venerdì 12 Aprile 2024
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I consumi di gelato crollano per il virus: registrato un calo del 20%

A pesare è stato sicuramente il clima pazzo con il maltempo che ha colpito a macchia di leopardo ma soprattutto – sottolinea la Coldiretti – il bilancio turistico nazionale del mese di giugno che fa segnare più di 10 milioni di turisti italiani e stranieri in meno lungo la Penisola con un impatto devastante sull’indotto

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MILANO – Sembra impossibile perché arriva la bella stagione e il caldo spinge verso il frigo, dove il gelato attende a rinfrescare i palati. Purtroppo però, anche questo settore è stato intaccato dalla pandemia e i consumi di questo dessert freddo hanno subito un crollo. Vediamo qualche dato dal sito coldiretti.it.

Gelato: il virus ha colpito anche questo prodotto

Nonostante l’arrivo del caldo non decolla il consumo di gelati in Italia che fa segnare un calo stimato pari al 20 % soprattutto per il vuoto lasciato dai turisti stranieri in questa estate 2020 segnata dall’emergenza Covid. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’andamento della domanda di gelato artigianale che in periodi normali sviluppa un fatturato annuale di 4,2 miliardi di euro.

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A pesare è stato sicuramente il clima pazzo con il maltempo che ha colpito a macchia di leopardo ma soprattutto – sottolinea la Coldiretti – il bilancio turistico nazionale del mese di giugno che fa segnare più di 10 milioni di turisti italiani e stranieri in meno lungo la Penisola con un impatto devastante sull’indotto; dalla ristorazione all’ospitalità fino ai gelati. E per luglio secondo l’analisi Coldiretti/Ixe’ sono 13,5 milioni gli italiani che hanno deciso di andare in vacanza, con un calo del 23% rispetto allo scorso anno al quale si aggiunge il mancato arrivo degli stranieri dai paesi extracomunitari come Usa e Cina.

Per i quali resta in vigore l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria nonostante l’apertura delle frontiere Ue dal primo luglio. Mentre sono ancora timidi i segnali per gli arrivi dall’Unione Europea.

La situazione è preoccupante considerato che – spiega la Coldiretti – per la produzione delle 39mila gelaterie presenti in Italia dove sono occupati 74mila lavoratori e vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici impegnate a garantire ingredienti di qualità con l’Italia detiene la leadership mondiale nella produzione di gelato artigianale sia nel numero di punti vendita che per fatturato.

Il gelato artigianale resta il preferito dagli italiani nei gusti storici anche se – precisa la Coldiretti – cresce la tendenza nei diversi laboratori da nord a sud della penisola ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diverse target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano.

Il 94% degli italiani – precisa la Coldiretti – mangia abitualmente il gelato artigianale per il gusto e la bontà delle materie prime e la sensazione di refrigerio

Con quasi 7 consumatori su 10 che preferiscono i coni alle coppette secondo l’ultima indagine Fipe. E negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala.

Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco. Nelle agrigelaterie – continua la Coldiretti – è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta. Che sono rigorosamente freschi con gusti a “chilometri zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l’ambiente.

In epoca moderna – conclude la Coldiretti – la storia del gelato risale alla prima metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti. Anche se fu il successo dell’export’ in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l’apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all’imprenditore genovese Giovanni Bosio. Da allora – conclude la Coldiretti – la corsa del gelato non si è mai fermata.

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