giovedì 02 Maggio 2024
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Aumento di prezzo per l’espresso a Modena: «Il prezzo giusto è di un euro e 20 cent»

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MODENA – L’ultimo incremento risale a poco più di sei mesi fa, quando molti bar aumentarono il prezzo fino a un euro e dieci centesimi. Ma per le classiche tazzine di caffè, a breve ci potrebbe essere un nuovo rincaro in vista. Infranta la “barriera psicologica” della cifra tonda di un euro, prendere una buona tazza di espresso sotto la Ghirlandina potrebbe ben presto arrivare a costare anche un euro e venti centesimi.

Aumento degli affitti per i locali, rincari dei costi dell’energia, inflazione, crescite di prezzo esponenziali della materia prima nella borsa del caffè. Sono i segni della crisi, che spingono fornitori, industrie di torrefazione e associazioni di categoria a invitare i titolari di bar e locali al ritocco del listino. «Il prezzo giusto per una tazzina di caffè? Sicuramente un euro e venti centesimi – spiega Pietro Manzini, responsabile commerciale caffè Cagliari – la professionalità e la qualità vanno retribuite nel modo giusto, altrimenti si corre il rischio di un progressivo decadimento del prodotto».

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Perché non tutte le miscele sono uguali e non tutte hanno lo stesso prezzo. Sul mercato, il costo di un chilo di “oro nero” varia: si va da un minino di circa dieci euro, per varietà di bassa qualità provenienti dal Vietnam, fino ai quasi trenta euro delle miscele più pregiate. Tra queste, le miscele brasiliane, adottate proprio da Cagliari. «La crisi ha avuto un effetto anche per quanto riguarda il consumo del caffè – aggiunge Manzini – dove abbiamo assistito a un lento calo del consumo nei pubblici esercizi, dovuto al costante utilizzo delle macchinette automatiche negli uffici. È anche vero che nell’ultimo periodo riscontriamo maggiore attenzione verso il mondo delle colazioni mattutine, che è diventato un momento paragonabile all’aperitivo.

Ma noi auspichiamo che gli aumenti del costo della materia prima non si riversino solo sui baristi, diventando in parte sottoscrivibili anche alla clientela, in modo che il barista stesso possa mantenere alta la qualità della sua offerta». Sullo sfondo del caro-tazzina, pesa anche una quotazione in borsa che, nel 2011, a Londra ha fatto segnare addirittura punte del +120%, in conseguenza di un allarme “scorte in esaurimento” che ha fatto schizzare i prezzi della materia prima alle stelle. «Al momento il rischio che le scorte terminino è rientrato – aggiunge Manzini – così come la corsa al rialzo dei prezzi, che comunque si è assestata su valori molto alti. Se il prezzo dovesse salire ancora, il rischio sarebbe di andare completamente fuori mercato».

Di parere simile è Daniele Cavazza, responsabile politiche economiche Fiepet-Confesercenti: «Secondo il nostro osservatorio economico – afferma – per mantenere invariati i livelli di redditività, per i bar è consigliabile portare il prezzo delle tazzine di caffè a un euro e venti centesimi. È una delle indicazioni emerse per il 2012 dai nostri consulenti. Ma è difficile che gli esercenti seguano il nostro consiglio: quando c’è stato il rincaro fino a un euro e dieci, infatti, solo il 30% dei locali ha apportato modifiche al listino, la maggior parte dei quali concentrati nel centro storico di Modena».

Fonte: gazzettadimodena.it

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