mercoledì 15 Maggio 2024
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Molti bar a Savona si rifiutano di aumentare il prezzo del caffè a 1 euro

La politica è semplice: in un momento in cui l’economia è in crisi e dove le famiglie fanno fatica ad andare avanti, tartassate su tutti i fronti da spese e aumenti, meglio venire incontro alla clientela incentivando il numero delle vendite

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SAVONA – Un euro il caffè al banco? No, grazie. Così ha risposto la maggior parte dei baristi savonesi che preferisce mantenere la cifra standard di 0,90 centesimi a cui la clientela è affezionata – in alcuni rari casi ancora 0,80 – piuttosto che imporre un rincaro di dieci centesimi.

Il via libera all’incremento del prezzo è giunto in questi giorni dai sindacati di categoria, in particolare da Confcommercio, in conseguenza all’aumento imposto sul prezzo del caffè venduto all’ingrosso e per equipararsi ai costi già in uso nel nord Italia. Ma molti dei baristi savonesi hanno detto no.

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L’aumento del prezzo del caffè

La politica è semplice: in un momento in cui l’economia è in crisi e dove le famiglie fanno fatica ad andare avanti, tartassate su tutti i fronti da spese e aumenti, meglio venire incontro alla clientela incentivando il numero delle vendite.

Una scelta che non ha convinto tutti gli esercenti, in particolare quelli che hanno subito, dalle proprie torrefazioni, a loro volta, rincari troppo pesanti.

È il caso del Caffè Palazzo Gavotti che ha scelto di raggiungere la cifra tonda. “Ora – ha detto Monica Verteramo – il caffè al banco raggiunge l’euro. Purtroppo noi abbiamo subito l’aumento dai grossisti e dobbiamo in qualche modo rifarci. Nessuna lamentela per ora, qualcuno ha storto un po’ il naso, ma è stato accettato”.

Stessa scelta anche al bar Haiti. “Dalle altre parti d’Italia – ha detto il titolare, Marco Casarino – il costo è già di un euro. Noi abbiamo resistito sin che è stato possibile. Bisogna però pensare ai costi che ci sono dietro al banco, dal personale, al dehor, oltre la materia prima”.

La politica degli esercenti

La pensa diversamente Barbara Demaria del bar Guinness. “I grossisti da cui mi servo – ha detto – non hanno aumentato il prezzo del caffè per cui manterrò la tazzina a 0,90. Credo sarà gradito ai clienti”.

D’accordo anche al bar Saint Tropez di Lorena Castaldi che ha detto: “Visti i tempi difficili ci sembra più opportuno aspettare. Anche se l’aumento dalle torrefazioni c’è stato ammortizzeremo in modo diverso ma non lo faremo pesare al cliente. Anzi, la nostra scelta è quella di mantenere il caffè a 0,80 centesimi. Almeno sino a che ce la faremo”.

È passato da 0,80 a 0,90 Andrea Diana del Caffè Chabrol, ma garantisce di non aumentare ulteriormente. “Il costo dei grossisti – ha detto – in certi casi è salito di quasi quattro euro al chilo, ma io ho fatto un ragionamento. Se un cliente è abituato a prendere cinque o sei caffè al giorno risente pesantemente dei 10 centesimi in più, per cui preferisco agire di conseguenza. Psicologicamente un euro per un caffè è troppo e poi, facendo due calcoli, con un chilo di caffè ci escono circa 145 tazzine. Non vale la pena di scontentare nessuno”.

Una scelta ben precisa, quindi, da molti degli esercenti savonesi che prestano attenzione alla psicologia e all’umore di chi quotidianamente sceglie il loro locale per consumare la fumante tazzina prima del lavoro o nelle pause.

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“Visto e considerato che quella dell’aumento è una libera scelta – ha detto Valerio Prestigiacomo del bar Ritz – e pensando alla difficile situazione in cui tutte le famiglie si trovano oggi, noi preferiamo mantenere la cifra dei 90 centesimi.”

Prestigiacomo continua: “Senza nulla togliere a chi opterà per l’euro, noi siamo convinti che la nostra sia la scelta vincente. Posso capire chi ha una clientela di passaggio, ma qui abbiamo instaurato un rapporto quasi di amicizia con chi, ogni giorno, sceglie il nostro locale per bere il caffè.”

Prestigiacomo conclude: “Non ci sembrerebbe giusto, quindi, infliggere un aumento che scontenta tutti e non giova in modo così significativo al bar. E poi, personalmente, a me la materia prima non è stata rincarata, ne ho proprio discusso con il grossista ieri, e abbiamo trovato un accordo. Almeno, per ora a noi va bene così”.

Ma anche chi l’aumento lo ha subito ha scelto in base a una propria strategia di lavoro. “Il periodo è già difficile così – ha commentato Simone Di Murro di Non solo caffè – senza far crescere i costi, anche se di una cifra minima”.

Meglio far contento il cliente, quindi, scegliendo anzi di offrire, di tanto in tanto, qualche tazzina calda. “Si deve imparare a lavorare meglio – ha detto Giampaolo Iovino della Caffetteria del Corso – incrementando il numero di caffè fatti e non il prezzo. Il nostro obiettivo è far contento chi viene offrendo una tazzina ai più fedeli evitando, sino a che sarà possibile, ogni aumento”. Per saperne di più cliccare qui.

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