Condividi con noi le tue storie legate al caffè scrivendo a direzione@comunicaffe.it.
MILANO – SCA Italy si trova nella seconda metà di un 2025 turbolento, tra crisi del settore caffeicolo e novità rivoluzionarie come il cambio di paradigma formativo con il nuovo Coffee Value Assessment e l’accordo con il Coffee Quality Institute (CQI). Per fare il punto di cosa si è fatto sin qui e in che modo stanno vivendo questi cambiamenti i membri dell’Associazione, Alberto Polojac, coordinatore SCA Italy e Francesca Bieker, coordinatrice Education.
SCA Italy, investire sulle nuove attività

Come ricorda Polojac: “Innanzitutto per la prima volta abbiamo ampliato la formazione per gli AST, portandoli finalmente in piantagione e poi abbiamo organizzato diversi eventi che mirano a coinvolgere un numero maggiore di persone che abbiano voglia di mettersi alla prova nei campionati barista. Come? Attraverso ad esempio i nuovi format con focus su latte art e il Coffee Triathlon.
Ovviamente non si può ancora fare una stima effettiva delle ricadute reali di queste iniziative, ma di certo si tratta di un progetto a lungo termine.”
“SCA Italy è ancora adesso uno dei chapter più numerosi e tradizionalmente tra i più attivi”
“E questo certo nonostante si debba tenere conto del momento difficilmente che stanno affrontando tutte le aziende del nostro settore: compatibilmente con questo, c’è chi ancora pensa di investire in SCA Italy.
Posso affermare che fino ad oggi siamo riusciti a realizzare già molto e quindi per il futuro è chiaro che le aspettative sul nostro prossimo operato, continuano ad essere elevate e non resteranno deluse: continueremo a portare avanti l’esperienza nelle farms, nata per ridurre il gap tra i due estremi della filiera e mettere in contatto i nostri trainer con le origini del chicco.
Come ho già detto, parliamo di operazioni di cui raccoglieremo i frutti solo dopo un tot di anni, in seguito a diverse prove sul campo che le trasformeranno in nuove abitudini. Resta un’ottima modalità di team building oltre che un’opportunità di approfondimento delle proprie competenze e conoscenze della supply chain.”
“SCA Italy si muove su più binari: gli eventi, la crescita attorno agli specialty coffee e ai caffè tracciabili, il fare formazione e divulgazione.”
“Nel corso degli anni la nostra nicchia ha registrato però buoni risultati: ad HostMilano abbiamo notato che sono diverse le grandi aziende che si sono orientate sul lancio delle proprie linee di specialty e questo è un buon segnale.
Ma d’altronde, i momenti di crisi sono gli stessi in cui le imprese più lungimiranti investono per andare oltre i soliti tracciati già battuti. E poi, quando i prezzi in Borsa raggiungono livelli inauditi, si arriva al punto in cui pagare tanto la materia prima diventa anche una scelta legata alla qualità.
La sensibilità dei consumatori rispetto a questi temi poi è cresciuta e a sua volta influenza il mercato con una selezione negli acquisti.
Alcuni si stanno interessando per questo a Sca Italy. Ed è un buon primo passo per tutto il settore, dato che lo specialty è trainante, un po’ la Formula 1 del mercato del caffè.”
La parte dell’Education a Francesca Bieker

“In questo momento, con la rivoluzione mondiale che sta vivendo negli ultimi anni SCA, il CVA è stato sicuramente l’elemento che ha colpito maggiormente tutti. Dal lato Education, mi piace molto il fatto che ci siamo mossi anche con altri passi importanti come la radicale trasformazione del programma di formazione proposto da SCA.
Prima esisteva il Coffee Diploma, composto da 100 punti ottenuti combinando vari corsi erogati dall’Associazione. Da qualche anno, questo assioma è stato completato con 3 programmi di formazione differenti, ciascuno con il proprio focus: il coffee skills program (che racchiude i moduli precedenti, divisi su vari livelli), il coffee technician program (con un focus maggiore sui tecnici, per sviluppare competenze specifiche) che sta raccogliendo molte richieste, infine il coffee sustainability (che introduce i concetti chiave della sostenibilità e le principali problematiche che il settore del caffè affronta oggi).
