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Illy battezza il Polo del gusto e fa largo alla quarta generazione della famiglia

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MILANO – Il Polo del gusto Illy prende forma e fa spazio ai giovani. La sub holding delle attività extra caffè – che oggi insieme valgono circa il 10% dei ricavi consolidati – è stata costituita lunedì e diventa dunque, a tutti gli effetti, la seconda gamba del Gruppo Illy, che si affianca all’ammiraglia illycaffè guidata da Andrea Illy. A guidarla Riccardo Illy in qualità di consigliere unico.

In attesa che venga definito, a metà luglio, il Board, di cui lo stesso Riccardo sarà presidente. Intanto nel board del gruppo, rinnovato mercoledì, fa la sua entrata la quarta generazione della dynasty triestina del caffè.

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Largo dunque a Daria (figlia di Riccardo), Nicol Belci (figlia di Anna, che è la nuova presidente), Micaela (figlia di Andrea) ed Ernesto (figlio di Francesco), che affiancheranno i genitori nel ruolo di consiglieri.

Ma torniamo al Polo del gusto, frutto di un percorso di diversificazione avviato dalla famiglia nel 2004, per garantire uno sviluppo dell’azienda concentrandosi su prodotti di alta qualità e di nicchia coerenti tra loro: accanto al caffè, anche il cioccolato, il the, le confetture e il vino.

Ne fanno parte tutte le società minori del gruppo, quelle non legate al caffè: Domori, specializzata nel cioccolato, che a sua volta controlla la britannica Prestat, Hsj e Cacaofino; l’azienda francese di the Dammann Frères (controllata all’ 85,3%); Agrimontana (controllata al 40%), brand di frutta candita e confetture. E l’ azienda vitivinicola toscana Mastrojanni, oltre a Fgel, catena di bar e gelaterie di cui il Polo detiene il 23,5%.

Il futuro del Gruppo triestino è oggetto di un’analisi apparsa ieri sul Sole 24 Ore, a firma di Giovanna Mancini, di cui riportiamo di seguito i passaggi salienti.

Gli obiettivi della nuova società

Obiettivi della nuova società sono lo sviluppo, l’internazionalizzazione e la quotazione delle aziende controllate – che oggi insieme valgono circa il 10% dei ricavi consolidati di gruppo. Il tutto, anche grazie al supporto di un partner finanziario che dovrebbe arrivare entro la fine del prossimo anno o agli inizi del 2021; contribuendo al progetto con risorse, know-how e relazioni internazionali.

«Ma non abbiamo fretta – precisa Riccardo Illy, che negli ultimi anni si è concentrato sullo sviluppo delle “consorelle” -: preferiamo preparare per bene il terreno, consolidando la crescita di ciascuna società, in modo da presentarci al meglio ai potenziali partner».

Le «consorelle»

Già il 2018 ha portato buoni risultati, spiega l’ imprenditore, che negli ultimi anni ha seguito da vicino lo sviluppo delle società confluite ora nel Polo del gusto. Il gruppo Illy nel suo complesso ha chiuso l’anno con una crescita del 3,4%, raggiungendo i 533,8 milioni di euro di fatturato, con Illycaffè che da sola fattura 483,3 milioni (+3,5%).

Le “consorelle” non sono state meno brillanti: Dammann Frèeres ha sfiorato i 35 milioni di ricavi (+4%); Domori ha raggiunto i 18,4 milioni (+9%), registrando per il primo anno un Ebitda positivo; Agrimontana ha chiuso con 20,5 milioni (+4,1%) e Mastrojanni con 2,2 (+5,3%).

Solo Fgel è un po’ in ritardo sui piani di crescita, ma lentamente sta recuperando. Il secondo semestre dell’anno, aggiunge Riccardo Illy, servirà a portare in utile Domori e consolidare la crescita di tutte le altre, oltre a cercare un advisor per la ricerca del partner finanziario che, bilancio 2019 alla mano, inizierà verso aprile del prossimo anno.

I requisiti del partner

Le manifestazioni di interesse sono già arrivate, sia dall’ Italia, sia dall’ estero: «Chiediamo un impegno di almeno dieci anni – spiega Illy – perché il nostro è un progetto che guarda lontano, e devo dire che abbiamo già incontrato qualche gruppo interessato a rimanere anche più a lungo, se le cose funzionano». Assieme al socio di minoranza, il Polo intende accelerare crescita e sviluppo soprattutto all’ estero delle controllate, per poi portarle, ciascuna con i propri tempi, alla quotazione.

La prima (presumibilmente Dammann) potrebbe arrivare in Borsa già entro 3-5 anni; l’ultima verso la fine del decennio. Dopodiché ci sarà la cessione della minoranza e la liquidazione del partner. Nel frattempo non sono escluse – sono anzi molto probabili – nuove acquisizioni, in Italia e all’ estero: uno dei settori ai quali il Polo del gusto guarda con interesse è, ad esempio, quello dei biscotti, ma anche il comparto vitivinicolo offre grandi potenzialità.

«Il filo rosso è la qualità»

E se ciascuna società seguirà un proprio percorso indipendente di crescita, industriale e commerciale, il Polo si propone come qualcosa di più di un semplice “cappello” societario formale. Lo dimostra la scelta del nome stesso, che ha un carattere identitario e in qualche modo programmatico: «Il filo rosso è la qualità» sottolinea Riccardo Illy, e sono allo studio tutte le sinergie possibili tra le partecipate.

A cominciare dallo sviluppo di una rete internazionale di negozi plurimarca con l’insegna comune Polo del gusto, che ospiterà all’ interno prodotti di tutti i marchi, un po’ sul modello dei gruppi della moda Tod’ s e Slowear, e forse anche il caffè della sorella maggiore Illycaffè.

In tema retail, almeno un cenno va fatto al flagship store Domori che dovrebbe aprire entro l’anno a Torino, e al negozio Gelato Libre recentemente inaugurato a Milano, dove l’azienda propone il suo innovativo gelato a base di acqua. Dammann Frères ha appena inaugurato la sua settima “boutique” a Parigi ed entro l’anno ne aggiungerà altre tre. Mastrojanni ha invece completato il Relais a Montalcino con sei camere, due suite, piscina e, da luglio, anche un ristorante.

Una nuova pagina per il Gruppo Illy

Una nuova pagina si apre dunque per la famiglia Illy e per l’azienda fondata da Francesco nel 1933, che ormai è una grande holding composta da tante realtà. «È stata una giornata campale – ammette Anna Illy, nuova presidente del Gruppo, al termine del cda che ha ratificato la nascita del Polo e rinnovato le cariche -. Lo è per me, che assumo questo ruolo, con l’obiettivo anche di creare le sinergie tra tutte le società controllate, che dovranno crescere insieme. Ma lo è anche per i nostri ragazzi perché, tranne per Daria che era già nel cda di Illycaffè, inizia per loro una nuova avventura».

Giovanna Mancini

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