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MILANO – Se volete far “sclerare” gli italiani, aumentate il prezzo dell’espresso: così titolava, qualche giorno fa, un’indagine del New York Times, realizzata dalla giornalista Patricia Mazzei, che ha viaggiato attraverso lo stivale sondando gli umori di esercenti e consumatori, a fronte dei rincari subiti dal prezzo della tazzina al bar. Dall’articolo emerge un dato che renderà probabilmente invidiosi i lettori americani, viste le somme che sono abituati a sborsare per gli elaborati beveraggi serviti nelle catene di oltreoceano.
Il prezzo medio dell’espresso in Italia – stando a una recente analisi di Assoutenti – rimane tra i più bassi in assoluto in Europa: appena 1,16 euro, che tradotti in moneta americano fanno 1 dollaro e 36 centesimi.
A titolo di raffronto, un espresso da Starbucks costa 3,75 dollari (3,2 euro).
Tutto ciò, nonostante il prezzo della tazzina sia aumentato – secondo la stessa fonte – dell’11,5% negli ultimi due anni. Un rincaro più che giustificato, visto il lievitare dei costi della materia prima e di molte altre voci di spesa dei torrefattori e degli esercenti.
Il fatto è – scrive Mazzei – che gli italiani considerano il caffè al bar una tradizione e un rituale quasi sacro. E hanno sempre dato per scontato che il prezzo della tazzina rimanesse basso, lamentandosi anche per rincari nell’ordine di pochi centesimi.
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