mercoledì 01 Maggio 2024
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illycaffè all’Onu: il futuro del caffè tra agricoltura rigenerativa e investimenti di filiera

Vanusia Nogueira, direttore esecutivo Ico: “Per il futuro del caffè dobbiamo pensare al Pianeta e alle persone coinvolte. È nostra responsabilità, in quanto leader di questo settore, cercare alternative per garantire una vita dignitosa ai produttori e alle loro famiglie e per prenderci cura del nostro pianeta. È chiaro che le sfide sono troppo grandi per essere affrontate individualmente ma richiedono uno sforzo collettivo e pre-competitivo. Insieme potremo trovare soluzioni di grande impatto"

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NEW YORK – Le situazioni dei Paesi produttori di caffè nel mondo variano ma due fattori comuni incombono sul futuro della produzione di caffè: lo sviluppo sociale e la necessità di adattarsi al cambiamento climatico. Come proteggere oggi il futuro del caffè, alla luce di questo scenario?

Questo il tema della tavola rotonda organizzata da illycaffè al Palazzo di Vetro dell’Onu a New York in occasione dell’Ernesto Illy International Coffee Award 2023, moderata da Vanessa Facenda, direttrice del magazine Tea & Coffee, a cui hanno partecipato alcuni tra i massimi esperti mondiali del settore: Vanusia Nogueira, executive director, International Coffee Organization, Andrea Illy, presidente dell’azienda illycaffè e co-chair di Regenerative Society Foundation, Jeffrey Sachs, economista e co-chair Regenerative Society Foundation, Oscar Schaps, presidente della divisione America Latina di Trading StoneX Financial Inc. e commodity trader, e Glaucio De Castro, presidente della Federação dos Cafeicultores do Cerrado Mineiro.

Triestespresso

illycaffè presente all’Onu

La produzione di caffè è tradizionalmente un pilastro dell’agricoltura per milioni di persone che vivono nelle aree tropicali montane: circa 12,5 milioni di aziende agricole, gestite da piccoli agricoltori lavorano su pochi ettari di terreno. Il 95% di queste non supera i 5 ettari e l’84% ha una superficie inferiore ai 2 ettari.

I produttori di caffè hanno spesso poche alternative alla coltivazione di questo prodotto, il che crea una notevole dipendenza per le esportazioni di molti Paesi. Tuttavia, negli ultimi due decenni, i prezzi bassi e volatili del caffè hanno avuto un impattopreoccupante sulle comunità agricole.

Secondo Coffee Barometer, questo contesto è particolarmente rilevante per i produttori che si trovano in Paesi che contribuiscono al 15% dei volumi globali, come quelli africani e centro americani.

Ora, i notevoli miglioramenti comunque conseguiti dalla caffeicoltura negli ultimi decenni grazie al processo di “de-comoditizzazione” – miglioramenti che necessitano ancora di un lungo percorso prima di raggiungere la sostenibilità economica, sociale ed ambientale – rischiano invece un’inversione di tendenza a causa del cambiamento climatico.

La direzione emersa dalla tavola rotonda punta sull’agricoltura rigenerativa, che ha dimostrato di essere più resiliente e di produrre al contempo benefici per l’ambiente e per la salute, anche se necessita di investimenti dell’ordine di 10 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni.

Pertanto, poiché i paesi produttori non hanno una sufficiente capacità economico-finanziaria, è necessario attivare partnership pubbliche private, che possano mobilitare fondi internazionali di filiera. Una sfida importante, che già da alcuni anni impegna i più importanti stakeholder governativi, intergovernativi, non governativi e privati.

“Per il futuro del caffè dobbiamo pensare al Pianeta e alle persone coinvolte”- dichiara Vanusia Nogueira, direttore esecutivo Ico. “È nostra responsabilità, in quanto leader di questo settore, cercare alternative per garantire una vita dignitosa ai produttori e alle loro famiglie e per prenderci cura del nostro pianeta. È chiaro che le sfide sono troppo grandi per essere affrontate individualmente ma richiedono uno sforzo collettivo e pre-competitivo. Insieme potremo trovare soluzioni di grande impatto”.

“Il mio caffè mattutino non sarà mai coltivato a Central Park, ma continuerà a essere coltivato in Kenya, Ruanda, Uganda, Etiopia, Guatemala, Colombia, Vietnam e altrove. Un Paese in via di sviluppo ben gestito, con accesso ai principali mercati e alla finanza internazionale, può crescere molto rapidamente”, afferma l’economista Jeffrey Sachs.

Sachs continua: “Il vero sviluppo economico mira a trasformare la nostra società creando un aumento sostenibile del benessere attraverso investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture fisiche e nelle imprese, prestando attenzione alla conservazione del capitale naturale da cui dipendono la nostra economia e la nostra sopravvivenza”.

L’adattamento climatico

Sachs aggiunge: “Dopo decenni di grave degrado ambientale indotto dall’uomo, dobbiamo trasformare le nostre economie secondo i principi fondamentali dello sviluppo sostenibile e della rigenerazione del capitale naturale. Il principio più elementare di tutti è quello di agire per il bene comune. Ciò significa che dobbiamo partire dalla cooperazione all’interno delle nostre comunità, delle nostre nazioni e a livello globale”.

“Per l’adattamento al cambiamento climatico servono due cose: il miglioramento delle pratiche agronomiche e il rinnovamento delle piantagioni con varietà più resistenti. L’agricoltura rigenerativa sembra dare una risposta alla prima necessità e auspico che questa diventi un modello per tutta la caffeicoltura. Per quanto riguarda il rinnovamento bisogna accelerare notevolmente” dichiara Andrea Illy. “Tutto questo richiede degli investimenti di filiera che non possono più tardare”.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando 9 delle migliori qualità al mondo secondo illycaffè. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy in oltre 140 Paesi, nei bar, ristoranti e alberghi, nei caffè e negozi monomarca, a casa e in ufficio. Grazie alle sue innovazioni, contribuisce all’avanzamento tecnologico nel mondo del caffè.

Con la creazione in Brasile, nel 1991, del “Premio Ernesto Illy de qualidade sustentavel do cafè para espresso”, illy ha contribuito alla condivisione del know-how e al riconoscimento ai produttori di un premium price per la migliore qualità secondo illycaffè. Dal 2016 attraverso il premio “Ernesto Illy International Coffee Award” l’azienda celebra i coltivatori di caffè al mondo che secondo illy hanno prodotto il miglior lotto di caffè sostenibile. Dal 2013, l’azienda è regolarmente inserita nella lista delle World Most Ethical Companies.

Il modello di business

Nel 2019 illy ha rafforzato il proprio impegno a perseguire un modello di business sostenibile, che integra gli interessi delle persone e dell’ambiente, adottando lo status di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio statuto.

Nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp grazie al suo impegno a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura a tutti i livelli, offrire una preparazione completa e pratica a coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha fondato la sua Università del Caffè.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, valori fondanti del marchio a cominciare dal logo, disegnato dall’artista James Rosenquist, fino alle tazzine che compongono la illy Art Collection, decorate da oltre 120 artisti internazionali. Nel 2022 l’azienda ha impiegato 1305 persone e ha un fatturato consolidato pari a circa €567 milioni. Gli store e i negozi monomarca illy nel mondo sono 205 in più di 40 Paesi. Nel 2021 Rhone Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella sua crescita internazionale.

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