domenica 14 Dicembre 2025

Il tè coreano vola a La Teiera Eclettica, Milano: origini, storia e attualità nell’incontro con l’azienda Jukro

Alcuni dati rappresentativi per comprendere l’attività di JUKRO: nella sola primavera l’azienda produce 500kg di foglie al giorno e ripete la tostatura nel wok 250 volte, interamente a mano. Il lavoro inizia alle 5 del mattino e termina alle 7 di sera. Ogni 15kg di foglie lavorate il wok viene pulito

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MILANO – Una panoramica rapida sul mercato del tè (sfuso, in bustine, bevande al tè) in Corea del Sud racconta un settore in crescita (omarcgroup.com): il suo valore era stimato in USD 490 milioni nel 2024 e si prevede raggiunga USD 730 milioni entro il 2033.Tuttavia, il consumo pro capite di tè tradizionale (foglie di Camellia sinensis) è basso rispetto ad altri paesi asiatici (tridge.com).

Le ultime stime disponibili (da IndexBox) indicano che nel 2023 la produzione si aggirava attorno a 2,4 mila tonnellate e, prima di allora, nel 2022, la produzione era di circa 2.376 tonnellate.

Altri numeri (IndexBox) sul tè verde (categoria “Green tea, nes”) esportato nel 2023: ~ 153.610 kg; mentre sul tè nero (categoria “Black tea, fermented and partly fermented tea”) ~ 172.613 kg.

Che il tè coreano, specialmente quello verde come l’Ujeon o il Sejak siano di alta qualità artigianale, coltivato su scala ridotta, non è una cosa che in molti sanno (per questi motivi è anche più costoso di certi tè cinesi e giapponesi).

Questa bevanda in Corea, segue la storia dello stesso Paese ed è profondamente influenzato dai grandi cambiamenti socio-politici che lo hanno attraversato nei secoli.

Introdotto dai monaci buddisti circa 1200 anni fa, durante la dinastia Silla (57 d.C.-935 d.C.), che viaggiavano in Cina durante la dinastia cinese Tang. I semi di Camelia Sinensis furono piantati sul monte Jiri dal monaco Daeryeom e gli alberi si sono poi diffusi naturalmente in tutte le regioni meridionali della Corea.

L’evoluzione e i punti di fermo

Durante la dinastia Silla (57 d.C.–935 d.C.), il tè era legato ai rituali buddisti e alla meditazione, veniva consumato dai monaci e dalle élite Hwarang (titolo onorifico dato ai giovani selezionati della nobiltà coreana per diventare guerrieri) e assumeva per lo più un significato cerimoniale sacro.

Il mercato fiorisce durante la dinastia Goryeo (918 d.C.–1392 d.C.), in cui la cultura del tè si diffonde in tutta la società, con la nascita di veri e propri dipartimenti e villaggi del tè, la diffusione di sale da tè pubbliche per i viaggiatori e del tè in polvere simile al Matcha.

La svolta critica arriva con il declino durante la dinastia Joseon, rimasta al potere per ben 500 anni e contraddistinta dal confucianesimo che sostituì il buddismo come filosofia dominante: questo cambio, ha determinato un significativo declino della cultura del tè in tutta la Corea, limitandone il consumo solo a specifici rituali (funerali) e bevuto solo dagli studiosi e dalle famiglie nobili.

Fortunatamente, nonostante la repressione, le tradizioni del tè vennero tutelate da monaci e intellettuali devoti.

Occupazione e repressione giapponese (1910-1950)

Anche durante il dominio coloniale, le pratiche tradizionali coreane legate alla coltivazione del tè furono attivamente represse e molte piantagioni furono distrutte o abbandonate.
Questo ha fatto sì che i metodi giapponesi di produzione del tè verde con l’utilizzo del vapore per bloccare l’ossidazione enzimatica, in particolare le tecniche di lavorazione del Sencha, venissero introdotti per sostituire quelli tradizionali coreani.

Ancora dal Sol Levante, vennero importate le piante cultivar Yabukita, ai tempi una delle più utilizzate in Giappone per produrre tè Sencha e piantate nella parte più meridionale della Corea.

È in questo contesto che appare la potenza visionaria di Cho Taeyon e Kim Boksoon

Due pionieri che hanno dedicato la loro vita allo sviluppo e alla promozione del tè coreano, gettando le basi per l’industria del tè di Hadong (una delle suddivisioni della provincia sudcoreana del Sud Gyeongsang).

Insieme hanno creato il “Goryeo Jeddabonpo Seoncha“, un sistema standardizzato per la lavorazione del tè.

