lunedì 07 Ottobre 2024

Mangiare al museo a Milano: 5 ristoranti tra gallerie e fondazioni

C'è chi, come Mannarino, fa uno sconto sul prezzo del menu a chi si presenta oggi e domani dopo una visita al museo (ovviamente con il biglietto a comprova). Oppure chi ha studiato iniziative artistiche proprio al ristorante, come Daniel Canzian che espone al ristorante di via Castelfidardo tre pezzi unici su carta dell'artista contemporaneo JonOne con la partnership della galleria d'arte Wunderkammern

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Per la Giornata internazionale dei musei diverse le iniziative nei locali cardine della cultura milanese. E ora sono gli stessi musei a divenire sempre più luoghi dove l’arte incontra il cibo e ad accogliere nei loro edifici ristoranti anche di massimo livello. Ne sono un esempio il Mudec, la Fondazione Prada, il Museo delle Gallerie d’Italia con il brand Aimo e Nadia, la Pinacoteca di Brera con Caffè Fernanda e il museo del Novecento con Giacomo Arengario. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Jacopo Fontaneto pubblicato sul quotidiano La Repubblica.

La cultura incontra il cibo a Milano

MILANO – La Giornata internazionale dei musei ha dato la stura a una serie di iniziative golose che, nel weekend toccano da vicino il mondo della cultura milanese: diversi, infatti, i ristoranti e locali che propongono iniziative a tema: c’è chi, come Mannarino, fa uno sconto sul prezzo del menu a chi si presenta oggi e domani dopo una visita al museo (ovviamente con il biglietto a comprova).

Oppure chi ha studiato iniziative artistiche proprio al ristorante, come Daniel Canzian che espone al ristorante di via Castelfidardo tre pezzi unici su carta dell’artista contemporaneo JonOne con la partnership della galleria d’arte Wunderkammern.

CIMBALI M2

In ogni caso, sono gli stessi musei a divenire sempre più luoghi dove l’arte incontra il cibo e ad accogliere nei loro edifici ristoranti anche di massimo livello: l’esempio più chiaro è quello di Enrico Bartolini, al Mudec, che oggi è tra i luoghi di culto dalla cucina a livello mondiale.

Ed è certamente da ricordare l’indirizzo di Andrea Aprea, che dopo i trascorsi al Park Hyatt (dove ha conquistato due stelle Michelin e dove ora c’è Guido Paternollo) ha scelto proprio la cornice di corso Venezia 52 – ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati con il suo Museo d’Arte – come sede del nuovo locale che lo vede chef patron: qui una cucina di profonda visione, con percorsi sorprendenti che mettono la materia al centro (anche con accostamenti arditi come quello tra Carnaroli ostrica, aglio orsino e pompelmo).

Ma è da diversi anni che, in (moltissimi) musei milanesi si mangia (bene) e con tracce di menu ad ampio respiro, come il caso di LùBar presso Villa Reale (via Palestro 16) che accoglie la Galleria d’Arte Moderna: qui un menu poliedrico, dove spiccano in particolare gli aromi mediterranei. E un elenco che continua con altri cinque indirizzi da non perdere.

Al Mudec con tutte le stelle di Bartolini

Delle dodici stelle Michelin che fanno Enrico Bartolini grande fra i grandi, tre sono custodite al ristorante del Museo delle Culture in via Tortona 56. Qui, l’immersione gastronomica a tutto tondo ha davvero il valore e l’impatto di un’esperienza ai massimi sistemi possibili. Piatti come la ‘capasanta arrosto in bouillabaisse, salsa verjus e semi d’olivà o lo ‘spaghettone trafilato al bronzo, anguilla affumicata e calamaretti spillò restano impressi indelebili nella memoria del gusto.

Fondazione Prada, una torre nel cielo di Milano

Ristorante Torre (Via Lorenzini 14) si trova al sesto e settimo piano dell’edificio inaugurato nel 2018 che completa la sede milanese di Fondazione Prada progettata da Rem Koolhaas con Chris van Duijn e Federico Pompignoli dello studio OMA. Al timone della cucina c’è Lorenzo Lunghi, fiorentino, con un menu che muove dalle sue radici toscane. Da menzionare anche Bar Luce, sempre nel complesso della Fondazione, concepito con il proposito di ricreare le atmosfere di un tipico caffè della vecchia Milano e pensato dal regista americano Wes Anderson, che lo ha progettato, come un luogo “per essere vissuto, con posti comodi dove sedersi, conversare, leggere, mangiare e bere”.

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