giovedì 11 Aprile 2024
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L’intelligenza artificiale coinvolge anche la filiera caffeicola dai campi al bar all’informazione del consumatore e vale già 1 miliardo

Fiori: “Può aiutare persino a fare previsioni sull’andamento del prezzo del caffè. L’algoritmo viene addestrato fornendogli dei dati. Se si immagina di prendere tutti i prezzi ora per ora, e si proiettano su di un lasso temporale, si possono fare delle analisi. Non è un mistero"

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MILANO – L’intelligenza artificiale non è più qualcosa che si vede soltanto nei film di fantascienza, ma è una realtà effettiva che attraversa qualsiasi settore produttivo. Ovviamente anche l’industria e la filiera caffeicola è coinvolta nel processo evolutivo. Dobbiamo esserne spaventati? Giacinto Fiore uno dei fondatori di IA Spiegata semplice, affronta l’argomento.

Ci ha spiegato prima di tutto in cosa consiste il suo lavoro: “Come azienda ci occupiamo di accelerare la domanda di soluzioni di IA sul mercato. Come? Con un podcast settimanale, IA Spiegata Semplice, un osservatorio che coinvolte diverse aziende (30 italiane) che seguiamo direttamente e attraverso un evento annuale, la IA week, in cui la domanda incontra l’offerta.

Quattro anni e mezzo fa abbiamo iniziato, nel 2019, e oggi le aziende che ci seguono sono oltre 25mila (il 10% delle persone lo fanno dalla Spagna e da altri Paesi europei, anche dall’India e dal Brasile, ma sono in genere tutti italiani). Le start up che producono IA sono tantissime e aumentano ogni giorno. Solo nel nostro evento ne sono rappresentate 25 che sono curioso di conoscere in prima persona. Dal 20-21 aprile, è stata una settimana di innovazione a Rimini, che è stato possibile seguire da remoto tramite la piattaforma AI Play (aiplay.it) dal 17 al 19 e, in presenza, presso il Palacongressi di Rimini il 20 e il 21”.

Ormai l’intelligenza artificiale è pervasiva in ogni settore e questo spesso spaventa le aziende: davvero sono una minaccia per i dipendenti umani?

“E’ davvero dappertutto e il suo obiettivo è quello di esser un alleato dei collaboratori interni alle aziende. È un amplificatore delle capacità umane, che una volta imparato a conoscere è molto utile. È uno strumento in grado di iper specializzarsi: riesce a fare i forecast meglio di tutti ed è imbattibile; può creare il testo in maniera perfetta. È come se prendessimo un bambino di 6 mesi e iniziassimo ad insegnargli soltanto la differenza tra cani e gatti, diventerebbe un super esperto in questa mansione.

L’intelligenza artificiale è addestrata concentrandosi su uno scopo. Così è considerabile come alternativa a chi nell’azienda svolge compiti ripetitivi e alienanti. Gli algoritmi
svolgono calcoli perfetti per fare un lavoro spesso automatico.”

Quali sono le possibili applicazioni lungo la filiera caffeicola? L’intelligenza artificiale cosa significa per un coltivatore, un torrefattore, un barista?

“Già è utilizzata in alcuni algoritmi nella fase di monitoraggio delle piantagioni: con l’intelligenza artificiale applicata a dei sensori posizionati nel terreno è possibile monitorare temperatura, umidità e associare questi dati a quelli delle previsioni del meteo. L’algoritmo riesce a dare suggerimenti sugli interventi che andrebbero applicati nei campi.

L’applicazione possibile dell’IA (foto concessa)

L’intelligenza artificiale raccoglie i dati più importanti del coltivatore, li informatizza per dare un assist nel momento del dubbio. Quando i chicchi vengono raccolti e portati in fabbrica, dove si deve fare una selezione per qualità e tipologie, interviene un altro algoritmo, il computer vision, visore artificiale, che permette alla macchina di osservare il chicco per individuarne determinate caratteristiche o difetti. C’era prima un uomo che faceva questo lavoro, ma era alienante e con tempistiche lunghe. Questo impatta anche sul costo della produzione.

Nella fase di lavorazione, nella macchina che produce il caffè, in base alle condizioni interne ed esterne alla macchina, riesce a settare la pressione adatta ad ottenere la miscela di caffè che si desidera. Questa è una parte che mi piace molto dell’intelligenza artificiale: democratizzare la conoscenza, dando a tutti la possibilità di gestire parametri anche per i non iper esperti.

Poi arriviamo al consumatore, cioè proprio lì dove si ha bisogno di fare cultura e dare risposte per esempio alla domanda: come viene raccolto il caffè? Ci si riferisce spesso alla pubblicità sui diversi canali per raccontare il prodotto, ma il vero momento su cui si deve lavorare è quando avviene il consumo, in casa o nel bar. Bene, in quel frangente, magari l’operatore non ha il tempo per comunicare adeguatamente al cliente.

Allora ecco che arriva il QR Code a supporto e sul telefono compare un avatar dalle sembianze umane, magari con l’aspetto di un farmer, a cui sottoporre le domande che voglio con un linguaggio naturale trovano le risposte. Fa un po’ come da ponte tra i due estremi della filiera che spesso è proprio ciò che manca nel racconto della bevanda.

Permette anche di profilare un utente, di capirne il gusto, grazie agli algoritmi dell’intelligenza artificiale.”

Può essere uno strumento utile per fare previsioni sull’andamento della Borsa di New York e Londra?

L’IA entra nelle aziende (foto concessa)

“Può aiutare persino a fare previsioni sull’andamento del prezzo del caffè. L’algoritmo viene addestrato fornendogli dei dati. Se si immagina di prendere tutti i prezzi ora per ora, e si proiettano su di un lasso temporale, si possono fare delle analisi. Non è un mistero: le previsioni del tempo si basano proprio su questi algoritmi, e sono gli stessi utilizzati dagli operatori che fanno acquisti e vendite sui mercati azionari per capire come meglio agire.

