caffè

Il bilancio di sostenibilità 2023 illustra gli obiettivi dell’azienda per uno sviluppo sostenibile secondo i principi di integrazione della dimensione economica, ambientale e sociale.

Il bilancio dell’azienda  inoltre, traccia la traiettoria di quelli dell’anno che si sta per volgere al termine.

È possibile scorrere in fondo alla pagina e leggere il Bilancio di Sostenibilità 2023 cliccando qui.

Lindt & Sprüngli contro Aldi per le palline di cioccolato simili al marchio Lindor

0
lindt
Il logo del celebre produttore elvetico di cioccolato

La catena di supermercati Aldi, dall’inizio dello scorso autunno, vende nelle filiali elvetiche e online delle palline di cioccolato a forma sferica del marchio Moser-Roth con carta regalo rossa e blu che ricorda i prodotti Lindor la cui origine risale al 1969. Lindt & Sprüngli ha dapprima contestato la somiglianza e poi, con lettera del 3 dicembre 2024, ha notificato una diffida ad Aldi per aver distribuito in Svizzera le palline Moser-Roth rosse e blu.

Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Como Zero.

La battaglia legale di Lindt & Sprüngli contro Aldi

MILANO – Il braccio di ferro più impensabile del Natale 2024 viene dalla Svizzera e riguarda il prodotto simbolo della Confederazione: il cioccolato. E a sfidarsi sono due colossi: Lindt, celeberrima casa produttrice dei Lindor, e – in difesa – la catena di supermercati Aldi.

A riferire la vicenda è stato l’Aargauer Zeitung, ripreso poi dai media anche ticinesi. Tutto nasce dal fatto che la grande catena di supermercati Aldi, dall’inizio dello scorso autunno, vende nelle filiali elvetiche e online delle “palline di cioccolato” del marchio Moser-Roth. In particolare in due versioni natalizie, ossia Nuss Mandel e Knusper Nugat.

Cosa che però ha fatto storcere il naso – e prendere le carte bollate – nientemeno che alla Lindt & Sprüngli.

E non soltanto per la forma sferica dei cioccolatini natalizi, ma anche perché le palline di Aldi sono avvolte in una sorta di carta regalo rossa o blu che richiama gli incartamenti tipici delle palline Lindor la cui origine risale al 1969.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Il cioccolato Novi presente al Festival di Sanremo con le degustazioni gratuite

0
novi
Il logo Novi

Fino al 16 febbraio, l’azienda Novi offre degustazioni, intrattenimento e un’esperienza immersiva presso il Truck Crema Novi per portare la dolcezza nel cuore del Festival di Sanremo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Riviera Time.

Novi a Sanremo

SANREMO – Novi, il Grande Cioccolato Italiano, debutta per la prima volta nelle strade di Sanremo, unendo il gusto inconfondibile della sua crema spalmabile all’atmosfera vibrante della kermesse della Canzone italiana. Crema Novi, con la sua ricetta dal suo 45% di nocciole, tutte esclusivamente italiane, è da sempre sinonimo di qualità e passione, proprio come il Festival di Sanremo, che ogni anno celebra l’eccellenza musicale attraverso la selezione dei migliori artisti e melodie.

Ed è proprio sulla base di questi ingredienti fondamentali in comune, che fino a domenica 16 febbraio, nel cuore pulsante della città, tra il casinò e il Teatro Ariston, prendono il via, per la prima volta da parte di Novi, esclusive attivazioni on-site pensate per far vivere al pubblico il gusto autentico e la tradizione di Crema Novi in un contesto unico.

