sabato 13 Aprile 2024
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Francesca Lavazza: il progetto all’Ospedale Regina Margherita da 1,5 milioni

Fuori dall’ospedale, nel mondo che si vede al di là degli archi che circondano alcune finestre. Lì, gli architetti hanno voluto appoggiare dei banchi per permettere ai pazienti di studiare e fare i compiti anche in ospedale. Ed è proprio qui che si sofferma Francesca Lavazza

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TORINO – Francesca Lavazza, che si è sempre distinta per il suo ruolo attivo in ambito culturale e sociale, continua la sua attività portando avanti l’ultimo progetto voluto da Maria Teresa Lavazza, dedicato ai bambini e adolescenti del reparto di Onco-ematologia del Regina Margherita. Leggiamo i dettagli di questa operazione solidale, dall’articolo di Lorenza Castagneri su torino.corriere.it.

Francesca Lavazza: «Mia madre sarebbe due volte orgogliosa di ciò che è stato fatto»

La targa bianca e blu è ben visibile al di sopra della porta spessa di questo nuovo reparto dell’ospedale Regina Margherita. È dedicato a Maria Teresa Rey Lavazza, scomparsa nel luglio scorso, donna piena di passioni tra cui quella per i bambini dell’infantile torinese. A loro è stata accanto per anni. Lo ha fatto con l’associazione Adisco sezione Piemonte, che ha finanziato finora la ristrutturazione di cinque aree della struttura e di cui è stata presidente.

Ora lo è diventata la figlia Francesca Lavazza. I suoi occhi azzurri si velano appena quando si cita sua madre: «Sono sicura — confida — che sarebbe due volte orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato. Tante persone hanno continuato a restarci accanto e a lavorare nonostante le difficoltà della pandemia».

E oggi l’ultimo progetto voluto da Maria Teresa Lavazza è pronto ad accogliere bambini e ragazzi seguiti nel reparto di Onco-ematologia del Regina Margherita, diretto dalla professoressa Franca Fagioli. Un’area immensa, di oltre mille metri quadrati, con dodici ambulatori, tre camere di degenza diurna, due studi medici, tre uffici amministrativi e uno spazio dedicato alla ricerca. Si affacciano a destra e a sinistra di due corridoi ampi e sinuosi nel rispetto delle recenti misure per la prevenzione del coronavirus. Gli architetti dello studio Miroglio e Lupica si sono ispirati alla natura e ad alcuni dei suoi abitanti. Farfalle, formiche, libellule. Api, lucertole e anatre che ritornano nei disegni sulle pareti colorate di verde, arancione, giallo.

«Abbiamo voluto un ambiente rigenerativo per i giovani pazienti, per i genitori e per i medici che lo frequentano», ripete Francesca Lavazza mentre cammina lungo il reparto di cui conosce ogni minimo dettaglio e in cui nulla è stato lasciato al caso. Il suo è un animo sensibile. Per l’azienda di famiglia, si è occupata delle campagne pubblicitarie internazionali e del celebre calendario Lavazza che, ogni anno, coinvolge grandi nomi della fotografia. Anche i messaggi alle pareti del reparto sono studiati. Uno recita: «Le formiche sono insetti fortissimi, in grado di sollevare fino a cinquanta volte il proprio peso».

Parole stimolanti per pazienti che, dopo una giornata di visite e terapie, possono tornare a casa

Fuori dall’ospedale, nel mondo che si vede al di là degli archi che circondano alcune finestre. Lì, gli architetti hanno voluto appoggiare dei banchi per permettere ai pazienti di studiare e fare i compiti anche in ospedale. Ed è proprio qui che si sofferma Francesca Lavazza: «Le colline, il parco, il verde — osserva — fanno parte di questo percorso rigenerativo a stretto contatto con la natura che abbiamo voluto ricreare all’interno dell’ospedale, sempre grazie ai consigli di medici e infermieri, che ci hanno permesso di capire le esigenze delle persone e migliorare la suddivisione degli spazi».

I lavori, da ottobre ad aprile, sono costati un milione e mezzo di euro, finanziati soprattutto da Adisco e con contributi di 600 mila euro di Fondazione Compagnia di San Paolo e 300 mila di Specchio dei tempi. Tuttavia, la raccolta fondi è già ricominciata per finanziare un altro progetto, che per caratteristiche sembra essere la prosecuzione ideale di quello presentato ieri.

«Sarà il Giardino del Sole — svela la presidente Adisco —. Vogliamo creare un parco giochi davanti al Regina Margherita e, con l’accordo del Comune, ripristinare lo spazio verde all’ingresso dell’ospedale. Un bel polmone dove chi dovrà seguire le cure potrà avere un momento di svago e per i genitori che accompagnano i figli», spiega ancora Francesca Lavazza. Già componente del Board of Trustees del Guggenheim Museum di New York, da poco più di due settimane, è anche la nuova presidente del Castello di Rivoli dopo l’addio a Fiorenzo Alfieri. Qui, però, le idee sono ancora tutte in divenire. Si attende di conoscere quando i musei potranno riaprire per programmare nuove mostre e altri eventi.

Ma una novità c’è:

«E ha a che fare sempre con sanità pubblica e arte, bello, natura», ammette la neo-presidente. Che conferma le voci emerse già qualche settimana fa: «Da fine aprile a inizio agosto, la sala al terzo piano del castello diventerà una sede vaccinale in collaborazione con la Asl. Ma lì resta anche allestita la personale dell’artista svizzera Claudia Comte».

 

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