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L’Allulosio, il dolcificante ipocalorico e naturale per sostituire lo zucchero

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MILANO – La ricerca sul campo dei dolcificanti procede, regalando a chi vuole trovare soluzioni alternative allo zucchero, un nuovo prodotto che si chiama Allulosio. Un dolcificante ipocalorico sul mercato già dal 2015 e approvato dalla Fda degli Stati Uniti nel 2016. E’ in vendita in Giappone dal 2017, ma ancora non è consentito il suo utilizzo all’interno dell’Unione Europea. Questo nonostante l’azienda tedesca Savanna, ne abbia già prevista la produzione su larga scala. Leggiamo tutte le caratteristiche di questa novità, dall’articolo di Riccardo Albanesi su albanesi.it.

Allulosio in attesa di esser validato dall’Ue

Savanna e altre aziende hanno già fatto richiesta affinché anche l’Ue si esprima sulla sicurezza alimentare dell’allulosio. Un parere che dovrebbe arrivare entro il 2020. L’allulosio si trova naturalmente in piccole quantità di alcuni alimenti. Ma è il 70% più dolce dello zucchero e contiene circa il 10% delle calorie.

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Non è quindi di un dolcificante artificiale

Infatti è classificato come uno “zucchero raro”, perché si trova naturalmente in piccole quantità in alcuni alimenti. Tra cui fichi, uvetta, melassa e sciroppo d’acero. Come il glucosio e il fruttosio, i due componenti che costituiscono il saccarosio (lo zucchero da tavola), è un monosaccaride (zucchero semplice).

I dolcificanti artificiali non forniscono calorie

(per esempio il sucralosio si spezza chimicamente durante il processo digestivo e non apporta calorie). E sono anche centinaia di volte più dolci dello zucchero. Secondo i produttori (Tate & Lyle) è “non glicemico”, il che significa che non influirebbe sulla glicemia, la quantità di zuccheri nel sangue.

Anche se sono consentiti, i dolcificanti artificiali sono da molti ritenuti sospetti

Perché da un lato si pensa a un loro coinvolgimento in malattie del tratto gastrointestinale e dall’altro, essendo in genere centinaia di volte più dolci, possono modificare drasticamente le papille gustative in modo tale che quando si consuma zucchero vero, ne è necessario molto di più per “sentirlo”.

L’allulosio è sicuro?

Poiché l’allulosio è nuovo sulla scena dei dolcificanti, c’è stata pochissima ricerca a lungo termine. (e ciò che è stato fatto riguarda per lo più studi a breve termine sugli animali o studi su gruppi molto piccoli di persone). Fra l’altro un suo sinonimo, psicosio, non incoraggia molto al suo impiego.

Uno studio, pubblicato nel Journal of Agricultural and Food Chemistry nel 2017

Ha riguardato ratti che hanno bevuto sciroppo di allulosio per 10 settimane: sono ingrassati di meno, avevano meno grasso corporeo e avevano livelli di glucosio e insulina più bassi rispetto ai ratti a cui era stata data la stessa quantità di sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio.

Un altro studio su 20 persone ha anche mostrato l’utilità dell’allulosio per i soggetti diabetici.

La Food and Drug Administration classifica l’allulosio come “generalmente riconosciuto come sicuro” (GRAS) e recentemente ha stabilito che sarebbe stato escluso dalla conta totale degli zuccheri sulle etichette nutrizionali.

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