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L’andamento è comune sia per prodotti artigianali, sia per quelli confezionati. Dal 2002 a oggi rincari del 138% per il gelato. Tra le cause principali ci sono la crescita del costo delle materie prime e dell’energia secondo i dati di una ricerca dell’Osservatorio di Federconsumatori. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Caterina Maconi per il portale La Repubblica.
I prezzi del gelato
MILANO – Se i consumi di gelato non subiscono flessioni – o, per lo meno, finora non ne sono state registrate – i prezzi di coni e coppette, artigianali e confezionati, hanno iniziato a registrare nuovi massimi. Solo nell’ultimo anno, mediamente, il gelato è aumentato del 9%. A crescere di più il costo del gelato confezionato (a stecca) e del gelato in vaschetta, rispettivamente aumentati del 24% e del 23%.
Se si estende il confronto agli ultimi anni il divario è ancora maggiore: rispetto al 2021 mediamente i costi sono aumentati del 42%, ma rispetto al 2002 sono aumentati del 138%. A fare il punto della situazione, una ricerca dell’Osservatorio di Federconsumatori, che ha comparato il prezzo del gelato nel tempo, monitorandone l’andamento.
Le cause degli aumenti sono in parte da imputare alla crescita del costo delle materie prime come latte, zucchero e cacao, a cui si aggiunge anche il caro-energia registrato negli ultimi anni, anche se, secondo Federconsumatori, si tratta di andamenti non sufficienti a spiegare incrementi a doppia o tripla cifra.
Per esempio, se un cono piccolo in gelateria nel 2022 costava 1,50 euro, ora siamo quasi al doppio: la media è di 2,90 euro. Lo stesso cono gelato, ma in versione confezionata, costava 1,20 euro nel 2022 e più del doppio, ovvero 2,50 euro, quest’anno.
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