Nella settimana del Festival, nel cuore di Via Matteotti è stato allestito un Truck vintage dove tutti i visitatori del centro di Sanremo possono degustare Crema Novi in un’atmosfera che richiama la tradizione e i ricordi più dolci del passato, oltre a richiamare la campagna televisiva “Provala, NO?” incentrata proprio sulla crema spalmabile.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Cacao e tè verde possono proteggere dagli effetti dannosi dei cibi grassi: lo studio

0
fave cacao ghana africa america Emily Urías cioccolato virus modica svizzera
Le fave di cacao (Pixabay licensed)

I flavonoidi contenuti nel cacao e nel tè verde possono svolgere una funzione protettiva per l’organismo quando lo si espone a cibi grassi nei periodi in cui gioca un ruolo fondamentale lo stress mentale. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Food and Function, condotto dagli scienziati dell’Università di Birmingham.

La nutrizionista Anna Villarini e la scienziata Catarina Rendeiro spiegano i benefici nell’articolo di Camilla Sernagiotto pubblicato su Cook del Corriere della Sera. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo.

I benefici del cacao e del tè verde

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Lavoro, i dipendenti italiani tra i più insoddisfatti in Europa: solo il 43% soddisfatto

0
lavoro
Alessandro Zollo, ceo di Great Place to Work Italia (immagine concessa)

MILANO – L’Italia è maglia nera a livello europeo per il livello di soddisfazione dei collaboratori. Solo il 43% dei dipendenti italiani, infatti, considera, la propria organizzazione un ottimo luogo di lavoro, un dato che pone il Bel Paese all’ultimo posto di questa speciale classifica, dietro anche a Cipro (53%), Polonia (47%) e Grecia (44%).

I collaboratori europei più soddisfatti sono invece danesi (75%), norvegesi (73%) e svedesi (68%), con un indice medio di soddisfazione lavorativa che in Europa è pari al 59%. È questo uno dei dati forti che emergono dalla prima edizione del rapporto European Workforce Study 2025, stilato a livello europeo da Great Place to Work, ascoltando i pareri e le opinioni espresse da quasi 25mila collaboratori, attivi in 19 paesi del Vecchio Continente.

I dipendenti italiani tra i più insoddisfatti d’Europa

Tra i settori, tecnologia (65%), finanza (63%) e servizi professionali (62%) sono quelli in cui i collaboratori mostrano i più alti livelli di soddisfazione. In generale, la gran parte della forza lavoro europea non si sente valorizzata e lo scarso apprezzamento mostrato dal management aziendale, con meno di un responsabile su due (48%) che ricerca e prende in considerazione con reale interesse i suggerimenti e le idee sviluppate dai dipendenti, genera parecchia insoddisfazione.

Essere trattati con rispetto, l’equilibrio tra lavoro e vita privata, la sicurezza psicologica, la coerenza della leadership e ricevere una retribuzione equa sono i 5 principali fattori che determinano il grado di soddisfazione dei dipendenti europei. La soddisfazione della forza lavoro ha un impatto diretto sulla produttività ed ecco quindi come avere dei dipendenti insoddisfatti o poco coinvolti possa costare alle aziende europee delle ingenti perdite nel confronto con i competitor in grado di soddisfare al meglio le esigenze dei collaboratori.

In questo senso Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Svezia e Svizzera rappresentano i benchmark di riferimento a livello europeo in termini di cultura aziendale con riflessi diretti e positivi sulla produttività del lavoro, calcolata come PIL per ora lavorata. In fondo al ranking, con un differenziale medio di 15 punti percentuali, troviamo anche qui l’Italia in compagnia di Grecia, Polonia, Francia e Portogallo.

La qualità della leadership influisce sui risultati aziendali e, in questo senso, lo studio di Great Place to Work analizza nel dettaglio un modello di leadership, quello della fiducia, basato su 3 componenti (la credibilità del management, l’equità nel trattamento e il rispetto nei confronti dei collaboratori). La qualità della leadership varia notevolmente in Europa dove ai modelli virtuosi, riconosciuti dai lavoratori in Danimarca (64%), Paesi Bassi (63%), Norvegia e Svezia (62%) fanno da contraltare quelli di Francia (49%), Polonia (48%), Grecia, Lussemburgo (47%) e Italia (44%), in cui meno di un collaboratore su due si fida dei propri responsabili, a fronte di una media europea del 55%.

