giovedì 20 Novembre 2025

Alessandro Borea (IEI) in Etiopia: un viaggio nel cuore delle origini del caffè

Il presidente dell’Istituto Espresso Italiano, Alessandro Borea, ha concluso un viaggio in Etiopia, patria del caffè e terra ricca di biodiversità. Dopo una prima tappa ad Addis Abeba tra piccoli esportatori e sessioni di cupping, il viaggio è proseguito nella regione di Jimma, dove cooperative e nuove realtà imprenditoriali lavorano per unire tradizione e innovazione

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BRESCIA – Si è da poco concluso il viaggio di Alessandro Borea, presidente dell’Istituto Espresso Italiano (IEI), in Etiopia, culla del caffè e terra ricca di storia, biodiversità e innovazione. L’esperienza, nata dalla collaborazione tra IPD No e IPD Import ProMotion Desk, ha rappresentato un’occasione unica per approfondire la conoscenza diretta delle origini del caffè e delle evoluzioni che stanno interessando la filiera locale.

Alessandro Borea: il racconto

“Arrivare in Etiopia significa tornare là dove tutto ha avuto inizio,” racconta Alessandro Borea. “La prima giornata tra i piccoli esportatori di Addis Abeba e la sessione di cupping presso Enku Coffee mi ha permesso di assaporare profili aromatici straordinari, frutto della ricchezza genetica degli heirloom locali e della crescente attenzione dei giovani professionisti etiopi alla tracciabilità e alla qualità”.

Il viaggio si è poi spostato a sud-ovest, nella regione di Jimma, tra altipiani verdi e villaggi immersi tra le piantagioni. “Jimma è il cuore pulsante di una tradizione millenaria che oggi si apre al futuro,” prosegue Borea.

“Le cooperative storiche e le nuove realtà imprenditoriali lavorano insieme per innovare senza spezzare il filo con la tradizione. Visitare aziende modello come Haider Abamecham, Limmu Kossa e Dehab Specialty Farm, camminare nelle foreste tra le piante di caffè, osservare le pratiche di selezione e fermentazione, mi ha fatto comprendere quanto la biodiversità e la sostenibilità siano la vera ricchezza di queste terre”.

In Etiopia il caffè cresce spesso in contesti forestali e semi-forestali, integrato nella vegetazione naturale e protetto dagli alberi d’ombra.

Le varietà coltivate, i cosiddetti landraces, rappresentano un patrimonio genetico unico al mondo esempio anche per l’Italia da valorizzare ancora di più nella promozione del caffè. “Credo fermamente che il futuro del caffè di qualità passerà dalla capacità di esaltare questa diversità”, ancora Alessandro Borea.

La piantagione Tega Tula Coffee

L’ultima tappa del viaggio è stata la visita alla piantagione Tega Tula Coffee, emblema di una nuova generazione di specialty farm dove innovazione, sostenibilità e ospitalità si fondono armoniosamente.

“Trascorrere due giorni immersi tra le piante di caffè, nel lodge della piantagione, ci ha permesso di vivere in prima persona l’evoluzione della filiera etiope: una realtà capace di produrre caffè lavati, naturali e anaerobici, puntando sempre all’eccellenza, solo conoscendo a fondo le origini possiamo davvero comprendere e guidare il futuro del caffè”, conclude il presidente dell’Istituto Espresso Italiano.

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