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I FONDAMENTALI – L’importanza dell’acqua

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Probabilmente la
maggior parte dell’acqua
presente nell’universo
è un sottoprodotto della
formazione delle stelle

Una risorsa di fondamentale importanza che spesso viene data per scontata, l’acqua, influisce su tutti i nostri sensi e su molti aspetti della nostra vita. I Greci ritenevano che il ghiaccio e l’acqua fossero due cose diverse.

Fu solo nel 1784 che un fisico inglese, Henry Cavendish, determinò la composizione dell’acqua attraverso un’attenta sperimentazione. Durante il diciannovesimo secolo gli scienziati hanno confermato che essa è composta da due elementi: idrogeno e ossigeno.

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Cosa c’è di più importante dell’acqua?

Gli atomi perfettamente saldati dell’idrogeno e dell’ossigeno formano il 70% del nostro corpo, e in più svolgono un’azione depurativa. Da dove proviene l’acqua?

Qual è il suo ciclo di vita? Quali sono le caratteristiche e gli effetti delle sue diverse forme (liquido, vapore, solido)? Forse la cosa più importante da considerare è come stia cambiando l’accesso all’acqua nel corso dell’evoluzione della vita e della biodiversità.

Probabilmente la maggior parte dell’acqua presente nell’universo è un sottoprodotto della formazione delle stelle – condensando e forzando insieme gli atomi di idrogeno e di ossigeno presenti nelle quantità di gas e polveri che roteavano attorno alle stelle.

L’acqua è stata individuata tra le nuvole interstellari entro la Via Lattea e probabilmente esiste in abbondanza anche in altre galassie, dato che l’idrogeno e l’ossigeno sono tra gli elementi più abbondanti nell’universo.

Il 98 per cento dell’acqua del pianeta è presente negli oceani e quindi
non è potabile a causa del suo contenuto salino. Il restante 2 per cento
è acqua dolce, ma la maggior parte sta nelle calotte polari e nei ghiacciai
E così meno dell’1 per cento delle risorse dell’acqua del pianeta si trova
nei laghi e nei fiumi! Ce ne rimangono ancora migliaia di milioni di galloni
ma è soltanto una frazione di tutte le risorse idriche disponibili

Sulla Terra ci sono, in varie forme, 326 milioni di trilioni di galloni d’acqua, che si trasformano continuamente in vapore e pioggia. Anche gli oceani sono in perpetuo movimento e non solo a causa del vento e delle maree.

L’acqua ha una “vita propria”: l’acqua calda ha più energia dell’acqua fredda perché la vibrazione delle molecole più calde è maggiore. Inoltre, molecole con maggior vibrazione occupano più spazio, così l’acqua più fredda è più densa dell’acqua calda, motivo per cui si colloca sul fondo e l’acqua calda risale sulla superficie.

Il processo è chiamato circolazione termosalina, talvolta denominato “nastro trasportatore oceanico” perché muove l’acqua dell’oceano intorno al pianeta. Il ghiaccio, sebbene più freddo, è meno denso rispetto all’acqua allo stato liquido – questo il motivo per cui gli iceberg galleggiano.

Allo stato solido le molecole dell’acqua sono tenute insieme in una rigida struttura geometrica a 6 lati grazie ai loro legami d’idrogeno. Ciò produce una struttura aperta e porosa, mentre le molecole dell’acqua allo stato liquido hanno legami meno forti, consentendo così ad un maggiore numero di molecole di occupare un dato volume.

Il 98% dell’acqua del pianeta è presente negli oceani e quindi non è potabile a causa del suo contenuto salino. Il restante 2% è acqua dolce, ma la maggior parte sta nelle calotte polari e nei ghiacciai.

E così, meno dell’1% delle risorse dell’acqua del pianeta si trova nei laghi e nei fiumi! Ce ne rimangono ancora migliaia di miliardi di ettolitri, ma è soltanto una frazione di tutte le risorse idriche disponibili.

Le comunità si sviluppano naturalmente vicino alle vie d’acqua marittime e fluviali. I laghi e i fiumi supportano la vita, oltre a contribuire alla bellezza dell’ambiente naturale. Circa il 70% dell’acqua dolce viene usato in agricoltura.

Città come Londra, Parigi, Montreal, New York, Chicago, Buenos Aires, Tokyo, Shanghai e Hong Kong devono in parte il loro successo al fatto di essere facilmente raggiungibili per via marittima e fluviale.

La disponibilità
dell’acqua pulita
è una grande preoccupazione
economica e sociale,
specialmente tenendo
in considerazione la crescita
della popolazione

La disponibilità dell’acqua pulita è una grande preoccupazione economica e sociale, specialmente tenendo in considerazione la crescita della popolazione.

L’accesso all’acqua potabile è migliorato notevolmente negli ultimi decenni in quasi ogni parte del mondo, ma non esiste ancora una chiara correlazione tra l’accesso all’acqua potabile e il Prodotto interno lordo di una nazione.

Attualmente, circa un miliardo di persone nel mondo beve abitualmente acqua malsana non potabile, causa della morte di cinque milioni di persone, ogni anno.

La maggioranza dei Paesi ha accettato l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, programmato nel 2008: dimezzare entro il 2015 il numero di persone nel mondo che non hanno accesso alle risorse idriche e igienico sanitarie. Un obiettivo sempre meno lontano.

Nuove tecnologie,
ispirate alla natura
vengono già utilizzate
per ottenere
l’acqua dall’aria

La percentuale di persone nei paesi in via di sviluppo con accesso all’acqua potabile è passato dal 30% nel 1970 al 71% nel 1990, al 79% nel 2000 e all’84% nel 2004.
Alcune stime prevedono però che per il 2025 più della metà della popolazione mondiale si troverà ad affrontare ancora situazioni di carenza di acqua pulita.

Ma l’innovazione è già in atto. Nuove tecnologie, ispirate alla natura, vengono già utilizzate per ottenere l’acqua dall’aria – letteralmente.

Un esempio è WatAir, una piramide invertita fatta di una serie di pannelli che raccoglie la rugiada dall’aria e la trasforma in acqua dolce, con qualsiasi condizione climatica.

Ispirata alle proprietà raccogli-rugiada delle foglie, WatAir è a bassa tecnologia e potrebbe rendere disponibile l’acqua pulita e potabile a milioni di persone in tutto il mondo.

Un metodo analogo è stato esperimentato dall’Aqua Sciences, con un dispositivo che apparentemente è il primo a funzionare bene in climi rigidi, perché il suo utilizzo non è legato all’umidità.

I dettagli tecnologici sono ancora segreti, ma un portavoce ha rivelato che esso “imita la natura”, utilizzando i sali naturali per estrarre l’acqua e si comporta come un de contaminatore naturale.

Il metodo può rivelarsi molto più efficace e conveniente rispetto al trasporto dell’acqua in bottiglia nelle zone con clima arido, o nei luoghi colpiti da calamità naturali (come lo tsunami del 2004), dove la più grande e immediata necessità era l’acqua potabile.

(1 – continua)

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Fonte: Espresso Ideas magazine della Nuova Simonelli

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