“La qualità della leadership ha un impatto positivo e profondo sulle prestazioni di un’organizzazione e in questo senso l’indagine svolta dimostra come la soddisfazione, la fidelizzazione e il sostegno dei dipendenti ne guidano in maniera diretta la produttività quando si è in presenza di leader di cui ci si può fidare – spiega Alessandro Zollo, ceo di Great Place to Work Italia – Solo il 4% dei collaboratori si dichiara soddisfatto delle organizzazioni in cui manca una leadership che suscita elevati livelli di fiducia, un divario di ben 85 punti percentuali se confrontato con il livello di soddisfazione (89%) mostrato dai collaboratori dei migliori luoghi di lavoro europei (Best Workplaces Europa 2024)”.

Zollo aggiunge: “L’impatto diretto della cultura organizzativa e della qualità della leadership sulle prestazioni è innegabile, ora è tempo per i leader delle organizzazioni e per le scuole di management di agire sulle capacità dei futuri manager di conquistarsi la fiducia dei propri collaboratori. Da qui, e non solo dall’innovazione e dalla tecnologia – conclude Zollo – si può partire per aumentare la produttività di questo Paese”.

La leadership di prossimità è un’altra abilità fondamentale. Quando i leader sviluppano la capacità di essere vicini ai collaboratori, sfruttano l’empatia, la curiosità e l’autenticità e le integrano nel loro set di competenze manageriali, le organizzazioni ottengono risultati migliori in termini di soddisfazione, fidelizzazione e sostegno da parte di dipendenti e clienti. Purtroppo i leader aziendali europei sono carenti nelle capacità di leadership di prossimità con meno di un leader su due (42%) che è disposto a concedere autonomia ai collaboratori, fidandosi di loro affinché facciano un buon lavoro.

Inoltre in Europa solo i leader di realtà attive nei settori dei servizi professionali e dell’immobiliare sono in sintonia con i propri dipendenti. Danimarca, Svezia (61%), Paesi Bassi e Svizzera (60%) sono i paesi europei migliori per quanto riguarda le competenze di prossimità dei manager, superando di quasi 20 punti percentuali il Lussemburgo e l’Italia, che con il 42% si trovano in fondo alla classifica.

Il Nord Europa è avanti, a livello europeo, nella sicurezza psicologica sul lavoro con Norvegia (65%), Danimarca (64%) e Paesi Bassi (62%) che offrono gli ambienti di lavoro più sicuri dal punto di vista psicologico; con ben 20 punti percentuali di differenza nel confronto con le peggiori realtà che si trovano in Grecia (43%), Lussemburgo (41%), Polonia (39%) e Italia (38%). “Non è solo il potere d’acquisto il problema dei lavoratori in Italia – sostiene Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia – La percezione dei leader (manager/responsabili/people manager) sempre più lontani e la scarsa serenità nell’ambiente di lavoro rendono la fiducia dei dipendenti italiani la più bassa in Europa e li spingono, più che in ogni altro paese europeo, a cercare altri lavori e altri manager”.

Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia (immagine concessa)

Ecco infine le 10 ragioni per cui i collaboratori europei si sentono insoddisfatti sull’ambiente di lavoro, senza essere valorizzati, inclusi e dati per scontati:

