martedì 26 Marzo 2024
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Alessandro Galtieri a 360°: in scioltezza da dietro al bancone alla tastiera di un computer

L'intervista al professionista: "Amo moltissimo trasferire e condividere le mie esperienze e ciò che a mia volta apprendo. Io non sono un comunicatore istintivo, quindi mi impegno moltissimo per riuscirci e per essere efficace. Quando però ci riesco e vedo gli occhi dei miei allievi illuminarsi per il concetto appreso, sono veramente felice."

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MILANO – Alessandro Galtieri: più di un barista, più di un campione, più di un appassionato di caffè. Parliamo di un professionista a tutto tondo, un comunicatore di questa bevanda al mondo del consumatore finale come a quello degli operatori attivi dietro al bancone nei locali. Al servizio della cultura del chicco in tutte le sue espressioni, oltre l’espresso, verso gli specialty e le estrazioni alternative.

Un nome ben conosciuto in tutta la community italiana e anche all’estero, dopo essersi distinto nei campionati mondiali di Boston (Stati Uniti) per le sue abilità nel brewing. Siccome le presentazioni non sono mai abbastanza, passiamo la parola direttamente a questo protagonista del settore, che ha concesso un’intervista per conoscerlo ancora meglio.

Alessandro Galtieri, barista, campione brewing, autore: quale delle figure senti più tue come professione?

“Faccio il barista da molto tempo e lo studio fa parte del mio modo di affrontare il lavoro.
Le competizioni sono un propellente fenomenale per la crescita professionale. Scrivere è poi il modo in cui interiorizzo e faccio miei i concetti.

La narrazione è parte fondamentale della mia giornata di lavoro, per trasmettere la cultura del caffè, delle sue lavorazioni e del suo percorso. Così come per descrivere delle sensazioni gustative e in questo modo accrescere la qualità percepita e il valore di ogni tazzina.

La docenza è un’attività naturale per ogni veterano inserito in un settore specifico o professione. A pensarci, io credo che tutte queste attività siano parte di un unico quadro; del mio io professionale, di ciò che amo approfondire e applicare anche nella quotidianità.

Ogni aspetto della mia professionalità attinge dall’altro: sono come dei vasi comunicanti che alimentano le mie competenze e accrescono la voglia di condividere e trasmettere e di apprendere ancora. Io ho ancora tantissima voglia di imparare.”

Sia il barista che il trainer content creator (creatore di contenuti didattici per Sca) devono esser comunicatori: come racconta Alessandro Gualtieri, il caffè?

“Come barista ho il supporto di Cristina Caroli per quanto riguarda la comunicazione. Lei è più dedicata al contatto ed è una narratrice nata, con grandi doti di empatia verso il pubblico. Invece io sono molto più concentrato sulle estrazioni quando lavoro gli espressi, e la mia macchina ha un posizionamento leggermente defilato rispetto al banco.

Al contrario, quando faccio brewing ho la possibilità di dialogare molto di più con il cliente: questo è un aspetto che trovo particolarmente piacevole e che mi fa amare molto le tecniche pour over.

Lì decisamente divento anche prolisso: posso spaziare dalla descrizione del luogo di origine, alle caratteristiche sensoriali, o alla estrazione che scelgo: temperatura, rateo, eccetera.

Nella didattica e nei corsi, inseguo la comprensione, cerco di rendere i concetti fruibili, cambiando l’esposizione e sforzandomi di trovare la chiave di comunicazione più opportuna con ogni interlocutore.

Amo moltissimo trasferire e condividere le mie esperienze e ciò che a mia volta apprendo.
Io non sono un comunicatore istintivo, quindi mi impegno moltissimo per riuscirci e per essere efficace. Quando però ci riesco e vedo gli occhi dei miei allievi illuminarsi per il concetto appreso, sono veramente felice.”

Spiegare il mestiere agli operatori è difficile?

“Quando c’è la volontà di imparare, più che insegnare si stabilisce una corrente di fluidità naturale tra il trainer e l’allievo. Io ho la fortuna di avere come studenti, operatori dalla mente aperta che hanno deciso di cambiare metodo e visione sul caffè e coffee lover desiderosi di ottenere migliori risultati con le loro attrezzature domestiche.

I problemi, di solito, possono nascere da una forzatura, ad esempio se a fare la scelta della formazione non è l’operatore ma il titolare dell’impresa, che costringe all’upgrade il dipendente.

In questi casi ci si può trovare davanti a persone estremamente scettiche e ostinatamente refrattarie, un poco chiuse in proprie certezze, maturate nel corso di una abitudine al lavoro. Ma lavorandoci sopra con rispetto, e senza presunzione, le cose vanno molto bene, anzi, a volte superano le aspettative.”

Recentissima la traduzione in inglese nel formato e-book del Manuale del barista. Da quale esigenza nasce il progetto?

“Un manuale nasce per divulgare una competenza al più elevato numero di persone possibile e ora la pubblicazione è disponibile in tutto il mondo. Il progetto aveva tra i suoi obiettivi quello di abbattere le barriere linguistiche ed economiche, rendendo l’opera più facilmente consultabile, la traduzione e il formato e-book assolvono lo scopo.

Il plus è anche che la consultazione digitale è maggiormente sostenibile: niente carta, niente inchiostro, niente inquinamento da trasporto.”

Il nuovo manuale per gli operatori

Ora che la pandemia ha cambiato tutte le regole del gioco, Alessandro Galtieri come ha trasformato il modo di lavorare come barista?

“Neanche di una virgola. Sono convinto della validità del modello di lavoro che la mia compagna Cristina ed io abbiamo adottato da Aroma, la nostra caffetteria. Questo perché siamo da sempre impegnati a dare al cliente la migliore qualità e la migliore accoglienza possibile.  Non credo che abbassare la qualità o scendere a compromessi possa essere di aiuto per risolvere i problemi dettati dall’emergenza Covid.”

E le competizioni?
“Per adesso è tutto sospeso. Quando sarà finita l’emergenza ci penseremo.”

A questo punto della tua carriera, cosa ti senti debba ancora affinare e approfondire nel futuro prossimo?

Conclude Alessandro Galtieri: “Per fortuna ho ancora un mondo da imparare. Non faccio altro che documentarmi: sono sempre in rete a leggere articoli e a seguire persone fantastiche, di grande ispirazione per me. Baristi, tecnici, nerds, che approfondiscono temi, tecniche, risultati di ricerca e li condividono con generosità. Sono entusiasta di questa opportunità di condivisione globale. Ogni giorno è un buon giorno per imparare da chi ne sa più di me.”

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