martedì 26 Marzo 2024
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Dolcificanti artificiali e naturali: quali scegliere e come fare

Dolcificanti sì o no? Meglio quelli artificiali o quelli naturali? Lo zucchero o il miele? L’aspartame o il fruttosio? Anche senza arrivare al caso della cantante Adele, che ha detto di aver perso diversi chili semplicemente eliminando le due consuete zollette di zucchero da ognuna delle tante tazze di tè della giornata, sappiamo ormai che il ruolo degli zuccheri nella dieta non aiuta né la linea né la salute. “In realtà è tutta una questione di abitudine“, spiega a Gazzetta Active la dottoressa Claudia Delpiano, dietista e biologa nutrizionista presso l’IRCCS Policlinico San Donato e il Policlinico San Pietro. “Io stessa ho verificato sui miei pazienti che se una persona resiste una decina di volte consecutive a non aggiungere più lo zucchero o il dolcificante alla tazza di caffè poi si svezza completamente”, chiarisce la dottoressa Delpiano. “Anche perché purtroppo l’utilizzo di questi dolcificanti fa aumentare la voglia di cibo dolce. Questo avviene perché le papille gustative sentono il sapore dolce e si innesca così una sorta di richiamo per altro cibo dolce. Più dolce si mangia, insomma, e più si ha voglia di mangiarne. Cosa che non accadrebbe se si assumesse la stessa quantità di zucchero attraverso una pillola, senza sentire il sapore dolce. Tutto passa dal centro ipotalamico, infatti”

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MILANO – Non guasta mai ribadire alcune informazioni quando si tratta di fare la differenza in termini di salute, per cui riprendiamo l’argomento sui dolcificanti, per scendere nel dettaglio di quali siano più o meno nocivi se assunti in maniera errata. Si possono fare le dovute distinzioni per studiare una dieta bilanciata. Leggiamo le informazioni dall’articolo di Maria Elena Perrero su alimentazione.gazzetta.it.

Dolcificanti: una guida in questo mondo

Dolcificanti sì o no? Meglio quelli artificiali o quelli naturali? Lo zucchero o il miele? L’aspartame o il fruttosio? Anche senza arrivare al caso della cantante Adele, che ha detto di aver perso diversi chili semplicemente eliminando le due consuete zollette di zucchero da ognuna delle tante tazze di tè della giornata, sappiamo ormai che il ruolo degli zuccheri nella dieta non aiuta né la linea né la salute. “In realtà è tutta una questione di abitudine“, spiega a Gazzetta Active la dottoressa Claudia Delpiano, dietista e biologa nutrizionista presso l’IRCCS Policlinico San Donato e il Policlinico San Pietro.

“Io stessa ho verificato sui miei pazienti che se una persona resiste una decina di volte consecutive a non aggiungere più lo zucchero o il dolcificante alla tazza di caffè poi si svezza completamente”, chiarisce la dottoressa Delpiano. “Anche perché purtroppo l’utilizzo di questi dolcificanti fa aumentare la voglia di cibo dolce. Questo avviene perché le papille gustative sentono il sapore dolce e si innesca così una sorta di richiamo per altro cibo dolce. Più dolce si mangia, insomma, e più si ha voglia di mangiarne. Cosa che non accadrebbe se si assumesse la stessa quantità di zucchero attraverso una pillola, senza sentire il sapore dolce. Tutto passa dal centro ipotalamico, infatti”.

Ma se proprio una persona non riesce a fare meno dei dolcificanti, quale consiglia?

“Innanzitutto bisogna distinguere i dolcificanti naturali e quelli artificiali o sintetici. Sicuramente i primi sono da prediligere, se proprio non se ne può fare a meno. Per quanto riguarda i dolcificanti aggiunti parliamo di lattosio, glucosio, maltosio, fruttosio, glicirizzina, saccarosio, mannitolo, sorbitolo (che in realtà fa parte dei polialcoli)”.

E un dolcificante ‘sano’ da aggiungere al caffè?

“In questo caso potrei suggerire dello sciroppo d’agave, del miele, la stevia (che però ha un retrogusto un po’ amaro), lo zucchero di cocco, o meglio ancora il mascobado, che altro non è che il vero zucchero di canna integrale, o l’eritritolo, un prodotto che deriva dalla fermentazione del mais e ha pochissime calorie, non va ad infiammare le mucose dell’intestino come fanno invece i normali zuccheri, seppur naturali come il saccarosio”.

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