1. Mancato apprezzamento dei manager: sono meno di uno su due (49%) i responsabili che apprezzano un lavoro ben fatto e l’impegno mostrato dai collaboratori.
2. Dialogo di facciata management-dipendenti: solo il 48% dei responsabili ricerca, con reale interesse, suggerimenti e idee dei dipendenti, prendendoli in seria considerazione.
3. No extra premi: il 47% dei dipendenti dichiara di avere l’opportunità di ottenere un riconoscimento speciale.
4. Stipendi poco equi: il 45% dei collaboratori ritiene di essere pagato in maniera equa per il lavoro svolto.
5. Esclusione dalle scelte fondamentali sull’ambiente di lavoro: solo il 44% dei manager coinvolgono le persone nelle decisioni che influiscono sulle modalità e sul luogo di lavoro
6. Favoritismi nelle nomine: poco più di 4 collaboratori su 10 (43%) pensano che i manager non facciano favoritismi.
7. Welfare aziendale assente: il 42% dei collaboratori europei si vede riconosciuti dei benefit particolari.
8. Diversità e inclusione: per i dipendenti solo nel 38% dei casi le organizzazioni europee comunicano in maniera efficace le informazioni relative alla neurodiversità e ai servizi di supporto.
9. Meritocrazia: poco più di un terzo dei dipendenti europei (37%) ritiene che le promozioni vadano a chi le merita di più.
10. Redistribuzione degli utili: solo il 36% dei collaboratori delle organizzazioni europee ritiene di ricevere una parte equa della ricchezza prodotta dall’azienda.

Iiac prosegue lo sviluppo della formazione dei docenti

0
iiac
Il logo Iiac

MILANO – Giovedì 30 gennaio, presso la sede di Rancilio Group a Villastanza (Milano), si è tenuta la formazione per nuovi Iiac Lecturer del corso Italian Espresso Specialist di IIAC – International Institute of Coffee Tasters. La giornata, rivolta a docenti già abilitati a insegnare il corso Italian Espresso Tasting, ha avuto l’obiettivo di fornire loro le competenze necessarie per tenere in autonomia il corso successivo.

L’attività si è focalizzata sull’analisi del corso Italian Espresso Specialist, sui suoi contenuti e sulle modalità di organizzazione ed esecuzione del corso, nonché sulle modalità di comunicazione e trasmissione delle conoscenze acquisite ai loro futuri allievi. Durante la giornata, i partecipanti sono inoltre stati impegnati e valutati in diverse valutazioni pratiche, con l’assaggio di diverse miscele espresso e di cappuccino.

“Questo corso rappresenta per noi un passo fondamentale per formare alcuni dei migliori esperti del settore come nostri docenti – ha commentato Carlo Odello, presidente Iiac – Grazie alla loro preparazione, potranno contribuire a livello sia nazionale che internazionale nella diffusione del nostro metodo indipendente e scientifico per l’assaggio dell’espresso”.

La scheda sintetica dell’Iiac – International institute of coffee tasters

Iiac – International institute of coffee tasters è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè. Dalla sua fondazione Iiac ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo.

Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese. Iiac è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

La catena di caffetterie giapponese % Arabica apre in Ungheria

0
% Arabica
Il logo % Arabica

% Arabica, il marchio di caffè giapponese registrato a Hong Kong, ha aperto il suo primo negozio in Ungheria. Secondo la pagina Facebook ufficiale, l’inaugurazione ufficiale del locale è avvenuta il 26 gennaio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di John Woods per il portale d’informazione Daily News Hungary.

L’apertura di % Arabica in Ungheria

BUDAPEST – Il marchio giapponese di caffè premium ha aperto il primo negozio a Budapest. Intervenendo all’inaugurazione a Budapest, Péter Szijjártó, ministro degli Esteri ungherese, ha evidenziato il ruolo dell’Ungheria come ponte per la cooperazione tra Oriente e Occidente e ha osservato che ora non è più difficile salire su un volo diretto per Budapest da numerose grandi città cinesi, come Shenzhen o Hong Kong. Ha aggiunto che i turisti cinesi hanno trascorso oltre mezzo milione di notti in Ungheria l’anno scorso, supportando le prestazioni record del settore.

Szijjártó ha affermato che la scelta dell’Ungheria per il primo negozio % Arabica nell’Europa centrale è motivo di orgoglio, aggiungendo che i proprietari del franchising lo hanno visto come un primo passo a cui ne seguiranno altri. Ha sottolineato l’inizio di una cooperazione di otto anni con gli investitori che si estende alla gastronomia, al turismo e a uno spazio espositivo per giovani artisti ungheresi, offrendo loro la possibilità di aumentare la propria visibilità sui mercati asiatici.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

A Verolengo il bar con campi da calcetto e basket dell’imprenditore Andrea Peragine

0
verolengo
Il municipio di Verolengo (immagine: Wikimedia Commons)

Andrea Peragine, imprenditore con un bagaglio di esperienze internazionali dal Messico a Viareggio, ha deciso di investire nel suo paese natale con un progetto ambizioso: la Bocciofila di Verolengo, un bar moderno con l’ambizione di diventare luogo di ritrovo per tutta la comunità. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Michelle Anoush Forno pubblicato sul portale Torino Cronaca.