Ora non c’è più un solo diploma quindi, ma una diversificazione maggiore che prevede 4 certificazioni differenti ottenibili con una combinazione di corsi, ricordando però che il livello base del programma tecnico e della sostenibilità sono necessari per chiudere il percorso.
In questi anni stiamo vivendo tanti cambiamenti, quasi per recuperare i 20 anni di staticità dell’Associazione. Eppure proprio continuare a rivedere, verificare, aggiornare, significa rendere attuale e competitivo tutto il settore. Ovviamente per i trainer significa insistere sulla formazione anche personale.
Azzardando delle previsioni, si assisterà probabilmente ad una leggera inflessione nei prossimi anni del numero dei trainer, legata ad un altro cambiamento interno, ovvero la suddivisione da parte di SCA in macro zone di riferimento in base alla ricchezza dei Paesi d’origine.
In base ad essa, il prezzo per la licenza come AST e delle certificazioni può variare, con l’obiettivo di rendere accessibile a chiunque la formazione. In tal senso però gli effetti collaterali prevedono che la licenza da trainer in Europa ad oggi costi di più rispetto ad un’altra area nel mondo.
Si tratta però di una comunicazione parziale: perché se è vero che il prezzo è più elevato, lo è altrettanto il fatto che prima si dovesse integrare una cifra a seconda dei moduli da tenere. Ora avviene il contrario.
È logico che quindi, se un trainer mantiene la licenza per un solo modulo, ad esempio il corso barista skill e tiene poche lezioni all’anno, il costo da pagare per farlo non sembra essere commisurato. Per questo avremo magari meno trainer, ma saranno sicuramente dei professionisti del nostro settore, con una visione più ampia, in quanto avranno conseguito più moduli e acquisito più conoscenze”
“E qui si entra sul capitolo Italia”
“Mi piacerebbe che i trainer italiani si caratterizzassero per una grande professionalità, in modo da non screditare tutto il sistema per pochi non sufficientemente competenti. La mia idea, durante il mio mandato, è quella di creare delle occasioni per i trainer per procedere con l’aggiornamento.
Da qua nasce il primo viaggio in piantagione, che è passo necessario per rendersi conto pienamente delle dinamiche che muovono la filiera. Questo è stato un grosso investimento per l’Associazione e anche per chi ha partecipato all’iniziativa. Ora il secondo step sarà quello di agire sul territorio nazionale, coinvolgendo aziende socie per aprire le loro porte e raccontarne il lavoro nella pratica con i trainer.
Parliamo di attrezzature in generale, ma anche di mostrare processi di trasformazione, come può essere la decaffeinizzazione.
Per quanto riguarda invece l’esperienza in origine, procederemo, ma vorrei cambiare il Paese valutando tutte le tempistiche in base anche ai periodi di raccolta.”
“Questo è l’obiettivo per il 2026.”
“Insieme all’implementazione delle competizioni, che rimangono ad oggi la Formula 1 per il settore in tutti i sensi. Senza, non ci sarebbe ricerca su cui guardare al futuro. La sperimentazione su processi di lavorazione, strumentazioni, estrazioni alternative, avviene moltissimo attraverso le gare, e quindi è fondamentale per rinnovare il nostro settore.
Questo a livello globale: in Italia questa percezione è un po’ meno esplosiva, ma nonostante ciò non abbiamo registrato un grosso calo di partecipazione. Su alcune gare, che sono meno celebri su scala mondiale, c’è naturalmente meno interesse, ma c’è sempre la volontà di investire soldi ed energia.
Sono fiduciosa, come Associazione possiamo far tanto e i soci stessi, la community, deve restare presente e collaborativa per poter avanzare uniti.
Infine c’è il tema CVA: ancora questo smottamento non si è del tutto assestato, ma ricordo che si tratta di una proposta per utilizzare un nuovo strumento fornito da SCA alla quale si può aderire o meno, liberamente.
A tal proposito, segnalo che negli ultimi giorni è stato pubblicato il protocollo dello standard valutativo sugli attributi estrinseci (fin qui era utilizzabile solo il beta test). Non ci sono novità rispetto alla prima scheda, ma ora è un supporto ufficiale e dettagliato, pronto per chi vuole usarlo per le sue valutazioni.”






















