domenica 26 Ottobre 2025

Marco Zancolò, ceo di Franke Coffee Systems: “Con la nuova New A Line ridefinita la super automatica. Focus? La qualità”

Zancolò: “Il mercato diventa sempre più competitivo. Ci sono tanti competitor che propongono macchine valide. La priorità rimane capire bene il profilo del consumatore e lavorare in modo efficace con i clienti. La macchina da caffè si acquista una volta, ma si usa per un periodo che spazia tra gli 8 e i 10 anni. In quel lasso tempo ci possono essere guasti: lì serve un servizio impeccabile"

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MILANO – Marco Zancolò è l’amministratore delegato di Franke Coffee Systems. L’abbiamo incontrato a HostMilano 2025, dove ci ha rilasciato questa intervista esclusiva in occasione della presentazione di New A Line, la nuova generazione di macchine da caffè completamente automatiche progettate e costruite interamente in Svizzera.

La nuova Franke New A Line (immagine concessa)

Oltre quarant’anni di storia produzione di macchine da caffè: quali sono state le principali svolte tecniche che hanno cambiato la produzione?

“La macchina automatica ha avuto un’evoluzione molto forte negli ultimi anni. Siamo stati tra i pionieri del movimento con il lancio della classica A Line e, ancora prima, con la FM850, nella quale abbiamo introdotto il touchscreen a colori, una vera rivoluzione all’epoca, adottata oggi da ogni azienda nell’industria.

Abbiamo poi introdotto il sistema latte: l’automatizzazione della schiuma del latte era una delle innovazioni più importanti per lo sviluppo delle superautomatiche.

Da allora, abbiamo continuato a innovare e, in occasione di HostMilano, abbiamo lanciato la New A Line con un chiaro focus sulla qualità in tazza.

Marco Zancolò (immagine concessa)

La nostra tecnologia brevettata iQFlow garantisce una qualità costante in tazza, estraendo tutto l’aroma e il sapore dei chicchi di caffè grazie a un controllo intelligente del tempo e della pressione durante l’intero processo di estrazione. Con la funzione PrecisionTemp si può impostare la temperatura ideale per ogni bevanda per migliorare il risultato in tazza.

Ci siamo inoltre focalizzati sulla sostenibilità, elemento sempre più importante e richiesto dai clienti, con lo sviluppo di un nuovo boiler, chiamato HeatGuard. La nuova tecnologia dispone di un isolamento avanzato, riducendo significativamente la perdita di energia rispetto ai modelli precedenti. Inoltre abbiamo anche introdotto materiali riciclati, migliorando sia l’efficienza che l’impatto ambientale.”

Come si è sviluppato questo nuovo progetto che avete presentato a HostMilano?

“Ci lavoriamo da due anni e mezzo. La A Line è stata lanciata nel 2015 e sapevamo che, un giorno, avremmo dovuto introdurre una nuova proposta.

Normalmente, le macchine superautomatiche hanno un ciclo di vita di 8-10 anni. I primi clienti che hanno acquistato la A-Line nel 2015 ora vogliono sostituirla, ma non è il massimo ricomprare la stessa macchina di dieci anni fa.

Con l’anniversario dei dieci anni abbiamo quindi deciso di introdurre la nuova macchina. Abbiamo iniziato la progettazione nel 2022 e siamo riusciti ad arrivare in tempo per presentarla qui a HostMilano 2025”.

Zancolò, cosa spinge i baristi e le aziende ad affidarsi sempre più alle superautomatiche?

“L’aspetto più importante rimane la consistenza in tazza e con una superautomatica è garantita. Con una macchina tradizionale, se si ha la fortuna di avere un barista bravo, il risultato sarà ottimo. Ma c’è sempre meno personale qualificato.

Durante la pandemia, in molti mercati, tante persone che lavoravano in questo settore hanno cambiato mestiere e non sono più tornate. C’è una scarsità di addetti e, grazie alla superautomatica, soprattutto con lo schermo interattivo touchscreen, tutto risulta più facile: una volta regolata la macchina, chiunque può usarla con la massima efficienza”.

Per quanto riguarda il mercato italiano: che ruolo gioca oggi la produzione nel nostro Paese dove Franke conta diverse sedi produttive?

“Per il gruppo Franke la produzione in Italia gioca un ruolo molto importante. Abbiamo un sito produttivo a Peschiera del Garda, dove realizziamo lavelli, non legati alle macchine da caffè, e un altro a Fabriano, nelle Marche, dove produciamo le cappe Faber, parte del gruppo Franke.

Poi abbiamo qui vicino a Milano, a Baranzate, la fabbrica Dalla Corte: è qui che produciamo le macchine da caffè tradizionali.

Le superautomatiche Franke, invece, le sviluppiamo e produciamo in Svizzera, nella nostra sede di Aarburg”.

Oggi conta di più la personalizzazione del design o la performance?

“Entrambi gli aspetti giocano un ruolo fondamentale. La performance è di estrema importanza, perché per l’operatore ciò che conta è il costo d’uso complessivo. Tuttavia, se la macchina è esteticamente non piacevole, non è il massimo metterla in vetrina.

Molto dipende anche dal contesto: se la si mette in una stazione di servizio, forse il design di una macchina è meno importante; se invece la location è in un coffee shop, come per il caso del nostro modello Mytico, la gente si aspetta una macchina bella, che trasmetta professionalità ed eleganza”.

Quanto del fatturato di Franke è diretto all’estero e quanto in Svizzera?

“Siamo presenti in circa 80 mercati nel mondo. Per la divisione Coffee Systems, la Svizzera rappresenta circa il 8%, mentre il resto proviene dai mercati internazionali.”

Quanti modelli producete all’anno tra tutte le tipologie di macchine?

“Includendo anche Dalla Corte, tra le 40 e 50 mila unità all’anno.”

Quanto investite in ricerca e sviluppo per restare pionieri nel settore?

“L’innovazione è al centro delle nostre attività. Investiamo molto. Abbiamo lanciato  Mytico due anni fa, e per noi l’innovazione è essenziale. Abbiamo un team R&D composto da circa 100 specialisti, che lavorano sia sul software che sull’hardware. Questo dimostra quanto importante l’innovazione sia per noi. Il loro lavoro ci permette di stabilire nuovi standard nel nostro settore – perché se smetti di innovare, diventi rapidamente obsoleto.”.

Zancolò, quali sono le prossime sfide per il mercato?

“Il mercato diventa sempre più competitivo. Ci sono tanti competitor che propongono macchine valide. La priorità rimane capire bene il profilo del consumatore e lavorare in modo efficace con i clienti. La macchina da caffè si acquista una volta, ma si usa per un periodo che spazia tra gli 8 e i 10 anni. In quel lasso tempo ci possono essere guasti: lì serve un servizio impeccabile.

Se l’after sales funziona bene, il cliente comprerà di nuovo da noi; se invece la macchina dà problemi e l’assistenza non è all’altezza, cercherà altrove.

Per il Gruppo la qualità è essenziale: non solo nel prodotto, ma anche nella relazione con il cliente e nel servizio post vendita”.

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