Il bar internazionale a Verolengo

VEROLENGO (Torino) – Cosa rende un bar speciale? È forse l’aroma del caffè che si diffonde nell’aria, o l’atmosfera accogliente che invita a sedersi e rilassarsi? A Verolengo, un piccolo comune piemontese, sta per aprire un locale che promette di essere tutto questo e molto di più. Andrea Peragine, imprenditore con un bagaglio di esperienze internazionali, ha deciso di investire nel suo paese natale con un progetto ambizioso: la “Bocciofila di Verolengo”, un bar moderno e instagrammabile che punta a diventare un punto di riferimento per la comunità.

Dopo aver gestito locali in Messico e Viareggio, e aver avviato un’impresa di decorazione edile con il suo amico Alessandro Uda, Andrea ha scelto di tornare a Verolengo, dove vive da trent’anni. “Mi piacciono le persone di Verolengo, voglio bene alla gente del paese e credo fortemente in questo progetto”, afferma Andrea, sottolineando come il suo bar non sia solo un’attività commerciale, ma anche un’opportunità per contribuire alla crescita della comunità.

Per realizzare il suo sogno, Andrea ha deciso di investire circa 100.000 euro, cifra che comprende arredamenti moderni, attrezzature di ultima generazione e un ricco programma di eventi per rendere il locale un punto di aggregazione per tutti. Il bar sarà aperto tutti i giorni, dalla colazione alla sera, offrendo una vasta gamma di opzioni per soddisfare le diverse esigenze della comunità.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Caramella day: secondo lo studio per 1 italiano su 3 è un prodotto legato ai ricordi

0
caramella
Le caramelle toffee (immagine concessa)

MILANO – Consumate ancora oggi da oltre 9 italiani su 10, le caramelle sono un prodotto intramontabile del made in Italy alimentare. Un po’ perché ci riportano al passato, ai ricordi di infanzia e alle persone care con le quali abbiamo condiviso momenti che conserviamo nel cuore, nei quali c’erano sempre le caramelle. Dall’altra perché si tratta di un prodotto innovativo, che è stato capace di reinventarsi attraverso nuove tipologie, gusti, consistenze e conquistare le giovani generazioni di italiani.

Proprio per celebrare uno dei prodotti più amati sia dagli adulti che dai bambini, Unione Italiana Food, che rappresenta le principali aziende produttrici di caramelle, ha voluto istituire per l’11 febbraio il Caramella day.

Per l’occasione, l’indagine commissionata ad AstraRicerche ha evidenziato il lato più iconico ed emotivo di questo prodotto. Dallo studio è emerso che per 1 italiano su 3 (33%) le caramelle sono in primis un prodotto intramontabile: la chiave per aprire la stanza dei ricordi e far tornare alla mente momenti vissuti con le persone care. Come i propri nonni, che per 4 italiani su 10 (41%) sono la prima figura familiare che le caramelle fanno ricordare.

Ricordi di caramelle: dai momenti vissuti con i familiari alle feste fino al negozio sotto casa

I bei momenti in compagnia con i propri cari sono proprio il primo ricordo associato alle caramelle (25%).

Subito dopo i nonni, troviamo i propri genitori (18%), seguiti dagli amici coetanei (16%) e dai fratelli e le sorelle (12%). In questa classifica del “legame” con le caramelle, emergono anche alcune situazioni speciali come le feste (20%), tra cui Halloween, la Befana, Santa Lucia o Carnevale, nelle quali questi prodotti sono protagonisti.

