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Stefano Benni, autore innovativo e spregiudicato, ha scritto libri umoristici rimasti nella storia della letteratura comica con la tazzina come protagonista: Bar Sport e Il bar sotto il mare sono tra le opere più conosciute (ne abbiamo parlato qui). È morto a Roma il 9 settembre all’età di 78 anni.
Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Paolo Di Stefano per Il Corriere della Sera.
Stefano Benni si spegne a 78 anni
ROMA- Stefano Benni, morto a Roma nella mattina di martedì 9 settembre, era nato a Bologna nel 1947. È stato un caso, rarissimo, di scrittore notevole venuto dalla satira politica («Linus», «il manifesto», «Cuore», «Tango»…). Spregiudicato e intelligente, lieve ma sferzante poligrafo: non solo giornalista, ma poeta, narratore, scenografo, drammaturgo, autore televisivo (paroliere del primo Grillo). Ha scritto libri umoristici rimasti nella storia della letteratura comica, tra parodia e rocambolesco, avventuroso, fantastico.
Nella forma del racconto breve esordisce con la raccolta Bar Sport 1976, mentre a partire dal 1983 si dedica alla narrazione lunga: Terra! è un romanzo apocalittico-fantascientifico, ambientato nel 2157 in uno scenario post nucleare, con tre astronavi che si contendono una terra abitabile.
Nel solco di quella letteratura stralunata emiliano-lombarda che ha un caposaldo nel primo Gianni Celati delle Avventure di Guizzardi, Benni scrive altri libri memorabili, e nella forma romanzesca più distesa avrebbe poi dato il meglio: Stranalandia (con disegni di Pirro Cuniberti, 1984), Comici spaventati guerrieri, del 1986, che rimane forse il suo libro migliore per la capacità espressionista (qualcuno ha detto gaddiana) del linguaggio, anche questa una storia gialla fantascienfica, tutta dalla parte delle vittime e dei marginali, bambini e pensionati, esclusi dalla esuberante società del benessere. Una folla di personaggi, tra cui umani animalizzati nel nome e nei tratti caratteriali.
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