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Espresso tradizionale italiano: nuova convergenza sulla candidatura Unesco

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TREVISO – È una prima volta per l’Italia del caffè. Due importanti associazioni di categoria hanno deciso di mettersi attorno a un tavolo per discutere di interessi comuni e trovare una convergenza.

È stato annunciato nel corso dell’Assemblea del Consorzio di Tutela dell’Espresso Tradizionale Italiano, svoltasi a Unindustria Treviso, il 2 febbraio.

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Il Consorzio che persegue la candidatura dell’espresso quale bene immateriale Unesco e il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, che ne è fondatore, hanno accolto il segretario del Comitato Italiano del Caffè e quindi l’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari (AIIPA).

Un incontro a cui ha preso parte anche l’Associazione Caffè Trieste, con il suo presidente Fabrizio Polojaz.

“La presenza del responsabile di settore CIC Gianni Forni, su incarico del presidente Mario Cerruti, è stato un importante segno d’apertura – spiega il presidente Giorgio Caballini di Sassoferrato-. Vorremmo che il nostro obiettivo fosse condiviso da tutti coloro che ne sono direttamente interessati, quindi da tutti gli operatori italiani che ruotano attorno alla filiera dell’espresso, a partire dalle torrefazioni, piccole e grandi”.

Proprio per poter coinvolgere anche le aziende più piccole, l’Assemblea ha deliberato una significativa disposizione, ovvero la revisione delle quote societarie a seconda di diverse fasce di fatturato, rendendole accessibili a tutti.

“In questo modo veniamo incontro a quelle aziende che, pur interessate al progetto, non hanno ancora aderito al Consorzio a causa dell’impegno economico richiesto” chiarisce Caballini.

Il dialogo con l’Aiipa

Sul fronte delle grandi imprese e dell’industria, il dialogo con l’AIIPA è ben oltre alla fase preliminare. “Il 12 gennaio scorso a Milano – prosegue il presidente del Consorzio di Tutela dell’Espresso Tradizionale Italiano – si è tenuto un incontro importante tra il Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale e il Comitato Italiano del Caffè. L’incontro ha superato le più rosee aspettative per la reciproca disponibilità dimostrata”.

Un gruppo di lavoro sta analizzando il “Disciplinare del caffè espresso”. Ovvero il documento che stabilisce i parametri affinché un “espresso tradizionale italiano” possa definirsi tale. Il disciplinare è il cuore del progetto. Nonché strumento per il buon esito dell’iter. Che potrebbe condurre al riconoscimento Unesco e che dovrebbe essere redatto nella sua nuova forma definitiva entro la fine di questo mese di marzo. Ed è qui che si concretizzerà la convergenza. Mediando fra la prospettiva delle piccole e medie aziende con quelle dell’industria.

E a proposito dell’iter. Luca Fabbri di Ipogea, che sta seguendo la candidatura per conto del Consorzio, ha aggiornato i soci. Naturalmente sull’esito dell’incontro con i referenti del Ministero Affari Esteri del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. Dai quali è giunta la conferma che quella del caffè espresso italiano tradizionale è una candidatura importante e da perseguire. Non solo, per concludere gli atti della procedura di proposta, ha riferito Fabbri, è necessaria l’iscrizione presso database riconosciuti da MIBACT e UNESCO. Ed è quanto, quindi, verrà fatto aggiornando poi i dati con il Disciplinare condiviso.

L’ottimismo di Caballini

“Guardo con ottimismo al futuro del Consorzio – conclude Caballini -. L’iter prosegue bene, ma soprattutto la nostra iniziativa sta acquisendo maggior riconoscibilità tra gli operatori del settore”. Un passo avanti decisivo affinché l’aspirato riconoscimento Unesco possa diventare realmente un bene per l’intero comparto del caffè italiano.

Susanna de Mottoni

Tratto dal Notiziario Torrefattori, marzo 2018

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