Oppure luoghi che ci sono entrati nel cuore, come il negozio di fiducia sotto casa in cui acquistare le caramelle (19%).

6 italiani su 10 hanno delle caramelle preferite: in testa i gusti classici

Dallo studio AstraRicerche emerge che 6 italiani su 10 (61%) hanno delle caramelle preferite. E che il tema della memoria e dei ricordi d’infanzia ritorna anche a livello di gusto. I sapori assaggiati da bambini hanno ancora un forte significato per gli adulti di oggi: le caramelle dai gusti “classici” e riconoscibili, presenti a scaffale da tanti anni, sono quelle che piacciono di più (36%).

Allo stesso tempo 1 italiano su 4 (24%) ha una preferenza per le caramelle funzionali – balsamiche, con vitamine, senza zucchero – e verso quelle con gusti innovativi (13%).

Dal punto di vista del “packaging” prevale invece la busta (33%), seguita dalle caramelle sfuse o monopezzo (27%), dall’astuccio (17%) e infine dal tubetto (16%).

Sono amate perchè sinonimo coccola e dolcezza

Ma perché ancora oggi le caramelle sono così amate? In primis per il piacere di prendersi un momento di dolcezza e coccola: la pensano così 4 italiani su 10 (40%). Molto apprezzati anche la freschezza e il buon sapore che lasciano in bocca dopo averle consumate (23%), la versatilità di diversi gusti presenti sul mercato (18%) e le diverse consistenze (11%).

“Le caramelle rappresentano oggi un’eccellenza – riconosciuta a livello internazionale – del Made in Italy alimentare. Dietro al loro sapore inconfondibile si intuiscono sia la lunga tradizione, sia il costante impegno nella ricerca della qualità e nell’utilizzo dei migliori ingredienti. Questo riflette l’essenza della sapienza manifatturiera italiana”, afferma Luigi Serra, produttore e portavoce del progetto Piacere Caramelle. “Inoltre, alle caramelle gli italiani sono particolarmente affezionati, forse per il loro significato profondo: i ricordi legati all’infanzia, con le sue emozioni, dolcezze e gratificazioni. Sono piccoli, ma importanti momenti di gioia e di nostalgia che fanno parte della nostra storia personale.”

Oggi sul mercato si possono trovare diverse tipologie di caramelle con gusti o texture che si adattano a diversi stili di consumo: dalle dure alle gommose, dalle gelée alle ripiene. E poi pastiglie o tavolette, mou o toffee, mentine, lecca-lecca: per ciascuno c’è la caramella giusta.

Un settore, quello della caramella, dalla forte impronta innovativa, che ha permesso di intercettare i gusti dei consumatori moderni, anche giovani, proponendo nuovi prodotti e gusti.

Nel settore dolciario ogni anno vengono lanciate sul mercato in media 10-15 nuovi tipi di  caramella, a fronte di circa 35-40 ricette realizzate. A guidare questa scia sono i prodotti senza zucchero o con un basso apporto calorico. Grande spazio di manovra anche per le cosiddette caramelle nutraceutiche, ossia tutto quel segmento che possa dare benefici per l’organismo come, per esempio, l’apporto di vitamine o propoli per rafforzare le difese immunitarie.

Fabbri 1905 lancia il corso base di gelateria artigianale per detenute

0
fabbri
Il corso di gelato artigianale (immagine concessa)

BOLOGNA – Non un semplice corso di gelateria, ma un’occasione per ripartire. Si è svolto alla Casa Circondariale Verziano di Brescia il Corso base di gelateria artigianale, percorso professionalizzante che ha coinvolto 8 detenute, introducendole all’arte del gelato e ad un possibile mestiere fuori dalle mura circondariali.

Riparte così, dopo il grande successo dell’edizione 2024, il Progetto nazionale del Soroptimist International d’Italia “Si sostiene in carcere”, realizzato in collaborazione con Fabbri 1905.

