venerdì 12 Aprile 2024
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LA MARZOCCO – E adesso il caffè del bar sale a casa

Ha una quota del 35% nel mercato mondiale delle macchine da bar di fascia alta, realizza in Italia appena il 3% del fatturato. E ora si lancia nell'avventura dei prodotti per le famiglie aprendo anche reti di assistenza a cominciare da Milano

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di Maurizio Bologni

FIRENZE – Resuscitare culto e passione per il buon caffè, ma quello davvero super. Assistere i bar perché migliorino la qualità dell’offerta in tazzina. E debuttare sul mercato delle famiglie con una macchina espresso high quality. E’ il piano del gruppo La Marzocco di Scarperia (Firenze), leader nella produzione di macchine da caffè di alta tecnologia destinate a bar e ristoranti, con un fatturato aggregato di 67,7 milioni di euro (è il previsionale 2014, in crescita costante da 5 anni, con ebitda del 24%) e una quota di mercato nel mondo che supera il 35% nel segmento macchine di alta gamma.

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C’è un quarto asse nella strategia di crescita del gruppo: fare di Scarperia, nel Mugello, il polo di riferimento di questa nicchia produttiva attraverso la creazione entro il prossimo anno di un’Accademia, che si insedierà in un edificio di 1.340 metri quadrati e che punta a diventare una scuola professionale riconosciuta dallo Stato.

la marzocFondata nel 1927 dai fratelli Bambi, oggi l’azienda è controllata da Kent Bakke, un grande appassionato di caffè, storico distributore negli Stati Uniti del brand fiorentino di cui garantì la diffusione in California negli anni Ottanta al tempo del boom dei caffè letterari. In società con lui una decina tra manager italiani e americani e Piero Bambi, in cui soccorso Bakke intervenne in un momento di difficoltà familiare. Il gruppo ha 150 dipendenti (93 a Scarperia, 30 assunti nell’ultimo anno) e filiali commerciali nei nuovi paradisi degli appassionati di caffè: a Seattle negli Usa (dove ricava 23,7 milioni di dollari), Melbourne e Auckland in Australia, a Londra e Seoul (sta per aprirne in Spagna e Nuova Zelanda).

E all’estero La Marzocco ricava il 97% del fatturato, nel 2013 ottenuto vendendo 6.975 macchine per espresso (6.800 oltre confine e solo 175 in Italia), mentre quest’anno si punta a 10.000 pezzi. Sono macchine espresso per bar e ristorazioni etichettate «Made in Florence», gioielli in acciaio inox di un’azienda che nei decenni ha brevettato innovazioni a raffica: la prima macchina con caldaia orizzontale, la prima con caldaia doppia, i primi regolatori di pressione.

Ora La Marzocco tenta il salto cavalcando l’inattesa disponibilità di spesa dei consumatori per un buon caffè. Il “caso Nespresso-George Clooney” della multinazionale Nestlè testimonia infatti gli straordinari margini di crescita della spesa delle famiglie per una tazzina di buon caffè: milioni di persone hanno aumentato il loro «investimento» mensile da pochi euro — per acquistare il caffè in polvere al supermercato — a decine di euro per le capsule vendute nelle «boutique» del caffè Nespresso.

«Un buon prodotto, ma c’è di meglio» dice Guido Bernardinelli, amministratore delegato de La Marzocco, che disegna una strategia di crescita dell’azienda impostata su due binari: recupero della «cultura della tazzina», attraverso il miglioramento della qualità del prodotto e della competenza dei consumatori, e il coraggioso sbarco nel mercato delle famiglie, con una macchina «top class» destinata alle case.

«Mentre nel mondo, soprattutto nei paesi anglosassoni, il gusto di un buon caffè è cultura diffusa — attacca Bernardinelli — da noi nei bar si beve un caffè mediamente di qualità scarsa. Colpa della insufficiente manutenzione delle macchine, di un uso di acque non adeguate, più in generale della perdita di passione. Puntiamo sulle nuove generazioni di gestori e consumatori per cambiare marcia. E vogliamo orientare la ricerca e lo sviluppo con la loro collaborazione e con quella di artigiani digitali che innervano un processo di innovazione continua».

Per questo l’azienda di Scarperia entra in forma diretta nel settore della manutenzione delle proprie macchine ma anche di quelle degli altri. A maggio ha fondato Marzocco Service in joint-venture con operatori locali.

Prima sede di 560 metri quadrati inaugurata a Milano, che già per quest’anno punta a fornire assistenza a 1.000 clienti lombardi. Nel 2015 aprirà il centro toscano, a Calenzano vicino Firenze, che entro l’anno farà manutenzione a 500 clienti di Firenze e provincia.

Entro il 2016 a Scarperia sarà inaugurata l’Accademia del caffè de La Marzocco, che possiede una piantagione in Tanzania, dove è attiva in iniziative senza scopo di lucro, sociali e ambientali, e ha ricostruito due scuole.

Ma la grande scommessa dell’azienda è l’ingresso nel mercato delle famiglie. Con il lancio, il prossimo anno, di «Minilinea», una macchina che dispone di erogatori per il caffè, per il vapore e per l’acqua calda per infusi, apparecchio polivalente che usa indifferentemente cialde, capsule, polvere, con tecnologia impermeabile ai danni del calcare. Il resto, per ora, è segreto industriale.

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