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OltreCafé: ” Nasce dalla passione per il riciclo e per le seconde opportunità”

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MILANO – Il pellet italiano che per la prima volta deriva dai fondi di caffè: è OltreCafé ed è la start-up nata dall’idea di Francesca Lovato nel 2014. Un progetto di riciclo che impiega il caffè in maniera alternativa. Vediamo più dall’interno questo esempio di economia circolare, rivolgendoci direttamente all’azienda.

Com’è nata l’idea di utilizzare il caffè per alimentare le stufe a pellet?

“Passione e curiosità: ho sempre studiato e lavorato con gli scarti e la domanda costante era come migliorare il loro destino (utilizzo?). Oltrecafé nasce dalla passione per il riciclo, per le seconde opportunità. E dal forte desiderio di agire in modo concreto per promuovere opportunità di sviluppo green in Italia.

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Sono serviti studio, prove e sperimentazioni. L’unione di buone pratiche già realizzate (spesso all’estero ma anche nazionali). Infine, la necessità del mercato italiano hanno acceso la scintilla che abbiamo deciso di perseguire.

Oltrecafé nasce dall’idea di fare qualcosa di utile per tutte le persone che sono alla ricerca di prodotti che proteggano l’ambiente – invece di distruggerlo – e dalla necessità di creare lavoro sostenibile.

Se si uniscono la passione per il riciclo e la curiosità per la seconda vita dei materiali – e le seconde opportunità in genere – ecco il mix che ha acceso un’appassionata ricerca per il nuovo prodotto ecologico “pellet al caffè”. Il caffè è profondamente italiano: rimanda a passione, relazioni, calore. E’ la seconda materia prima più commercializzata al mondo, con tantissime proprietà e modi di impiego…ho solo cercato la seconda vita più utile per la nostra realtà.

L’Italia è anche il maggior consumatore europeo di pellet domestico

Ma oltre l’85% del consumo totale (3,3milioni di tonnellate circa) proviene dall’estero: quindi perché non unire l’amore per il caffè e la richiesta di pellet per ottenere un prodotto 100% italiano, ecologico, a km zero?”

Qual è il processo che porta al prodotto finale dai fondi di caffè?

“Il fondo di caffè è raccolto, essiccato, miscelato con legno selezionato e pellettizzato per l’utilizzo in stufa e caldaia a biomassa. Offriamo così un prodotto nato dalla valorizzazione di residui, senza tagliare alberi né contribuire a fenomeni di deforestazione; per tutti i clienti che vogliano scaldarsi e vedere soddisfatti i loro valori ambientali. Inoltre acquistando un pellet italiano, si finanziano attività green nei nostri territori.

Le aziende locali che collaborano con voi, con quali criteri vengono selezionate?

“Attualmente Oltrecafé offre il servizio di ritiro fondi di caffè per aziende che producono questo tipo di scarto da smaltire: vogliamo servire chi decide di riciclare il proprio residuo e vuole la certezza del suo riutilizzo, piuttosto che smaltirlo in discarica. Ciò rappresenta un concretoesempio di attività di responsabilità sociale d’impresa: si collabora per trovare un riutilizzo certo dei loro scarti, studiando un prodotto ad hoc.

Da questo scarto si possono poi ottenere anche gadget e prodotti promozionali 100% riciclati e made in Italy. Confezionati in maniera artigianale grazie alla collaborazione con altre start-up. Crediamo nel network e nel lavoro di squadra per promuovere best practice e fornire soluzioni sostenibili da un punto di vista economico, ambientale e sociale.”

Rispetto ad altri sistemi di alimentazione, perché scegliere il pellet “al caffè”? Ha la stessa resa come combustibile?

“Il pellet di solo caffè ha una resa superiore del 20% rispetto al pellet di solo legno. Il nostro pellet può arrivare ad un maggior potere calorifico attorno al 5-7% , ma ciò che gratifica maggiormente è la risposta dei clienti che dicono: “non ho mai sentito la stufa così calda” o “nella stanza la differenza di temperatura si sente, e la regolazione è rimasta la stessa di prima”.

La cosa che differenzia il pellet Oltrecafé è che si tratta di prodotto 100% italiano da filiera corta ottenuto senza abbattere risorse esistenti – alberi. Siamo certi di non aggravare il problema della deforestazione con i nostri prodotti.”

Oltrecafè vincitrice del Good Energy Award: come siete arrivati a questo traguardo e cosa significa per l’azienda?

“Abbiamo lavorato duramente (e continuiamo a farlo) al nostro processo e prodotto. Ci siamo resi conto che ci sono diversi contest interessati a queste tematiche, che le valutano e le confrontano. Eravamo curiosi di confrontarci, di ascoltare il parere di chi osserva diverse realtà nell’ambito dell’economia circolare e dell’innovazione e… abbiamo partecipato alla call. E’  stata una piacevole sorpresa arrivare sul palco!”

Come impresa “green” promuovete anche delle iniziative per sensibilizzare privati e consumatori al riciclo?