L’iniziativa, nata nel 2017 ma poi interrotta a causa della pandemia e per la quale l’associazione ha firmato un protocollo d’intesa con il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, ha come obiettivo quello di favorire il reinserimento nella società delle detenute, attraverso l’acquisizione di competenze professionali concretamente spendibili sul mercato del lavoro e capaci anche di migliorare la vita quotidiana dentro il carcere: il gelato, grazie alle allieve, entra spesso infatti nei menù dell’istituto.

Quella bresciana è la prima tappa di un tour che coinvolgerà nel corso del 2025 ben 8 istituti penitenziari femminili italiani e 15 Club Soroptimist, diplomando circa un’ottantina di detenute tra Vercelli, Modena, Verona, Pisa, Torino e Firenze.

“Il gelato – commenta la famiglia Fabbri – è da sempre associato a momenti di spensieratezza e felicità. Siamo particolarmente orgogliosi di questa iniziativa, che porta in sé molti dei valori in cui crediamo da sempre: il ruolo delle donne, la centralità della formazione, il sostegno al mondo della gelateria artigianale. Ringraziamo Soroptimist per averci scelto come partner di un’iniziativa così meritoria che quest’anno viene ulteriormente rafforzata”.

L’azienda di Bologna fornisce gli ingredienti per fare il gelato e i materiali necessari (ricettario, grembiuli, marise, cappellini, ecc) per il percorso didattico, ma soprattutto mette a disposizione il proprio know how: grazie alla disponibilità di Rosa Pinasco, docente della Scuola Fabbri Master Class, da oltre 20 anni punto di riferimento internazionale per l’alta formazione in gelateria e pasticceria, è stato strutturato un ciclo di lezioni teoriche e dimostrazioni pratiche per consentire alle allieve, al termine del corso, di preparare basi bianche, basi frutta, vaniglia, variegati, nocciola, sorbetti, ma anche presentare e porzionare gelati, coni e coppette.

Tutte le partecipanti ricevono inoltre un diploma ufficiale, riconosciuto e spendibile sul mercato del lavoro.

“C’è veramente grande entusiasmo intorno a questo progetto – assicura Paola Pizzaferri, referente nazionale di Soroptimist -. L’edizione 2025 è infatti partita proprio sulla forte spinta delle sezioni locali e delle Direzioni degli stessi istituti di pena coinvolti lo scorso anno hanno chiesto di poter partecipare di nuovo”.

Pizzaferri: “Perché, come abbiamo potuto constatare, il corso lascia un’eredità importante alle allieve, che va al di là delle fondamentali competenze tecniche-professionali acquisite e dell’opportunità lavorativa futura, obiettivo prioritario del progetto: rapporti personali, metodo di lavoro e studio, fiducia nelle proprie capacità. L’auspicio è continuare ad ampliare il progetto, coinvolgendo sempre più istituti nelle diverse regioni d’Italia e promuovendo nel territorio partnership per borse lavoro e impieghi nell’ambito della gelateria artigianale”.

Calendario 2025

  •  3, 4, 5 febbraio Casa Circondariale “Verziano” di Brescia
  •  10, 11, 12 Marzo 2025 Casa Circondariale di Vercelli, sostenuto dai Club Vercelli, Alto Novarese, Biella, Novara, Valsesia, Verbano
  •  28, 29, 30 Aprile 2025 Casa Circondariale di Modena sostenuto dal Club Modena
  • 12, 13, 14 Maggio 2025 Casa Circondariale “Montorio” di Verona sostenuto dal Club Verona
  •  9, 10, 11 Giugno 2025 Casa Circondariale “S.Anna” di Pisa sostenuto dal Club Pisa
  • Luglio 2025 Casa Circondariale “Lorusso-Cutugno” di Torino sostenuto dai Club Torino e Ivrea e Canavese
  • Settembre 2025 Casa Circondariale “Solicciano” di Firenze sostenuto dai Club Firenze e Firenze Due
  •  Ottobre 2025 Casa Circondariale di Forlì sostenuto dal Club Forlì