sabato 04 Maggio 2024
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Ico, il rapporto di dicembre: calo prezzi di Arabica, Etiopia punta al terzo posto al mondo

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MILANO – Ulteriori correzioni nei prezzi degli arabica hanno caratterizzato l’ultimo mese dell’anno solare 2011. Lo sottolinea, in apertura, il rapporto mensile Ico, diffuso a Londra ieri pomeriggio, in ritardo di qualche giorno rispetto alle tempistiche usuali. Il report evidenzia nei paragrafi introduttivi la consistente flessione descritta dall’indicatore di New York (media della seconda e terza posizione), in calo del 3,4%, cui fa riscontro un riapprezzamento del 2,2% di quello di Londra, che ha ridotto i differenziali tra i due principali mercati a termine del caffè. Le ultime stime sulla prossima campagna caffearia brasiliana, che inizia ad aprile, e le buone prospettive di raccolto in altri paesi produttori hanno contribuito – secondo il rapporto – a mettere pressione sugli arabica e ad accrescerne la volatilità.

Più nel dettaglio, la media mensile dell’indicatore composto segna il terzo calo consecutivo

E si attesta a 189,02 centesimi per libbra, ossia il livello minimo dei 12 mesi trascorsi, in flessione del 2,4% rispetto ai 193,66 centesimi di novembre. Variazioni negative contraddistinguono tutti gli indicatori degli arabica, con i colombiano dolci in calo del 2,1%, nonché altri dolci e arabica naturali entrambi in flessione del 3,4%. In controtendenza i robusta, che risalgono a 98,41 centesimi dai 97,24 di novembre (+1,2%). La media mensile di dicembre risulta inferiore 10,2% alla media annua dell’intero 2011.

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Guardando alle singole voci, colombiani dolci, altri dolci, brasiliani naturali e New York segnano nell’ordine un –11,4%, -12,7%, -7.6%, -11,4%. Robusta e Londra arretrano rispettivamente del 9,9% e 13,4%. Ciononostante, si osserva ancora nell’analisi, i prezzi continuano a essere relativamente alti rispetto ai livelli del 2010. La media mensile di dicembre 2011 è comunque superiore del 2,6% a quella dello stesso mese di 2 anni fa. E la media annua 2011 è pari a 210,39 centesimi, superiore del 42,89% a quella del 2010. Da rilevare, intanto, una significativa revisione al rialzo della stima sulla produzione nella presente annata caffearia 2011/12.

Ico: il raccolto mondiale è ora quantificato in 132,405 milioni di sacchi, contro i 128,56 indicati nel report di novembre

Tale variazione va imputata per intero ad Africa e sud America, principalmente per effetto delle rettifiche delle statistiche produttive relative a Etiopia (il cui raccolto è stimato ora in 9,804 milioni di sacchi, ossia quasi 3 milioni e mezzo in più rispetto a quanto indicato non più tardi del mese scorso), Brasile (nuovi dati Conab, relativi al 2011/12 diffusi a dicembre) e Perù (produzione rivista al rialzo di oltre mezzo milione di sacchi). Sono stati lievemente rivisti al ribasso, invece, i dati relativi ad Asia&Oceania e Messico&America centrale.

La situazione fotografata dai dati aggiornati è dunque la seguente:

• la produzione mondiale 2011/12 è in calo di un modesto 1,3% rispetto ai 134,161 milioni di sacchi del 2010/11; • il raccolto dell’Africa cresce del 21% risultando pari a 19,512 milioni di sacchi; • Asia&Oceania registrano una flessione dello 0,8% risentendo dei cali produttivi di Vietnam e Indonesia; • Messico&America centrale e sud America vedono scendere le proprie produzioni rispettivamente del 5,6 e 6%. • Sostanzialmente stabili i raccolti di colombiani dolci (+0,4%) e robusta (-0,3%). In crescita gli altri dolci (+1,9%), mentre i brasiliani naturali segnano una flessione del 4,9%. Il raccolto mondiale di arabica è complessivamente in calo dell’1,9%. Il report riferisce della prima stima Conab relativa al raccolto 2012/13, pubblicata la scorsa settimana, sottolineando come il dato di 50,6 milioni di sacchi (costituente il valore medio della stima) vada comunque messo in rapporto con i vivaci consumi interni del paese sud americano, che potrebbero ridurre i volumi disponibili per l’export. Per quanto riguarda il Vietnam vengono citate – oltre al dato ufficiale di 18,5 milioni di sacchi relativo al 2011/12 – varie stime indicanti valori superiori ai 20,5 milioni di sacchi ricordando come i raccolti del primo produttore asiatico siano “fortemente dipendenti dall’irrigazione intensiva e dall’impiego massiccio di input e fertilizzanti”. Sempre in Asia, le piogge torrenziali che hanno colpito l’Indonesia all’inizio del 2011/12 potrebbero determinare – secondo l’Ico – un calo della produzione del 4,2% a 8,8 milioni di sacchi. In Africa spicca, come già detto, l’eccezionale dato dell’Etiopia, che se confermato farebbe del paese del Corno d’Africa il terzo produttore mondiale alle spalle di Brasile e Vietnam e davanti a Indonesia e Colombia. L’export mondiale di novembre, di 7,8 milioni di sacchi, porta il totale per i primi 11 mesi del 2011 a 94,7 milioni di sacchi, in crescita dell’8,1% rispetto al pari periodo 2010. Le esportazioni nell’arco dell’annata caffearia 2010/11 si sono attestate al livello record di 104,5 milioni di sacchi. Sembra – si legge in conclusione del rapporto – che le stime relative alla produzione brasiliana – sia con riferimento al 2011/12 che al 2012/13 – abbiano contribuito a determinare la correzione al ribasso dei prezzi degli arabica registrata a dicembre. Nonostante ciò “i fondamentali di mercato continuano a favorire prezzi stabili, soprattutto alla luce della vivacità dei consumi mondiali”.

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