“Sono allo studio alcune idee, in attesa di trovare le modalità e gli attori adatti a renderle operative.”

E’ interessante da questo punto di vista, la vostra attività editoriale: avete una linea di e-book, ce ne parlate?

“Abbiamo un e-book che parla di cos’è il pellet e di come valutarne le caratteristiche base in modo semplice. Vorremmo aiutare chiunque sia interessato al mondo pellet ad avere informazioni chiare e comprensibili; che pensiamo non siano sempre di facile reperimento. Se ne sentono di tutti i colori e anche quando le informazioni sono corrette, capita che siano diffuse con linguaggio molto tecnico.

Volevamo rendere queste informazioni più accessibili grazie a linguaggio semplice ma non semplicistico. E’ importante capire come valutare il tipo di pellet che abbiamo davanti per ogni operatore: il produttore, il consumatore e il mercato. Vogliamo promuovere prodotti di qualità, per noi e per l’ambiente.”

Ci sono tra i big del caffè, degli interlocutori interessati al vostro progetto?

“Ci sono. Siamo felici di aver avviato dei confronti interessanti e speriamo di poter presto condividere pubblicamente i risultati che otterremo.”

Che cosa manca ancora per coinvolgere nell’innovazione anche bar e ristoranti?

“A mio parere, un soggetto da coinvolgere è il Comune così come altri attori presenti sul territorio, dalle aziende che si occupano della raccolta ai bar/catene che contribuiscono a fornire la materia prima. Definite le quantità e la logistica per la raccolta, Oltrecafé può occuparsi del riciclo e attivare uno studio ad hoc per realizzare nuovi prodotti dai fondi di caffè.

Accarezzo l’idea di poter realizzare la raccolta con un servizio di cargo bike elettriche a cura di una cooperativa sociale. Per me tutto dipende dai soggetti che vogliono collaborare per ottenere il miglior risultato.”

Sono già attivi dei progetti che utilizzano il vostro prodotto a livello comunale?

“Abbiamo alcuni dialoghi aperti. Occorre definire le reciproche esigenze e individuare gli obiettivi comuni per arrivare ad una proposta concreta da attivare che abbia tempi precisi e che permetta di misurare gli impatti sul territorio.

In Italia avete trovato un mercato pronto ad un approccio circolare, oppure siamo indietro rispetto all’estero?

“Ho lavorato all’estero per alcuni mesi in ambienti universitari e, pur non avendo esperienza “sul campo”; sembra che l’attenzione a questi temi sia superiore…soprattutto dal punto di vista della realizzazione. Speriamo che le aziende si rendano conto che possono trarre benefici anche dai loro rifiuti.

Semplicemente decidendo che non sono uno scarto da eliminare bensì un asset da valorizzare: un impatto che offre vantaggi economici e ancora di più sociali o ambientali, promuovendo progetti di collaborazione e ottenendo nuovo valore per il territorio e per la comunità in cui operano.

Dall’altra parte noi cittadini e consumatori dobbiamo renderci conto che i nostri acquisti quotidiani influenzano il futuro che vogliamo: possiamo scegliere prodotti che hanno certe origini, caratteristiche di riciclabilità. E aziende che operano in maniera tale da allinearsi con i nostri valori.

Confido che aumenti il dialogo e si moltiplichino le collaborazioni per avviare filiere virtuose di circular economy, in cui un team di aziende renda possibile davvero l’utilizzo dello scarto di una azienda nei processi di un’altra; innovando processi e realizzando nuovi prodotti e servizi. Vedo possibilità che si moltiplicano se il dialogo tra pubblico-privato permetterà di semplificare e rendere trasparenti alcuni aspetti della gestione che attualmente sono più complicati.

L’attitudine dev’essere di collaborazione e di focus per migliorare ciò che abbiamo a disposizione , proseguendo a piccoli passi verso il miglioramento dell’ambiente. Se poniamo l’attenzione su cosa possiamo fare oggi per raggiungere l’obiettivo invece di elencare i problemi possibili che altri dovrebbero risolvere, abbiamo buone probabilità di successo.”

In termini di numeri: quanti clienti hanno aderito dalla partenza? E’ un’azienda in crescita dal punto di vista del fatturato?

“Abbiamo alcuni clienti che continuano ad acquistare il nostro pellet e il fatturato è in aumento ma siamo ancora nelle primissime fasi dell’attività di distribuzione.”

Progetti futuri?

“Il riciclo del caffè apre un universo di possibilità che prende origine dall’esperienza e dalle abitudini dei nostri nonni: prodotti molto amati per la pulizia e per la cosmesi, dai massaggi anticellulite alle maschere per i capelli. Su internet sono copiosi i consigli su come riutilizzare quest’altro oro nero: sembra che la sua seconda vita sia quasi più prolifica della prima.

Questo concetto mi affascina, sia negli scarti sia nelle persone. Siamo aperti alle sperimentazioni e lavoriamo con realtà che vogliano raggiungere risultati positivi oltre al mero aspetto economico, che rimane importante, ma non può essere l’unico driver.”

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