venerdì 12 Aprile 2024
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Appe: “Tutti i bar in crisi vanno tutelati: solo a Padova abbiamo perso più di 300 attività in 4 anni”

Il vice presidente Matteo Toniolo: "In soli 4 anni abbiamo perso più di 300 attività, vale a dire il 6% del totale, ma l’aspetto più drammatico è che le chiusure riguardano quasi esclusivamente il settore dei bar: meno 122 nel solo anno 2022"

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I bar tradizionali sono sempre più in difficoltà a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi. I numeri parlano chiaro: nel 2022 si possono vedere a livello provinciale 4.861 attività iscritte al Registro delle Imprese nel settore Ateco “56 – Servizi di ristorazione” (che comprende ristoranti, bar e catering), contro le 5.008 imprese dell’anno precedente e le 5.166 (massimo storico) registrate nel 2018. In quattro anni si sono perse più di 300 attività. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Notizie+.

La crisi dei bar secondo Appe

PADOVA – Inflazione, crisi dei consumi e aumento dei costi mettono in ginocchio i bar tradizionali. Un settore pronto a cambiare pelle, che necessita di sostegno da parte delle amministrazioni locali: è quanto emerge dall’analisi svolta dall’Associazione provinciale pubblici esercizi – Appe – di Padova, su dati Infocamere, e relativa alle attività di pubblico esercizio, con particolare riferimento ai bar giornalieri (quelli che aprono al mattino presto e chiudono entro le ore 22).

I numeri, riferiti all’anno 2022, vedono a livello provinciale 4.861 attività iscritte al Registro delle Imprese nel settore Ateco “56 – Servizi di ristorazione” (che comprende ristoranti, bar e catering), contro le 5.008 imprese dell’anno precedente e le 5.166 (massimo storico) registrate nel 2018.

300 attività in meno

“In soli 4 anni – dichiara il vice presidente Matteo Toniolo – abbiamo perso più di 300 attività, vale a dire il 6% del totale, ma l’aspetto più drammatico è che le chiusure riguardano quasi esclusivamente il settore dei bar: meno 122 nel solo anno 2022″.

Indebitamenti contratti durante il periodo Covid, costi aumentati in modo spropositato, consumi in calo e impossibilità di aumentare in modo adeguato i listini: sono gli elementi che, secondo l’Associazione degli esercenti, hanno portato tante attività di bar ad abbassare definitivamente le serrande.

“Il turn-over – sottolinea il vice presidente – nel settore dei pubblici esercizi è sempre stato particolarmente elevato, ma adesso stiamo registrando picchi preoccupanti: secondo gli ultimi dati in nostro possesso, più della metà dei locali chiude entro i primi cinque anni di vita”.

Eppure, secondo l’Associazione che a Padova e provincia è quella più rappresentativa del settore turistico, i bar sono un vero e proprio “patrimonio” da salvaguardare.
“Sono imprese – conferma Toniolo – che presidiano il territorio, anche nei giorni e orari in cui le altre attività sono chiuse, sono anche un punto di ospitalità per cittadini e turisti, svolgono un servizio di ristoro e accoglienza e, non ultimo, di sicurezza”.

Ma è su un altro aspetto che l’Appe pone l’accento: l’esigenza di socialità, in una società dove gli individui sono sempre più “s-connessi a distanza”.

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