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Nestlé, il ceo Schneider: “In ogni caso non spostiamo la sede dalla Svizzera”

"Abbiamo chiarito fin dall'inizio che non giochiamo con la nostra sede centrale, qualunque cosa accada", afferma il Ceo Marc Schneider in un'intervista pubblicata dalla testata tedesca Manager Magazin. "Non sarebbe il nostro modo di fare"

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MILANO – La sede centrale di Nestlé in Svizzera non si tocca: questa la decisione ufficiale confermata dallo stesso ceo Marc Schneider, che ha sottolineato come non avverrà nessun trasferimento anche in caso in cui venisse approvata l’iniziativa per imprese responsabili. Decisione che verrà vagliata il prossimo 29 novembre. Leggiamo le affermazioni fatte dall’amministratore delegato durante un’intervista dal sito swissinfo.ch.

Marc Schneider: Nestlé non si sposta dalla Svizzera

“Abbiamo chiarito fin dall’inizio che non giochiamo con la nostra sede centrale, qualunque cosa accada”, afferma il Ceo Marc Schneider in un’intervista pubblicata dalla testata tedesca Manager Magazin. “Non sarebbe il nostro modo di fare”.

Ciò nonostante la multinazionale alimentare è contraria alla proposta di modifica costituzionale. “Riteniamo che il controprogetto, che entrerebbe automaticamente in vigore se l’iniziativa non venisse approvata, sia l’alternativa migliore”, spiega il dirigente.

“L’iniziativa mette a repentaglio i ben collaudati principi costituzionali svizzeri e mina la presunzione di innocenza”, prosegue Schneider. Naturalmente può accadere che un fornitore non soddisfi tutti i requisiti, nonostante le assicurazioni del contrario. “Ecco perché effettuiamo controlli molto intensivi sul campo”.

Il presidente del consiglio di amministrazione Paul Bulcke esprime un’opinione analoga sul Blick

A suo avviso l’iniziativa è sbagliata perché renderebbe le aziende responsabili anche delle attività dei loro partner commerciali. Nestlé ha una rete di 150’000 fornitori in tutto il mondo. “Eseguiamo dalle 2500 alle 3000 verifiche ogni anno”, sottolinea Bulcke. Ma nessuno può “guardare costantemente alle spalle ogni partner commerciale”.

Tornando all’intervista di Schneider e ampliando l’orizzonte a temi più prettamente economici, Nestlé si dice pronta ad acquisizioni. “Sicuramente non vogliamo diventare più piccoli, ma più grandi”, osserva il presidente della direzione. Tuttavia la società punta a una riorganizzazione del portafoglio, cosa che comporta anche vendite di comparti.

In definitiva però l’obiettivo del gruppo è avere un buon mix fra acquisizioni molto mirate e una forte crescita organica. “Ci vorranno diversi anni, ma siamo sulla strada giusta”, si è detto convinto il 55enne. Un’attenzione speciale sarà data agli additivi alimentari e alla nutrizione medica. “In questi settori stiamo crescendo a tassi a due cifre e puntiamo ad aumentare il fatturato a 4 miliardi di franchi entro il 2021”, dichiara Schneider.

A medio termine però il gruppo vuole anche veder crescere i ricavi in modo generale del 4-6% all’anno con le proprie forze. “Non perdiamo di vista questo obiettivo, anche se oggi è più difficile da raggiungere”, fa sapere il manager con passaporto americano e tedesco.

Schneider non ha mancato nemmeno di affrontare il tema dei cambiamenti climatici. Come noto Nestlé si è posta il traguardo della neutralità, in materia di emissioni di CO2, entro il 2050. “Dobbiamo osservare l’assortimento prodotto per prodotto per vedere come possiamo renderlo più rispettoso del clima”, spiega. A tal proposito il colosso alimentare vuole lavorare con i fornitori per migliorare i processi produttivi.

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