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Jean Francois Cristaudo per la finale del campionato italiano cezve-ibrik vola a Istanbul

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MILANO – Il Sigep 2019 sta ormai per iniziare, a partire dalla giornata di sabato 19, sino al mercoledì 23 gennaio. Tra le tante competizioni che costituiscono un calendario ricco di stimoli per i visitatori e i professionisti, anche il campionato italiano cezve-ibrik. Si tratta di una prova particolare per quanto riguarda il metodo di preparazione impiegato, basato appunto sull’uso di uno strumento piuttosto diverso dalla tradizione italiana.

Stiamo parlando di un pentolino, il cezve, che può essere in metallo, ottone, rame o ceramica; dotato di un lungo manico e di un orlo progettato appositamente per servire il caffè. L’edizione del 2018 è stata conquistata da Simone Cattaneo. Per l’anno nuovo invece, misurerà le sue abilità Jean François Cristaudo. Il quale ha dato un tocco originale alla sua preparazione per questa importante finale riminese che avrà luogo domenica 20 gennaio.

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Jean François Cristaudo, new entry nella scena caffeicola

Il primo contatto con questo talento è avvenuto durante il corso di torrefazione di secondo livello presso la Hmc di Paolo Scimone. In questa occasione, ha voluto condividere il suo percorso di allenamento, in visione dei campionati italiani di Ibrik. Partendo dal primo incontro con il suo trainer, Andrea Antonelli.

Passando poi per l’idea di formare un team (trainer, roaster, sensorialist e barista). Per portare tutta l’esperienza maturata nella competizione vera e propria.

Spiega Cristaudo: “Ho scelto, seguendo i miei canoni, l’eccellenza. Rappresentata bene dalla pluriennale esperienza di Andrea Antonelli. Il quale, tra l’altro, è stato anche il preparatore del campione uscente 2018 baristi per la gara nazionale.

E poi mi sono rivolto per lo stesso principio, anche a Paolo Scimone, “Sua Maestà, il Caffé”. Attualmente tra i migliori roaster a livello mondiale, Q grader di Arabica e Robusta. Infine, al mio fianco ho voluto anche Hélena Oliviero campionessa italiana Cup Tasters 2018, ugualmente Q grader di Arabica e Robusta.”

François racconta: “Coffee it’s not just about coffee it’s about people”

“Mi sono avvicinato gradualmente alla sfida del campionato italiano, grazie a diverse esperienze. Agli assaggi di alcuni caffè superlativi e poi ovviamente per le persone che ho conosciuto durante quest’anno; tra loro Andy Anderson. Anderson è un fotografo e amante di caffè che mi disse: “Coffee it’s not just about coffee it’s about people’, “Non si tratta soltanto di caffè, si tratta di persone”.

“Guarda caso il 20 gennaio dell’anno passato incontravo Andrea Antonelli per la prima volta. Proprio la stessa data in cui quest’anno parteciperò.”

“Iniziare con una gara dove si celebra uno dei metodi estrattivi più antichi credo sia l’ideale. Personalmente amo il cezve. Questo “pentolino” che lascia molta libertà al barista. Questo perché invoglia a creare, a cercare la perfezione in ogni tazza servita.”

“Il viaggio che ho fatto ad Istanbul mi ha definitivamente ammaliato mostrandomi questa cultura estrattiva. Convincendomi definitivamente a partecipare ai campionati italiani.”

Per comprendere al meglio il funzionamento tecnico di un’estrazione di Cezve/Ibrik infatti, Cristaudo si è recato ad Istanbul. Presso un’azienda che gli ha offerto formazione sulla realizzazione dei “Cezve” e su come interagiscano con il calore in base ai materiali utilizzati.

Un’ulteriore fortuna è stata  -secondo Cristaudo – l’essersi confrontato con Dionysis Moustis (vice campione mondiale Cezve/Ibrik 2017). Con il quale ha avuto l’opportunità di lavorare e di confrontarsi.

Puntare sulla cura dei dettagli

“Il mio obiettivo personale in questa finale di campionato italiano non sarà vincere. Certo, ammetto che mi piacerebbe però, la mia meta sarà -piuttosto- sarà far vivere a chi avrò di fronte un’esperienza fuori dal comune. Vorrei si avvertissero la cura e la dedizione dietro quei 15 minuti di gara.”

Ovviamente auguro il meglio a tutti i miei “avversari” per quella giornata. Spero vivamente di poter assaggiare ottimi caffè e imparare qualcosa in più. Come barista e come persona e magari di rappresentare l’Italia a Dubaï ai mondiali.”

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