Nel 1962, il signor Cho ha ottenuto una licenza di 15 anni per coltivare alberi da tè e l’approvazione ufficiale del Ministero della Salute e del Benessere per produrre tè. Mentre la signora Kim è riuscita a far registrare il tè come alimento dietetico e ottenne la certificazione sanitaria, diventando la prima produttrice di tè certificata di Hadong.

Parliamo di un’area che è ancora oggi considerata la culla del tè coreano: a differenza delle piantagioni in cui le piante vengono potate, gli alberi di tè di Hadong crescono spontaneamente in terreni montuosi, nutriti dalle pietre e circondati dalle nuvole.

L’azienda JUKRO, “tè coltivato con bambù e rugiada”

Jukro (foto concessa)

Creatura dei due pionieri, è un’impresa produttrice di tè gestita ora dal figlio e dal nipote della signora Kim Boksoon, attualmente uno dei maggiori player nella contea di Hadong, che collabora con altri produttori della zona nello spirito della condivisione di conoscenze e competenze.

JUKRO, significa “tè coltivato con bambù e rugiada”. Durante la dinastia Joseon il tè che cresceva in campi in cui conviveva con il bambù era considerato speciale perché aveva un gusto unico e veniva spesso servito al Sovrano.

Ecco i tè principali firmati JUKRO:
Bongdari Tea, tè bianco prodotto in primavera con le foglie raccolte sulla parte più elevata dei monti Jiri, caratterizzato da naturale dolcezza e gusto complesso vegetale/fruttato
– Jukro Tea, tè verde prodotto in primavera; le foglie fresche vengono tostate nel tradizionale wok coreano attraverso molteplici cicli di arrotolamento, tostatura e raffreddamento. Nel gusto combina note vegetali erbacee, umami e un finale di frutta a guscio
Woori Tea, tradizionale tè nero di Hadong prodotto in primavera con un incredibile gusto naturale di
cacao
– il Matcha nero ottenuto dalla macinazione del Woori Tea
– un tè nero prodotto un unico giorno in estate, quando ci sono le condizioni ideali per la raccolta del tè: quest’anno è stato il 5 agosto

Il tè coreano fermentato con scorze di mandarino (foto concessa)

– un tè fermentato con scorzette di mandarino conservato in una scatola di legno per mantenerlo al meglio

Alcuni dati rappresentativi per comprendere l’attività di JUKRO: nella sola primavera l’azienda produce 500kg di foglie al giorno e ripete la tostatura nel wok 250 volte, interamente a mano. Il lavoro inizia alle 5 del mattino e termina alle 7 di sera. Ogni 15kg di foglie lavorate il wok viene pulito.

JUKRO attualmente, fa parte della Hadong Duckgeum Tea Organization fondata nel 2005 insieme ad altri produttori di tè per preservare la cultura del tè coreano: le foglie devono essere raccolte a mano e lavorate a mano utilizzando il metodo tradizionale di tostatura nel wok per bloccare l’ossidazione.

All’inizio oltre 30 produttori hanno fatto parte di questa organizzazione, negli anni alcuni si sono dedicati alla produzione di tè più commerciali abbandonando le tradizioni manuali e inserendo i macchinari moderni.

Dalla prima licenza commerciale per il tè nel 1962 all’attuale fama internazionale, l’organizzazione incarna il perfetto equilibrio tra il rispetto della saggezza ancestrale e l’innovazione. La sua storia non rappresenta solo la produzione di tè, ma anche l’obiettivo di preservare l’identità culturale coreana per le future generazioni.

Strategie di mercato ed espansione di oggi da e per la Corea

Tra i primi paesi europei con cui JUKRO ha iniziato a collaborare in modo continuativo c’è la Francia, grazie all’incontro con un distributore francese di tè ad una manifestazione dedicata al tè, che ha scelto di iniziare a importare il suo tè nero e il suo tè verde (Palais des Thes, sul loro sito si trovano in vendita cercando Jukro).

Attualmente partecipa ad alcuni Tea Festival in Europa per far conoscere i suoi tè, talvolta individualmente – come al recente Tea Festival a Bruxelles – talvolta supportato dal governo coreano insieme ad altri produttori con il fine di far conoscere i prodotti coreani all’estero.

Yun Seok Cho (foto concessa)

Oltre a questo, a fine settembre ha tenuto a Milano presso La Teiera Eclettica degli incontri per promuovere la cultura del tè coreano e per far conoscere la sua azienda e i tè che produce.

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