venerdì 19 Aprile 2024
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Sì di Fipe, Angem, Coop e sindacati al Contratto nazionale per bar e ristorazione

Il nuovo Contatto collettivo nazionale di lavoro è indipendente e svincolato rispetto ai contratti precedenti, ha un campo di applicazione che interessa oltre un milione di addetti di un settore dove operano più di 300.000 imprese. Con un fatturato di oltre 80 miliardi di euro

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MILANO –  E’ stato siglato il primo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per i dipendenti dei settori dei Pubblici Esercizi, della Ristorazione Collettiva e Commerciale e del Turismo. In seguito ad una lunga discussione, che è durata quattro anni e otto mesi, si è giunti ad un accordo che ha sostituito quello scaduto nell’aprile del 2013.

Contratto che ha coinvolto più parti

La firma è stata apposta per la parte datoriale dai rappresentanti della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, di Angem, di Legacoop Produzione e Servizi.

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Questi rappresentano la quasi totalità delle Imprese del settore. Per la parte sindacale invece, è stato firmato dai rappresentanti di Filcams Cgil; Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

Il nuovo Ccnl

Indipendente e svincolato rispetto ai contratti precedenti, ha un campo di applicazione che interessa oltre un milione di addetti di un settore dove operano più di 300.000 imprese. Con un fatturato di oltre 80 miliardi di euro.

Bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, pub

Ma anche le mense scolastiche ospedaliere e aziendali. Le grandi aziende della ristorazione commerciale multi localizzata. Poi le imprese della ristorazione collettiva e le cooperative della ristorazione.

Ancora, gli stabilimenti balneari, discoteche e le sale giochi.

Tutti questi, da oggi, hanno quindi un nuovo contratto di lavoro di riferimento .Autonomo e dedicato solo al settore del fuoricasa italiano.

Aumento in busta paga di €100 a regime

Poi rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa. Durata quadriennale e importanti innovazioni mirate al recupero di produttività.

Caratteristiche che costituiscono una base equilibrata dalla quale lavorare congiuntamente per salvaguardare un mercato nell’interesse di tutti i protagonisti.

Parla Lino Stoppani

“Grazie all’impegno e al senso di responsabilità di tutti i firmatari –  dice Lino Enrico Stoppani Presidente Fipe – è stato possibile dare un contratto di riferimento per uno dei settori strategici e di punta del made in Italy.

Siamo certi che le importanti innovazioni previste dal contratto, innanzitutto garantiranno una maggiore flessibilità operativa. Inoltre, saranno la leva per favorire quel recupero di produttività necessario per sostenere gli investimenti migliorativi. Per rafforzare lo sviluppo di un settore chiave dell’economia italiana”.

Il Presidente Angem

“Siamo soddisfatti del percorso effettuato e del risultato ottenuto”, ha continuato Carlo Scarsciotti, Presidente Angem.

“Un Contratto nazionale che rappresenta le peculiarità tipiche delle imprese che operano nel settore della ristorazione. Un comparto economico a forte valenza sociale chiamato ad avere in modo crescente un ruolo fondamentale per la vita dei cittadini”.

La parola ad Alberto Armuzzi

“La firma del nuovo contratto – dichiara Alberto Armuzzi, responsabile del settore ristorazione. Nonché membro del Consiglio di Presidenza di Legacoop Produzione e Servizi – rappresenta un punto di svolta nel riconoscimento di un settore, quello della ristorazione collettiva, dove le cooperative aderenti a Legacoop Produzione e Servizi rappresentano circa il 30% del mercato nel segmento.

Avere finalmente un contratto che disciplina questo vasto settore consente alle cooperative di poter operare in un mercato con più regole; migliorare la qualità dei servizi resi alla collettività e avere maggiori tutele per i soci lavoratori”.

La Filcams Cgil nazionale

“Siamo giunti ad una sintesi che vede punti positivi e punti critici, dopo un lungo e articolato confronto iniziato con esigenze e priorità distanti tra loro” ha affermato Maria Grazia Gabrielli segretaria generale della Filcams Cgil nazionale.

Le controparti, infatti fin dall’inizio si sono poste al tavolo con la precisa intenzione di recuperare efficienza di costo andando a modificare strutturalmente una serie di importanti istituti, come i permessi, gli scatti di anzianità e il comporto malattia.

“Dopo un periodo difficile e nessun adeguamento economico, l’accordo rimette insieme le parti e potrà finalmente ridare stabilità e certezze ai lavoratori per i prossimi 4 anni” prosegue la segretaria; “consapevoli che questo è un punto di partenza per ricominciare a camminare insieme e ricostruire un modello di lavoro diverso.”

Per quanto riguarda la Filcams Cgil, ora la parola passa ai lavoratori per l’approvazione definitiva. Le lavoratrici e i lavoratori potranno esprimersi durante le assemblee organizzate nei posti di lavoro a partire dai prossimi giorni.

La svolta per Fisascat Cisl

“La svolta di questo contratto – sottolinea il sindacato di categoria Fisascat Cisl – e che finalmente va a riqualificare un settore dalle forti potenzialità occupazionali. In questo modo la segreteria generale di categoria di Cisl ha voluto dare un segnale anche sulla stabilizzazione dei rapporti di lavoro in uno dei settori fortemente caratterizzato dalla stagionalità”.

Il parere del sindacato Uil

Sul nuovo contratto di categoria è intervenuta anche la Uil: “Parliamo di una contrattazione durata oltre 4 anni e che riguarda chi lavora in bar, ristoranti e mense (per gli alberghi era già stato rinnovato). Il risultato – spiega – è importante perché si arriva sia ad un incremento salariale (100 euro mensili al IV livello a regime più 2 euro mensili in favore dell’assistenza sanitaria integrativa) che ad un complesso normativo migliorativo su diversi istituti, tra cui le clausole sociali nel cambio di gestione delle attività di ristorazione. Viene inoltre introdotta anche una maggiore flessibilità relativamente all’orario di lavoro, e vengono rimodulati gli scatti di anzianità ed i permessi per i neo assunti. Da metà febbraio partiranno ovunque le assemblee per una consultazione dei lavoratori a partire dalle mense scolastiche, aziendali e poi nei bar e ristoranti”.

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