giovedì 02 Maggio 2024
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Le avventure di Francesco Caracciolo, l’ammiraglio che portò il caffè a Napoli nel libro di Carnimeo

Risveglio, questa è una parola che ritorna spesso all'interno delle pagine di Carnimeo, collegata alla bevanda caffeinica. Un risveglio dei sensi, un'apertura della mente, un movimento ascetico dell'anima, tutto, dentro una tazza

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MILANO – Il caffè come bevanda mistica, un segreto da custodire a qualunque costo, anche tradimenti, omicidi e conflitti tra Paesi distanti. Napoli è un po’ come Algeri, almeno così la racconta Nicolò Carnimeo nel suo “La nave di fuoco” edito da Ugo Mursia Editore, ripercorrendo le avventure di Francesco Caracciolo, uno tra i più grandi uomini di mare italiani.

In oltre 200 pagine – le ultime delle quali, come afferma lo stesso autore in una nota finale, sono state scritte tra gli affreschi del Caffè Gambrinus – le vicende che hanno portato il caffè da un continente all’altro, seguendo le vicissitudini politiche e spirituali di due popoli che hanno tante differenze, quanto altrettanti tratti in comune.

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Ma soprattutto la genesi del mito ancora oggi molto vivo, del vero caffè napoletano. Che, proprio come vuole la tradizione, è fatto di passione, di uomini, di emozioni. E, ovviamente, di mare.

Caracciolo, l’ammiraglio che è riuscito a portare il caffè a Napoli

Risveglio, questa è una parola che ritorna spesso all’interno delle pagine di Carnimeo, collegata alla bevanda caffeinica. Un risveglio dei sensi, un’apertura della mente, un movimento ascetico dell’anima, tutto, dentro una tazza.

Nel viaggio esplorativo di Caracciolo da un mondo all’altro, compare il famoso segreto della miscela, che spesso in Italia oggi è sinonimo di chicchi difettosi da nascondere, e che invece nelle parole del libro torna a rivestire un mistero virtuoso, da proteggere per preservare una nuova qualità che cambierà il mondo della tazzina: «Questi chicchi valgono come oro e nascondono un segreto. Ed è un segreto di Stato, duca Caracciolo. E già. Perché chi custodisce la miscela di questo caffè speciale è padrone delle rotte del Mediterraneo. Sto caffè va a ruba!».

I personaggi, dagli aiutanti del protagonista agli stessi antagonisti, sono guidati dalla stessa missione: conquistare questa bevanda esotica per poterla esportare nel proprio Paese.

La lotta di queste diverse fazioni per appropriarsi ciascuna dell’origine dell’oro nero, diventa il momento di condivisione e di scambio di mentalità e tradizioni lontane, ma con dei punti di contatto.

Questa è la magia del rito del caffè, da secoli a questa parte, trasversale e democratico.

Forte il parallelismo tra la chimica per la creazione di pietre preziose e la produzione del chicco:

«Il caffè… è n’alchimia, Francesco Bello» apostrofa il prete Basilio, compagno di avventura di Caracciolo, per spiegare l’importante processo trasformativo dietro il grano verde di Arabica.

Un concetto confermato dal momento epifanico dello stesso eroe quando, costretto in una segreta, si appella al ragionamento ed ecco che torna il paragone: «È un atto alchemico quotidiano che spesso realizziamo senza saperlo.»

Un modo per conquistare l’occidente, più che con le armi: questo è il valore del caffè

Una materia prima, una pianta, una bevanda, che ad Algeri cuoce sull’ibrik ed è un dono divino per consentire agli uomini di superare se stessi.

Fin tanto che in questo turbinio di colpi di scena, dove la morte sembra sempre dietro l’angolo, compare un altro strumento rivoluzionario: dall’unione del genio napoletano e algerino, ecco il prototipo della cuccuma.

Che subito diventa il mezzo attraverso cui attuare una svolta concreta sulla diffusione e il modo di bere il caffè anche in Italia.

Trentatré capitoli di azione sostenuta dalla caffeina sotto i Borboni, che si chiudono con le confessioni finali di Francesco Caracciolo, illuminanti, a voler spiegare le sue ragioni per aver appoggiato i francesi contro il regime borbonico: “Ora potete esprimere un giudizio, conoscete la mia storia.

Perché se c’è stato il risveglio, l’epoca dei Lumi, se l’Europa è percorsa da idee nuove lo si deve anche a me, e… a una polvere nera che ha l’aroma della libertà. Si il caffè… già il caffè.”

La nave di fuoco è acquistabile sul sito dell’editore a 18 euro.

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