sabato 02 Agosto 2025

Mancanza di personale nei bar di Torino: “40 ore a settimana per 1200 euro”

Un barista che lavora da oltre sette anni vicino via Milano: "Iniziamo a riconoscere lo stipendio per l’orario giusto, e poi possiamo parlare di movida notturna. Lavoro otto ore al giorno con un’ora di pausa, potrei pensare a esserci di notte ma solo se venissi pagata il giusto, non come se si trattasse delle dieci del mattino"

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Nei bar e nelle caffetterie di Torino centro, Crocetta, Monte Grappa e Parella si è alla costante ricerca di personale. La principale nota dolente risiede tuttavia nello stipendio: pur lavorando quaranta ore settimanali il guadagno netto supera di poco i mille euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Federica Vivarelli pubblicato sul quotidiano il Corriere della sera.

La ricerca del personale a Torino

TORINO – Ristoratori tuttofare, saracinesche alzate ma solo se si riesce a trovare baristi liberi e un tetto massimo di guadagno di 1200 euro al mese, di più non si riesce. È questa la fotografia che viene da bar e caffetterie di Torino centro, Crocetta, Monte Grappa e Parella. La buona notizia è che il lavoro nero è scomparso.

“Troppo rischioso. Non ne vale la pena. Anzi quando cerchiamo personale per prima cosa chiedono loro a me se è proprio necessario il contratto” racconta Pietro, titolare del bar in zona Politecnico.

La questione dello stipendio

La notizia meno incoraggiante è lo stipendio: pur lavorando quaranta ore settimanali il guadagno netto supera di poco i mille euro. Sia che si apra per le colazioni, per gli aperitivi o la notte. “Lavoro dalle 4 alle 8 ore al giorno, dipende dai festivi — raccontano dal bancone del Jolly bar, il primo di Torino a essere aperto tutta la notte —. Ora non riusciamo più a esserci oltre le 20”. Un gioco che non vale la candela, ed è il principale motivo per cui in una strada centrale come via Garibaldi non si riesce a garantire una presenza notturna. L’ultimo aperitivo qui viene servito alle 21.

“Iniziamo a riconoscere lo stipendio per l’orario giusto, e poi possiamo parlare di movida notturna. Lavoro otto ore al giorno con un’ora di pausa, potrei pensare a esserci di notte ma solo se venissi pagata il giusto, non come se si trattasse delle dieci del mattino — racconta P., barista da oltre sette anni vicino via Milano —. Mi piace il mio lavoro ma per chi dovrei fare questi sacrifici, per i turisti? Per quale motivo?”.

Un classico esempio di annuncio per baristi e camerieri lo si trova su un qualsiasi motore di ricerca on line: “Si ricerca per bar sito a Torino una figura per tre turni. Dalle 7 alle 15, dalle 15 alle 23 e dalle 23 alle 7”. Datato 28 dicembre riporta anche lo stipendio: 1200 euro al mese, di giorno come di notte. “Eppure è una tariffa da legge, è il contratto nazionale ma per l’ultimo livello. Ci sono controlli per chi lavora a nero ma non per l’esperienza. Mancano tutele”, lamenta Giovanni dal bancone di via Lessona.

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