Potrebbe esser utilizzato dai grandi brand del caffè che devono decidere cosa comprare e cosa vendere e in quale momento farlo. Certo, negli ultimi due anni gli arei hanno volato meno per la pandemia e i dati di movimento delle perturbazioni vengono prese proprio da quelli di linea sul territorio e quindi le informazioni sono molto meno aggiornate. Ma è diverso per quanto riguarda il prezzo del caffè, perché le Borse hanno un orario di apertura o di chiusura e i parametri imprevedibili sono di meno.

Esistono, certo: pensiamo solo a quando è arrivato il Covid, che è stato un evento non prevedibile dall’algoritmo.”

L’intelligenza artificiale ha un costo elevato da sostenere attualmente per le aziende?
Oppure è comunque un investimento che si ripaga negli anni?

“I costi sono più accessibili rispetto a una decina d’anni fa: prima l’intelligenza artificiale era alla portata solo dei grandi gruppi mondiali. Ora è cambiata la situazione: in Italia ci sono 500 aziende che sviluppano IA, con molti addetti coinvolti nella loro realizzazione. Il 20 e 21 d’aprile durante l’evento a Rimini, la domanda ha incontrato l’offerta di intelligenza artificiale. Esiste ad esempio una piattaforma, con login e password, che per un canone mensile permette di creare i testi del proprio blog di caffè, Zulla.it: con un abbonamento è possibile impostare parametri per generare un articolo di lunghezza variabile che si può poi inserire nel sito.

Un barista può oggi, investendo qualche decina di euro al mese, avere la sua chatbot per
interagire con i clienti anche quando è impegnato o il locale è chiuso. È possibile farlo anche su Ada.com, o Gaia, che è un sistema che risponde al telefono per prendere le prenotazioni, gli appuntamenti.”

Quanto incide l’intelligenza artificiale nello sviluppo della parte tecnica delle macchine? Per gli ultimi modelli da bar si parla esplicitamente di intelligenza artificiale

“Sulla macchina del caffè è molto importante tenere sotto controllo i parametri in fase di estrazione.

Grazie al feedback che il barista e l’utente può fornire all’algoritmo, il cosiddetto rinforzo, possiamo insegnare alla macchina che sta facendo bene o sta sbagliando e quindi deve esser ritarata. È un’interazione biunivoca tra la macchina e l’operatore, inserendo però nel rapporto anche il consumatore finale e la sua opinione.

Tutti questi parametri che vengono inviati ad una centrale operativa, permettono in fase di lettura di comprendere anche se è il momento o meno di mandare l’assistenza tecnica. Si chiama appunto manutenzione predittiva ed è molto utile per le aziende e i baristi: grazie ai dati che vengono costantemente aggiornati.

Oggi c’è anche la nuova tendenza dei dati sintetici, cioè il poter creare più dati anche se non li si ha raccolti. Clear Box è un’azienda che produce queste informazioni “finte”, cioè generate appositamente per addestrare un algoritmo. Come i prestiti bancari che sono chiesti in maggioranza dagli uomini. Come insegnare quindi all’intelligenza artificiale a muoversi senza questo pregiudizio? Creando dei dati che simulino un mondo senza disparità.”

Può essere funzionale per semplificare e rivoluzionare la preparazione di un caffè a casa?

“Le persone stanno già vivendo in casa l’integrazione di Alexa con la macchina del caffè. L’intelligenza artificiale ti prepara il caffè ma c’è molto di più che è possibile fare, perché la macchina potrebbe ordinare il caffè se collegata a internet. Oppure si potrebbe usarla come un dispositivo smart speaker, acquistare le cialde, trasferire il mio feedback, aprire un’assistenza tecnica della macchina. Ci avvicina molto al prodotto, ci tiene vicini all’azienda che la costruisce.”

L’intelligenza artificiale può avere un impatto anche sul piano della sostenibilità (ambientale ed economica)? In che modo?

“Sì può aiutare. È una delle sfide più importanti: leggere i dati per evitare che si prendano delle decisioni a livello ambientale troppo azzardate. Oggi ci sono degli strumenti che vengono utilizzati dal Governo per analizzare una proposta di legge potenzialmente impattante sull’ambiente. Oggi gli algoritmi possono tracciare degli scenari possibili rispetto all’applicazione di quella determinata legge, dando così una visione prospettica al legislatore in base alla quale potrà prendere la decisione finale. Gli algoritmi aiutano a scegliere più consapevolmente. Anche se si tratta di muoversi in auto o in metro. La sostenibilità comunque passa sempre dagli esseri umani.

Per i costi i vantaggi sono importantissimi: sulla qualità del servizio influisce tantissimo. Il custom care è potenziato, così come quello della vendita a contatto con il cliente senza la necessità di stare attaccati al telefono. “

Verso quali nuove frontiere si sta evolvendo l’intelligenza artificiale? C’è un Paese di riferimento quando si parla di innovazioni?

“In Italia l’ecosistema sta crescendo ed è un mercato in via di sviluppo che valeva mezzo miliardo di fatturato nel 2022, con la prospettiva di raggiungere un miliardo nel 2023. In Europa, davanti a noi l’Inghilterra, la Germania e la Francia. Ma nel mondo la gara si gioca tra Usa e Cina. Cosa succederà in futuro? Sempre più nelle nostre vite l’IA sarà presente e non ne potremmo fare a meno. Un po’ come gli smartphone, che ora necessitano impronte digitali e riconoscimento facciale. Le applicazioni sono tante, soprattutto in ambito medico.”

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