lunedì 25 Marzo 2024
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Eddy Rurihose, dal Burundi all’Italia col sogno di un suo bar

Lilia Infelise: “Dovevo tenere una relazione in Burundi, il paese dove ho incominciato a innamorarmi dell’Africa. Mentre stavamo visitando i luoghi limitrofi a dove sarebbe stata la conferenza, questo ragazzo mi ha avvicinato rivolgendosi a me già in un buon italiano. Mi diceva di voler venire in Italia. Io sono rimasta subito molto colpita da lui, dalla decisione che dimostrava di avere. Rapidamente ci siamo scambiati i numeri e da quell’istante non mi ha più mollato”.

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MILANO – Imparare in Italia il mestiere di barista per poi tornare nel suo paese e aiutare altri giovani come lui: è questo il sogno di Eddy Rurihose, il trentenne originario del Burundi. Da questo progetto iniziale sono nate molteplici difficoltà che Eddy ha superato brillantemente per poi trovarsi a Pesaro, nelle Marche. Ormai Eddy lavora al bar Romeo da due mesi e sin sa subito si è attratto le simpatie dei suoi colleghi. Riportiamo di seguito la notizia pubblicata sul giornale Il corriere della sera.

Il sogno di Eddy Rurihose

PESARO – “Era un sogno. Il mio sogno. Per me essere qui in Italia oggi significa poter aprire domani un bar in Burundi e insegnare il mestiere ad altri giovani”. Parla così Eddy Rurihose, trentenne originario di Bujumbura. E parla benissimo italiano perché per quindici anni lo ha studiato in attesa di poter imparare il mestiere nelle nostre città. Ad accoglierlo è stata Pesaro, città d’origine di Lilia Infelise, fondatrice di Artes, che è stata la prima a incontrarlo.

“Dovevo tenere una relazione in Burundi, il paese dove ho incominciato a innamorarmi dell’Africa. Mentre stavamo visitando i luoghi limitrofi a dove sarebbe stata la conferenza, questo ragazzo mi ha avvicinato rivolgendosi a me già in un buon italiano. Mi diceva di voler venire in Italia. Io sono rimasta subito molto colpita da lui, dalla decisione che dimostrava di avere. Rapidamente ci siamo scambiati i numeri e da quell’istante non mi ha più mollato”.

Eddy la chiama, vuole imparare a lavorare in Italia. Infelise stringe rapporti, fa nascere nuove collaborazioni, studia la normativa, scrive progetti internazionali. I tentativi per poterlo far viaggiare e per costruire un percorso formativo sono innumerevoli, ma le complessità sembrano non avere fine. Intanto, la familiarità nel tempo aumenta, al punto che Eddy inizia a chiamarla mamma.

L’arrivo in Italia dal Burundi

“Nell’attesa di una opportunità concreta, che stentava a formarsi, Eddy non è stato immobile, ma ha iniziato a lavorare in alcuni bar e a fare dei corsi di formazione. Finché un progetto, che mi era stato affidato dalla Banca Mondiale, unitamente alla disponibilità di un imprenditore marchigiano, proprietario di una torrefazione, e la collaborazione con la Regione Marche, convinta dall’aver fatto leva su alcune norme, hanno fatto la differenza. Ma la vera differenza l’ha fatta la fedeltà di Eddy al suo desiderio”.

Forte desiderio, ma anche grandissimo coraggio e forza di volontà. “Nell’incontro con Eddy – aggiunge Lilia Infelise – ho realizzato quel che i miei studi e i miei progetti non mi avevano dimostrato con la stessa chiarezza: il punto nodale per i giovani in quelle zone non erano tanto la fame e la sete, quanto la mancanza della prospettiva di un futuro”.

A ottobre del 2020 Eddy è finalmente atterrato a Milano, è salito sul treno e ha raggiunto la città marchigiana. Per ben due mesi è stato dietro il bancone del Bar Romeo di Pesaro, guidato da Assunta Tinelli, che di lui oggi dice: “Mi ha stupito la sua continua intraprendenza e il suo voler essere utile. Soprattutto nel periodo natalizio per noi ha significato una mano dal cielo.”

“Per noi è un doppio regalo: Eddy infatti sarà un portatore sano di una tradizione marchigiana. Qui, infatti, ha imparato persino a fare il torrone marchigiano, secondo un’antica ricetta che mia figlia Silvia ha voluto recuperare. Ora questo torrone verrà prodotto anche in Burundi, grazie a Eddy”.

Questo infatti il secondo sogno di Eddy ancora da realizzare: poter inaugurare un suo locale nella città natale, accanto a sua moglie e i suoi due bambini, che lo aspettano in Sudafrica. Ma per far questo la sua formazione è continua e instancabile.

La seconda parte della sua permanenza in Italia la trascorre, infatti, nei locali di una famosa torrefazione marchigiana, che gli sta insegnando l’uso dei macchinari necessari, la tostatura dei chicchi di caffè, la diversa lavorazione, il gusto e il sapore. “C’è tanto da fare ancora, bisogna andare avanti”, chiude Eddy, con il mare pesarese negli occhi e le terre africane all’orizzonte.

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