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I magnati del caffè scoprono passato nazista e annunciano mega donazione

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MILANO – Dietro alla ricchezza della famiglia Reimann si cela una storia di sfruttamento e consenso al regime nazista, alla quale i magnati tedeschi del caffè intendono oggi porre rimedio con un importante gesto di beneficienza. La notizia ha fatto il giro del mondo. Ma ecco i fatti. Durante la guerra Albert Reimann Sr e Albert Reimann Jr – padre e figlio – avrebbero utilizzato civili russi e prigionieri di guerra francesi. Entrambi erano convinti sostenitori del partito nazionalsocialista.

Anche prima che i nazisti salissero al potere, i Reimann avrebbero fatto delle donazioni ai paramilitari SS.

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Un’inchiesta di Bild am Sonntag rivela inoltre che numerose prigioniere dell’Europa dell’est – considerate razzialmente inferiori – furono sottoposte a violenze fisiche e sessuali negli stabilimenti Reimann di Ludwigshafen, in Renania Palatinato.

Dopo la guerra, i due Reimann furono indagati dalle forze alleate occupanti e inizialmente i francesi vietarono di continuare le loro attività commerciali. Ma poi la decisione fu ribaltata dagli americani.

“Sarebbero dovuti andare in prigione”

Peter Harf, portavoce della famiglia Reimann e socio di Jab Holding Company ha riferito che recenti ricerche hanno confermato la grave compromissione con il regime nazista. “È corretto. Reimann sr e jr erano colpevoli e sarebbero dovuti andare in prigione”, ha dichiarato Harf a Bild.

I due Albert, morti rispettivamente nel 1954 e nel 1984, non parlavano del periodo nazista. E la famiglia pensava che i rapporti tra l’azienda e i nazisti fossero stati rivelati in una relazione del 1978.

Ma dopo aver letto i documenti custoditi dalla famiglia, i più giovani dei Reimann hanno iniziato a porsi delle domande. E nel 2014 incaricato uno storico dell’Università di Monaco di esaminare la storia familiare in modo più approfondito. L’esperto ha presentato le scoperte preliminari ai figli e ai nipoti di Reimann, e la loro reazione ai crimini è stata di “disgusto”, “ci siamo vergognati, non si può sorvolare”.

Per questo, Harf ha riferito che la famiglia Reimann donerà dieci milioni di euro a un ente di beneficenza.

Una frazione infinitesimale della ricchezza familiare. Ma il gesto è già significativo e ci si augura che ne seguano degli altri. Inoltre, l’indagine storica, una volta conclusa, verrà diffusa pubblicamente.

La seconda famiglia più ricca della Germania

I Reimann sono la seconda famiglia più ricca della Germania alle spalle della sola famiglia Albrecht, proprietaria della catena di supermercati Aldi.

JAB Holding Company, veicolo di investimento della famiglia con sede in Lussemburgo, ha realizzato negli ultimi decenni acquisizioni per decine di miliardi in vari marchi di prodotti di consumo e in particolare, nel settore del caffè e della ristorazione veloce.

L’ultima grande operazione in ordine di tempo è stata l’acquisizione per fusione del colosso del beverage statunitense Dr. Pepper Snapple finalizzata la scorsa estate, mediante la controllata Keurig Green Mountain. Il deal ha portato nel portafoglio della subholding Acorn brand universalmente noti, quali Schweppes, 7up, Canada Dry, oltre naturalmente a Dr. Pepper e Snapple. Keurig è stata acquisita nel 2015 per 13,9 miliardi di dollari. Suoi i marchi Green Mountain Coffee, Timothy’s, Tully’s Coffee, Van Houtte.

Ci sono poi i marchi di Jde

di cui Acorn è azionista di maggioranza. Jacobs Douwe Egberts è nata nel 2015 dalla fusione tra D.E. Master Blenders e Mondelēz International. Ne ricordiamo i più importanti: Douwe Egberts, Gevalia, Kenco, Jacobs, L’Or, Moccona, Pilâo, nonché i popolari brand di caffè porzionato Senseo e Tassimo.

Non vanno poi dimenticati due storici marchi italiani: Hag e Splendid. Che di italiano hanno ormai ben poco, vista la recente chiusura dello stabilimento di Andezeno, nel Torinese, con conseguente delocalizzazione della produzione. Jde è partner anche di illycaffè, con la quale ha sottoscritto lo scorso ottobre un accordo di licenza per la produzione e distribuzione di capsule in alluminio (Nespresso-compatibili) a marchio illy.

Fa infine parte del firmamento di Acorn l’americana Peet’s Coffee, acquisita da Jab nel 2012, per quasi un miliardo di dollari, che controlla anche i marchi Stumptown, Intelligentsia e Mighty Leaf (tè).

Gli asset della ristorazioneGli asset della ristorazione comprendono la catena britannica Pret a Manger, acquisita nel 2018, Panera Bread (bakery-café), Caribou Coffee, Bruegger’s Bagels, e le catene nordiche Espresso House (Svezia) e Baresso (Danimarca).

Sugli altri fronti, Jab ha recentemente annunciato la sua intenzione di elevare al 60% la partecipazione nel colosso americano della cosmetica Coty, con un’Opa che potrebbe valere 1,75 miliardi di dollari.

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