mercoledì 10 Aprile 2024
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Così la coffea stenophylla rivive nella Sierra Leone

La stenophylla fu commercializzata, a cavallo tra l’ottocento e il novecento, con la denominazione di Sierra Leone Highland Coffee. È un caffè considerato di eccezionale qualità anche se dal profilo organolettico molto particolare. Ed è in grado di resistere a temperature sino a 7° gradi superiori a quelle mediamente tollerate dagli arabica

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MILANO – Rinasce la coltura della coffea stenophylla, una specie che non appartiene né alla subsezione Erythrocoffea (come arabica e robusta), né alla Pachycoffea (come la c. liberica). A lungo dimenticata (tanto che se ne temeva l’estinzione), essa è stata recentemente riscoperta dal mondo del caffè per la sua potenziale resilienza al cambiamento climatico oltre che per le sue peculiarità organolettiche.

Il governo della Sierra Leone ha annunciato infatti che questa specie è stata coltivata con successo nell’ambito di un progetto pilota condotto con il supporto del trader svizzero Sucafina.

La Sierra Leone è il paese di origine della stenophylla. Ed è qui che una spedizione scientifica ha consentito, nel 2018, di riscoprire in natura degli esemplari di questo arbusto, di cui si era persa traccia da tempo.

“I risultati sono positivi, per cui riteniamo che vi siano tutte le condizioni per il rilancio di questa varietà, un tempo degustata nei caffè di Parigi e di Londra, che da decenni non veniva più venduta sui mercati” ha dichiarato il responsabile del progetto Daniel Sarmu.

La stenophylla fu commercializzata, a cavallo tra l’ottocento e il novecento, con la denominazione di Sierra Leone Highland Coffee

È un caffè considerato di eccezionale qualità anche se dal profilo organolettico molto particolare. Ed è in grado di resistere a temperature sino a 7° gradi superiori a quelle mediamente tollerate dagli arabica.

Assieme a due illustri scienziati – Jeremy Haggar, docente di agroecologia all’università di Greenwich, e Aaron Davis, Senior Research Leader ai Royal Botanic Gardens di Kew (Londra) – Sarmu è riuscito a trovare circa 300 piante selvagge di stenophylla nelle foreste della Sierra Leone.

Grazie al contributo fondamentale di Sucafina si sono ottenute nelle nursuries oltre 3 mila piantine, delle quali 1.300 sono state utilizzate per la sperimentazione sul campo.

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